Maria Guidotti e Vilma Mazzocco elette portavoce
15 Maggio 2006Roma, 16 maggio. Verso le 15,30 circa si è chiusa l’assemblea del Forum del Terzo Settore e con essa il mandato dei due portavoce uscenti: Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli. Le nuove portavoce, elette con la quasi totalità dei voti, sono Maria Guidotti, presidente di Auser e Vilma Mazzocco presidente di Federsolidarietà-Confcooperative.
Quale sarà il prossimo cammino del Forum? Come si strutturerà? Che cosa lo caratterizzerà? Lo abbiamo chiesto alle protagoniste che guideranno questa nuova fase della storia che si apre oggi.
Un Forum del Terzo Settore al femminile, cosa cambierà?
«Penso che noi donne siamo più abituate a lavorare in sinergia – ci ha detto Maria Guidotti – nel nostro impegno con il Forum porteremo questa nostra naturale inclinazione al confronto e al lavoro di rete». Concorda su questa impostazione anche Vilma Mazzocco che aggiunge: «la relazione è il nostro elemento caratterizzante, siamo in un certo senso obbligate e vocate ad essa».
Da dove ripartire?
Entrambe le neoelette hanno ringraziato i portavoce uscenti, Patriarca e Rasimelli, i quali: «anche nei momenti più complessi della nostra storia hanno saputo con pazienza e capacità di mediazione e di tessitura, tenere coeso il Forum, ed anche aprirlo alle altre reti, creando intese, rapporti di collaborazione ed efficaci piste di lavoro».
«Sulla base di quanto è stato fatto – aggiunge Vilma Mazzocco – non sono d’accordo con l’utilizzo del termine “ripartire”: il Forum del Terzo Settore non si è mai fermato. Penso ad esempio alla “+ dai – versi”, all’accordo con Acri per il Progetto Sud, alla legge sull’impresa sociale. Sono obiettivi importanti che vanno valorizzati opportunamente. Certo stiamo agendo in una fase storica diversa che richiede energie e percorsi nuovi”.
Quale deve essere il nuovo profilo del Forum del Terzo Settore?
«Fino ad oggi – dice Maria Guidotti – il Forum ha lavorato molto per ottenere un riconoscimento anche istituzionale. Adesso che questo è definitivamente avvenuto, si deve scommettere sul rafforzamento del ruolo e della identità, e per fare ciò è necessario interrogarci su quale tipo di rappresentanza il Forum vorrà agire: dovrà essere una rappresentanza che agisce solo in difesa dei propri interessi, oppure una rappresentanza sociale più complessa che difende i propri interessi ma all’interno di un contesto in cui la priorità è l’interesse generale del paese»?
«Il Forum – risponde Vilma Mazzocco alla questione della rappresentanza – deve rilanciare con forza una stagione di proposte e azione politica ed istituzionale». E aggiunge: «Penso che il Forum sia il luogo del confronto, dell’incontro e della contaminazione del pensiero tra i vari mondi che lo compongono: del Volontariato, dell’Associazionismo, delle Ong, della Cooperazione Sociale, della Impresa Sociale che verrà».
Come lavorare all’interno del Forum?
«Sicuramente una maggiore collegialità è necessaria – concordano le portavoce – però questo non dipende solo dai portavoce e non soltanto dal coordinamento, dipende anche dai dirigenti del terzo settore, anche territoriali, che, quando si crea l’opportunità di un coinvolgimento, investono e si spendono in questo: bisognerà trovare le modalità affinché l’espressione del Forum sia quanto più plurale».
Quale sarà la mission del Forum?
«Dobbiamo riprodurre – è il parere di Vilma Mazzocco – pensiero orientante, ricreare cultura intorno ai valori del Terzo Settore e riorganizzarci anche in base alla dimensione delle competenze per poter essere propositivi e acquisire autorevolezza».
«Dobbiamo rilanciare un nuovo pensiero strategico di welfare in senso lato – aggiunge Maria Guidotti – riallacciare i rapporti con i soggetti diversi da noi, penso ai movimenti, dobbiamo essere interlocutori di queste altre voci e dare il nostro contributo al modello di sviluppo che vogliamo, col capitale che portiamo: la relazione».