03 Documento finale
04 Dicembre 2009Forum Terzo Settore, Consulta del Volontariato c/o Forum Terzo Settore, ConVol, CSVNet
Assemblea del Volontariato Italiano
Assemblea del Volontariato Italiano
Roma 4 e 5 dicembre 2009
Documento finale
L’Assemblea del Volontariato riunita a Roma il 4-5 dicembre 2009,
ü Si riconosce nella Carta dei Valori del Volontariato.
ü Prende atto del documento introduttivo, dei contributi pervenuti, del proficuo e inteso dibattito negli incontri preparatori e nell’Assemblea.
ü Tiene in debita considerazione la situazione del Paese ed il più generale contesto internazionale che attraversa una fase di acuta criticità dal punto di vista sociale, culturale, politico ed economico.
ü Richiama il responsabile contributo che tutti gli attori sociali possono apportare per i necessari interventi e cambiamenti anche strutturali per uscire dalla crisi e per far crescere la solidarietà tra i popoli attraverso l’adozione di stili di vita responsabili e iniziative di cooperazione internazionale.
ü Sottolinea il cruciale ruolo svolto dal Volontariato, che opera in attuazione dei principi del dono e della gratuità, della solidarietà e della sussidiarietà, nel contribuire a creare una cultura solidale e del bene comune centrata sulla persona.
ü Tiene conto del ruolo del Volontariato nel vivere e rilanciare una cultura civile e democratica tesa a promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva.
ü Ricorda il valore del Volontariato quale soggetto fondante e costituente del terzo settore di cui è animatore insostituibile.
ü Riconoscendo il significativo contributo delle Fondazioni di origine bancaria, che hanno sostenuto nel Paese numerose iniziative e progetti del Volontariato e hanno messo a disposizione le risorse per i Centri di Servizio del Volontariato, auspica rinnovate forme di collaborazione che aiutino e sostengano in Volontariato nella sua missione.
Assume e fa proprio nella sua interezza l’intervento del Presidente della Repubblica in occasione dell’udienza che ha aperto l’Assemblea ed in particolare vuol sottolineare:
“il capitale sociale – come si è sottolineato anche oggi – costituisce un fattore essenziale dello sviluppo economico. Esso si forma anche attraverso la costruzione di reti, perciò dobbiamo apprezzare lo stimolo a costituire, e la capacità di costruire, vere e proprie reti di associazioni volontarie.
Anzi, sulla strada della cooperazione tra associazioni bisognerebbe fare ulteriori passi avanti. Infatti, il nostro non è solo un paese di piccole imprese, è anche un paese di piccole associazioni di Volontariato, perciò ancora più utile e meritoria è l’attività di coordinamento e prestazione di servizi svolta dai gruppi promotori di questo incontro. “
Anzi, sulla strada della cooperazione tra associazioni bisognerebbe fare ulteriori passi avanti. Infatti, il nostro non è solo un paese di piccole imprese, è anche un paese di piccole associazioni di Volontariato, perciò ancora più utile e meritoria è l’attività di coordinamento e prestazione di servizi svolta dai gruppi promotori di questo incontro. “
Al termine dei suoi lavori, l’Assemblea individua le seguenti priorità:
1) il Volontariato deve essere riconosciuto quale attore di sviluppo dell’auto-promozione dei cittadini, formazione sociale ove si svolge la loro personalità, così come sancito anche dalla nostra Costituzione (art. 2) e ribadito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 75 del 1992). soggetto teso a promuovere ed organizzare le esperienze di Volontariato come concreto servizio all’interesse generale e ai beni comuni, esercizio di piena cittadinanza con una funzione di senso, pedagogica e culturale di promozione della solidarietà e della sussidiarietà. L’Assemblea rifiuta invece ogni approccio culturale e ogni prassi che attribuisce al Volontariato il ruolo di soggetto ancillare che risponde ai fallimenti dello Stato e/o del Mercato.
2) E’ necessario promuovere e rafforzare le forme di rappresentanza del Volontariato unitarie e plurali, nella quale si valorizzino le diverse sensibilità, si riconoscano le organizzazioni di diverse dimensioni e dei differenti settori operativi. Tutto questo dovrà avvenire nel quadro di una più ampia e doverosa rappresentanza complessiva del Terzo Settore, dove valorizzare la ricchezza di compiti e funzioni dei vari soggetti in campo a partire dal Forum Terzo Settore, nel suo ruolo di parte sociale tesa a rappresentare le reti, gli interessi e le istanze comuni delle organizzazioni di Terzo Settore, dalla Consulta nazionale del Volontariato c/o il Forum e dalla ConVol, tese in particolare a promuovere lo sviluppo di rapporti e relazioni fra i vari soggetti del Volontariato al fine di rappresentare la loro specificità e il loro ruolo a servizio delle comunità, da CSVnet quale prezioso servizio alla rappresentanza e alla sua costruzione con una propria complementare capacità interpretativa dei territori e dei bisogni delle organizzazioni di Volontariato. Queste organizzazioni unitamente possono rivendicare un autonomo ruolo politico che attraverso le varie forme della partecipazione (la democrazia partecipativa) contribuisca anche a sostenere e rafforzare la democrazia politica rappresentativa, dando voce a chi non ha voce.
3) Gli Enti Pubblici, nell’applicazione del principio di sussidiarietà, così come sancito dalla nostra Costituzione (art. 118), e alla luce del processo federalista in atto, dovranno individuare appositi spazi e strumenti dove il Volontariato possa effettivamente esercitare il proprio ruolo di partecipazione alla programmazione e verifica in tutte le politiche pubbliche, come ad esempio previsto dalla L. 328/00 “legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. Il Volontariato, a sua volta, dovrà impegnarsi a operare in rete rendendo sempre evidente il perseguimento del bene comune e a favorire la formazione dei propri quadri.
4) Il processo di armonizzazione e di semplificazione del quadro normativo del terzo settore dovrà essere svolto attivando Tavoli permanenti di confronto con le parti coinvolte prefiggendosi i seguenti obiettivi:
ü la promozione e valorizzazione delle reti associative e l’introduzione del Registro nazionale delle organizzazioni di Volontariato;
ü la riforma dell’Osservatorio Nazionale per il Volontariato;
ü la tutela e la promozione del sistema di affidamento in convenzione dei servizi al Volontariato rendendo più omogenee le prassi e più trasparenti i criteri;
ü l’incentivazione e la promozione di strumenti per facilitare i lavoratori nel poter svolgere attività di Volontariato;
ü la stabilizzazione del 5 per mille e la promozione di altre forme di sussidiarietà fiscale;
ü il consolidamento dell’esperienza del Servizio Civile Volontario rendendolo un diritto esigibile per i giovani e identificando nel terzo settore un luogo privilegiato dove svolgere l’esperienza;
ü l’avvio di processi di semplificazione normativa e amministrativa (come indicato nella nota, predisposta dagli organizzati di questa Assemblea, per l’audizione alla Commissione affari sociali della Camera del 25/7/07 per la riforma della L. 266/91), di diminuzione degli adempimenti burocratici, di modalità adeguate ed unitarie di rendicontazione economica e sociale, tese anche a valorizzare l’apporto specifico del Volontariato;
ü la validità di una legge nazionale sul volontariato e un processo di armonizzazione della legislazione regionale in materia;
ü mantenimento dell’ art 15 della L. 266/91 nella sua attuale formulazione;
ü La promozione di un sistema di controllo unitario e trasparente di rendicontazione, che valorizzi il ruolo delle reti e affermi le funzioni di autocontrollo delle organizzazioni di Volontariato come luoghi di esercizio concreto e diffusione della cultura della legalità.
ü L’espressione di rappresentanze unitarie coerenti, assicurando rinnovate modalità di partecipazione e di governance diffuse e democratiche, confermando la centralità del tema della rappresentanza impegnandosi in un percorso a partire dai contenuti della Carta della Rappresentanza..
5) Oggi i Centri di Servizio al Volontariato – la cui nascita è stata frutto di un percorso disomogeneo e talvolta anche accidentato e problematico – costituiscono un sistema ordinario, diffuso e strutturato di servizi e azioni di sostegno, qualificazione e promozione del Volontariato orientato al suo sviluppo e alla sua reale autonomia, che per sua natura presenta al suo interno eccellenze e criticità. Diviene necessario: a) evitare che il loro patrimonio di attività e di competenze sia messo in dubbio a causa della crisi economica; b) garantire una continuità di risorse adeguate e una loro uniforme diffusione su tutto il territorio nazionale; c) qualificare questo sistema migliorandone l’efficacia, l’efficienza, la realizzazione di azioni innovative finalizzate allo sviluppo del Volontariato, i sistemi di governo democratico da parte del Volontariato, e i sistemi di controllo da parte di chi mette le risorse.
6) In vista del 2011 “Anno Europeo del Volontariato”, l’Assemblea adotta il “Manifesto del Volontariato per l’Europa” e si adopera in particolare affinché sia:
ü definito a livello europeo il Volontariato;
ü riconosciuto come espressione della cittadinanza attiva, il suo valore formativo e sia garantito l’accesso a tutti;
ü promosso – anche attraverso apposite norme, programmi, risorse, agevolazioni – il suo sviluppo e la sua partecipazione a tutti i livelli decisionali;
ü sostenuto il lavoro di rete e lo scambio di buone prassi;
ü istituito un apposito strumento di dialogo con la Commissione e il Parlamento UE (es. Osservatorio Europeo del Volontariato);
ü coinvolto il Volontariato nella determinazione degli indirizzi e del programma di attività.
7) Nel riconoscere le problematiche e la ricchezza del sud Italia, Il volontariato – anche attraverso le azioni della Fondazione per il Sud, e in particolare come realizzato con il Progetto Formazione Quadri del Terzo Settore – si impegna a esercitare un ruolo da protagonista del rinnovato sviluppo integrale della società meridionale.
Nell’esercizio del suo ruolo politico – consapevole di rappresentare i bisogni e le istanze della comunità, soprattutto dei più deboli – rivolge le seguenti richieste alle Istituzioni:
1) Chiede che, in particolare in questo tempo di crisi economica e finanziaria, si faccia ogni sforzo per promuovere nuove politiche di riduzione delle disuguaglianze nel nostro Paese, a partire da uno spostamento del peso fiscale dalle imposte indirette, che colpiscono tutti, a quelle dirette, che sono legale al reddito;
2) Guardando con preoccupazione al processo di nuova centralizzazione delle politiche di welfare in Italia, chiede, invece, che si rilanci la prospettiva del welfare municipale e comunitario, giungendo, finalmente, alla definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociale ed aumentando il Fondo nazionale delle Politiche sociali e sostenendo i fondi specifici, quali ad es. quello sulla non autosufficienza.
3) Respinge la riduzione del tema dell’immigrazione a questione di ordine pubblico. Ritiene che l’Italia sia un Paese accogliente, capace di trovare una reale fonte di arricchimento nel riconoscimento e nella valorizzazione della multiculturalità. Chiede, in questo quadro, che venga rivisto profondamente il “decreto sicurezza” negli aspetti che riguardano l’immigrazione e che si apra una seria riflessione sulla facilitazione delle modalità di riconoscimento della cittadinanza. Chiede, inoltre, l’adeguamento della legislazione italiana alle norme internazionali per il riconoscimento del diritto di asilo.
4) Chiede che non venga approvato l’emendamento alla Finanziaria che consentirebbe di mettere all’asta i beni confiscati alla mafia, con il rischio che le organizzazioni mafiose ne rientrino in possesso, ma si aumentino, invece, le risorse finalizzate a questa importante strumento di promozione della legalità e solidarietà.
5) Si impegnandosi ad operare per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio e chiede alle Istituzioni di operare nella medesima direzione;
6) Chiede una rinnovata attenzione alle tematiche della promozione integrale delle persona, in particolare a partire dagli esclusi, intervenendo per superare tutti gli ostacoli per una piena integrazione delle persone disabili
7) Ritiene opportuno che si realizzino politiche e azioni sistematiche di sostegno al Volontariato relative, in particolare: alla promozione del volontariato giovanile anche come percorso di educazione alla cittadinanza e alla solidarietà; la formazione dei volontari, dei suoi dirigenti nonché la formazione comune con gli operatori degli Enti Pubblici; strumenti di comunicazione verso l’opinione pubblica per promuovere il senso del Volontariato e il suo servizio.
8) Nella protezione civile, Il volontariato chiede di essere considerato non solo come attore da utilizzare nelle emergenze ma di poter interagire in apposito spazi sulla programmazione e sul finanziamento del sistema di protezione civile e di essere interlocutore anche sulle politiche generali messe in atto sia nell’ambito prevenzione che nelle scelte di indirizzo generale della gestione delle emergenze.
9) Nell’ambito dell’evento sismico del 2009 in Abruzzo, tutto il volontariato nazionale è impegnato, conclusa la fase della prima emergenza, a sostenere il terzo settore locale nella ricostruzione e sviluppo non solo materiale ma anche della socialità.
Le Organizzazioni di Volontariato qui riunite si impegnano, quale soggetto protagonista autonomo e propositivo, in tutti i passaggi che attendono il terzo settore italiano nei prossimi mesi a partire dalla stagione costituente, l’Anno Europeo del Volontariato e della futura Conferenza Nazionale del Volontariato.