ARCI – L’Arci dice no alla soppressione dell’Osservatorio nazionale dell’associazionismo
17 Luglio 2012Un grave errore che mortifica le migliori risorse del Paese. Il governo ci ripensi
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
Roma 17 luglio 2012 – È di oggi la notizia che il governo, nell’ambito dei tagli previsti dalla spending review, ha deciso di sopprimere l’Osservatorio nazionale dell’associazionismo insieme ad altri organismi collegiali operanti presso la pubblica amministrazione.
Un annuncio che suona come una vera e propria beffa, visto che proprio oggi le Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato erano chiamate ad emettere il proprio parere sul regolamento di elezione dell’Osservatorio, attualmente in fase di rinnovo. A questo punto la misura è colma.
Abolire l’Osservatorio nazionale significa di fatto vanificare l’attuazione della Legge 383/2000 di riconoscimento dell’associazionismo di promozione sociale, un comparto che in Italia coinvolge migliaia di organizzazioni e milioni di persone: cittadini che hanno scelto di impegnarsi in attività di pubblico interesse, dai servizi sociali alla cultura, allo sport, alla tutela dell’ambiente, alla promozione della socialità e della partecipazione civica.
Questo mondo rappresenta una risorsa per tutto il paese, che andrebbe riconosciuta e sostenuta dalle istituzioni. Il Governo Monti sta facendo l’esatto contrario, e con la decisione odierna dà un colpo di grazia all’associazionismo che nei mesi scorsi aveva già pesantemente penalizzato con l’abolizione dell’Agenzia per il Terzo Settore.
Avevamo già duramente criticato quella scelta, che ci priva di un interlocutore istituzionale capace di svolgere un prezioso ruolo di terzietà nel rapporto fra terzo settore e pubblica amministrazione. Il Governo aveva risposto alle nostre critiche annunciando di voler valorizzare maggiormente il ruolo degli osservatori di associazionismo e volontariato e chiedendo la disponibilità delle associazioni in tal senso (intento confermato in riunioni ufficiali non più tardi di un mese fa).
Ora ci si rimangia l’impegno e si azzerano pure gli osservatori. Difficile non vedere in questa scelta l’intento di cancellare ogni sede di confronto istituzionale e di collaborazione con i soggetti del terzo settore, del resto coerente con l’approccio di un Governo che sembra voler disconoscere il ruolo dei corpi intermedi mortificando il contributo che i soggetti sociali possono portare allo sviluppo del Paese.
Pensare di ridurre i costi della pubblica amministrazione tagliando proprio sugli strumenti della partecipazione e della rappresentanza sociale è un errore gravissimo, destinato a ripercuotersi con effetti molto negativi sulla coesione sociale e sulla qualità della nostra democrazia.
Per questo invitiamo il governo a rivedere le proprie scelte e chiediamo a tutte le forze politiche di adoperarsi per modificarle in occasione della discussione parlamentare sulla spending review. L’associazionismo sa di essere una risorsa della società italiana e non intende rinunciare al diritto di poter esercitare il proprio ruolo al servizio del Paese.