scacco al randagismo in quattro mosse
28 Luglio 2006
La Sottosegretaria alle politiche per la Famiglia Chiara Acciarini ha presentato, con una conferenza stampa tenutasi stamane, la nuova campagna di sensibilizzazione della LAV contro gli abbandoni degli animali. L’iniziativa a livello nazionale è articolata in un manifesto, uno spot radio ed uno per le tv, realizzati uscendo dagli stereotipi legati al tema, giocati sull’equivoco della fine di una storia d’amore e l’informazione che, ai sensi dell’articolo 727 del Codice penale, chi abbandona rischia fino a 10mila euro di ammenda o l’arresto fino ad un anno.
La LAV propone al nuovo Governo quattro immediate misure per contrastare l’abbandono favorendo una migliore convivenza nelle famiglie così come avviene da anni in altri Paesi europei:
1) aumento della quota di detrazione delle spese veterinarie dalla dichiarazione dei redditi, rendendola totale per chi adotta un cane dalla strada o da un canile, la sterilizzazione, l’iscrizione all’anagrafe canina, il relativo microchip ed il passaporto europeo;
2) riduzione al 10% dell’Iva sul cibo per animali e delle prestazioni veterinarie, oggi considerati alla stregua di “beni di lusso”;
3) sostegno ed incentivi all’aumento dell’offerta d’accesso delle strutture turistiche come alberghi, campeggi e spiagge e dei mezzi di trasporto pubblico a cani e gatti;
4) inclusione dell’anagrafe canina, felina ed equina nel certificato di “stato di famiglia” con l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del febbraio 2003 per rendere disponibile una banca dati nazionale degli animali domestici.
“Secondo le stime della LAV, gli abbandoni si verificano durante tutto l’anno con punte di oltre il 30% nel periodo di apertura della stagione venatoria, per opera dei cacciatori che provano i cani e si disfano di quelli che non funzionano e il 25% in estate, per un totale di circa 150mila cani ed altrettanti gatti lasciati ogni anno di cui oltre il 70% muore nel primo anno di vagabondaggio ” – dichiara Gianluca Felicetti, presidente LAV – “Il fenomeno degli abbandoni alimenta peraltro un enorme affare intorno alla gestione di molti canili privati che hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni milionarie con le amministrazioni comunali che si dimenticano della sorte degli animali accatastati in vere e proprie discariche a quattrozampe”.
Il giro d’affari che ruota intorno al fenomeno del randagismo, infatti, è stato stimato dalla LAV in circa 500 milioni di euro all’anno (stima delle sovvenzioni pubbliche per il mantenimento dei cani in canili e rifugi): una cifra che spesso non corrisponde a strutture adeguate né a un corretto mantenimento degli animali.
Alla società, quindi, costa di più tenere un cane definitivamente in un canile che affidarlo ad una famiglia; per la LAV, inoltre, la compagnia di un cane o un gatto va incentivata, non contrastata come avviene: una famiglia italiana su tre, infatti, vive con un animale domestico, ma questo costa all’affidatario, tra accudimento e spese veterinarie, come se si trattasse di un bene di lusso e generalmente viene ingiustamente penalizzato per l’accesso a servizi e strutture.
Secondo un’indagine svolta da Zoomark solo un italiano su tre porta il proprio animale in ferie con sé, Il 25% lo lascia a casa, affidandolo a conoscenti o cat e dog sitter, il 21% obbliga il quattrozampe a trasferirsi in casa di parenti o amici, il 18% rinuncia del tutto alle vacanze mentre il 2% si affidano alle pensioni per animali.
Secondo il Ministero della Salute in Italia ci sono 990 tra canili e rifugi, 640.000 cani randagi di cui un terzo o un quarto nei canili (quindi tra 160.000 e 213.000 cani) e 1.290.000 gatti randagi (stessa cifra dal 2000).
Secondo la LAV, invece, i cani vaganti in Italia sarebbero almeno 1 milione e 550.000 quelli nei canili. Recenti controlli operati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente su 283 canili nazionali, hanno rivelato un tasso di illegalità del 13% tra illeciti penali e amministrativi.
La LAV ricorda che fino al 31 marzo 2007 è possibile firmare la petizione con la quale si chiede fra l’altro un impegno concreto a Governo, Parlamento e Regioni per una legge d’integrazione alla Legge quadro 281/91 sulla prevenzione del randagismo che preveda maggiori vincoli e controlli a coloro che gestiscono i canili, la chiusura dei canili-lager e il perseguimento dei responsabili di maltrattamenti, le necessarie sterilizzazioni, un servizio sanitario mutualistico per gli animali e sostegno al volontariato che accudisce concretamente gli animali.
La petizione ha finora raccolto 60.000 firme, e si può sottoscrivere richiedendone copia alla LAV (Tel. 06.4461325 – Via Piave n.7, 00187 Roma – lav@infolav.org) oppure on line
(http://www.infolav.org/lenostrecampagne/randagismo/petizionerandagismo/).
Per maggiori informazioni, infine, è attivo il sito internet www.nolager.com e i cittadini possono segnalare l’esistenza di canili inadeguati al numero LAV SOS Canili “lager” tel. 848.588.544, consentendo così di intraprendere azioni di contrasto finalizzate al sequestro dei canili non in regola e di attivare procedimenti legali contro i gestori.
Lo spot video della campagna LAV, realizzato in bianco e nero con un’atmosfera da cinema francese anni ’30 che ne esalta la drammaticità, ritrae una donna che, rivolta ad un interlocutore, spiega i motivi per cui intende abbandonarlo. Solo in conclusione dello spot si rende chiaro allo spettatore che “l’abbandonato” non è un essere umano ma un cane. L’effetto sorpresa massimizza l’attenzione dello spettatore, invitandolo a riflettere su quali siano le conseguenze di un gesto incivile quale l’abbandono. Per questo spot la Sugarmusic S.p.A. ha concesso l’uso gratuito del brano “Arrivederci amore, ciao” (interpretato da Caterina Caselli) quale colonna sonora del filmato.
Sullo stesso “equivoco” svelato nel finale è giocato anche lo spot radio, mentre la campagna stampa ha un taglio più positivo, già dall’head line “Tutti al mare”, e mostra l’immagine di una cuccia inserita all’interno di una fila di cabine da spiaggia, che attira l’attenzione del lettore. Completa il soggetto una breve frase che ricorda che abbandonare un animale oltre ad essere un’azione eticamente condannata è anche un reato previsto dal Codice penale (che prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro), inducendo il lettore a riflettere sulle conseguenze dell’abbandono ed invitandolo allo stesso tempo a portare in vacanza i compagni a quattro zampe.