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FTS piemonte – Manifestazione del terzo settore contro i tagli

Le associazioni di volontariato e gli operatori del settore socio-sanitario e socio-assistenziale manifesterenno insieme martedì 17 aprile dalle 10,30 alle 12,30 davanti al Consiglio Regionale del Piemonte, in via Alfieri 15 a Torino, per chiedere che sia data la priorità alle scelte operative per le persone con patologie invalidanti e con bisogni assistenziali e adeguati stanziamenti nel prossimo bilancio.

Sono circa 30mila i piemontesi malati cronici non autosufficienti in attesa anche da più di due anni di ricevere le prestazioni socio-sanitarie a cui avrebbero diritto in base ai Lea (Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria): cure domiciliari, centri diurni, ricoveri convenzionati. Nella sola Città di Torino la lista d’attesa è di oltre 12mila persone con patologie invalidanti e non autosufficienza (di cui 3.500 per un posto convenzionato in Rsa e 8.500 per le cure domiciliari), come è stato dichiarato nella seduta del 16 febbraio 2012) dai Presidenti delle Uvg (Unità di valutazione geriatrica) delle Asl di Torino.

Si tratta di anziani cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer e/o con altre forme di demenza, persone con gravi handicap fisici invalidanti e/o intellettivi, malati psichiatrici cronici e persone con sindromi autistiche: tutte hanno esigenze e bisogni indifferibili.

Secondo gli operatori del settore, Asl e i Comuni non possono negare o ritardare l’erogazione dei servizi previsti dai Lea con il pretesto della scarsità delle risorse economiche disponibili (Cfr. le sentenze n. 784 e 785/2011 del Tar Lombardia), ma le risorse trasferite recentemente dal Ministero della Sanità alla Regione Piemonte devono essere utilizzate anche per finanziare i servizi previsti dai Lea.

Si legge nel comunicato: “Chiediamo pertanto al Consiglio e alla Giunta regionale del Piemonte di:

1. vincolare un capitolo specifico del Fondo sanitario regionale obbligando le Asl a finanziare le prestazioni socio-sanitarie previste dai Lea, con priorità per le cure domiciliari;

2. finanziare il Fondo sociale per l’integrazione delle rette alberghiere degli utenti con risorse personali insufficienti (prevista dalla delibera della Giunta regionale del Piemonte n. 17/2005), in modo da assicurare le somme necessarie ai Comuni per la parte di loro competenza in base alla legge;

3. garantire le risorse indispensabili al Fondo per le politiche sociali, previsto dalla legge regionale 1/2004; i 110 milioni promessi non coprono tutto il fabbisogno e la Giunta deve rispettare le sue stesse leggi!

4. investire sui servizi socio-sanitari e socio-assistenziali per:

– garantire immediatamente una quota sanitaria pari ad almeno 500 euro ai congiunti disponibili a prendersi in carico un familiare cronico e non autosufficiente;

– assicurare la frequenza a tempo pieno agli utenti dei centri diurni, in base anche alle esigenze dei familiari che ne fanno richiesta, al fine di mantenerli il più a lungo possibile a domicilio;

– promuovere la realizzazione di gruppi appartamento e comunità alloggio nell’ambito dell’edilizia popolare per i soggetti deboli che non possono più vivere al casa loro (la legge 179/1992 prevede la possibilità di riservare fino al 15% degli alloggi per i casi sociali);

– incentivare l’utilizzo dell’istituto della concessione ai privati per la realizzazione di nuove strutture semiresidenziali e residenziali e, quindi, senza alcun onere per il settore pubblico (centri diurni, comunità alloggio, Rsa);

– utilizzare le Rsa anche per la de-ospedalizzazione protetta degli anziani cronici non autosufficienti al posto del ricovero (tre volte più oneroso per la Regione) nelle case di cura private convenzionate;

– sostenere, secondo le priorità previste dalla legge n. 184/1983, con finanziamenti mirati, i nuclei familiari d’origine dei minori, gli affidamenti familiari e le adozioni difficili;

– riaprire i tavoli di confronto con tutti gli attori del settore socio-sanitario e socioassistenziale, compresi i rappresentanti dell’utenza”.

Le associazioni sottolineano come, calcolando che almeno 18mila cittadini non autosufficienti non ricevono il contributo mensile di 400 euro previsto per i congiunti che accolgono un familiare non autosufficiente (85milioni in totale) e ad altrettanti 12mila cittadini ricoverati l’Asl non versa la quota sanitaria (mediamente 40 euro al giorno per un totale di 175 milioni di euro), il risparmio complessivo è di 260 milioni di euro non spesi con il semplice artificio della negazione del fondamentale e vitale diritto alle cure socio-sanitarie. Chiedono perciò che il Consiglio Regionale vigili perché nel prossimo bilancio la Giunta Cota riservi la priorità dei finanziamenti alle prestazioni previste dalle leggi  vigenti per garantire i Lea e gli interventi socio-assistenziali alle persone in difficoltà, come stabilito dalla legge regionale sull’assistenza numero 1 del 2004.

L’iniziativa è promossa dal Comitato promotore della seconda petizione popolare, che ha consegnato finora circa 14mila firme al Presidente della Giunta Roberto Cota per chiedere la destinazione prioritaria delle risorse alle persone non autosufficienti (cfr. www.fondazionepromozionesociale.it). Fanno parte del Comitato: Associazioni di tutela dei malati di Alzheimer; AIPTorino, Associazione italiana parkinsoniani; ANFAA, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie; ANGSA, Associazione nazionale genitori soggetti autistici; AVULSS Piemonte; Federavo-Avo, Associazione volontari ospedalieri; CPD, Consulta per le persone in difficoltà; CSA, Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti; Di.A.Psi. Piemonte, Difesa ammalati psichici; GVV, Gruppi di volontariato vincenziano; Società S. Vincenzo de Paoli; UTIM, Unione per la tutela degli insufficienti mentali. Hanno aderito anche Anaste Piemonte (Associazione nazionale strutture per la terza età), Forum del Terzo settore Piemonte, Legacoopsociali Piemonte, operatori dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.

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