CNESC – Un’alleanza per il futuro del Servizio Civile Nazionale
05 Febbraio 2013
Il Forum del Terzo Settore è tra i promotori dell’appello del Cnesc (Conferenza Nazionale degli Enti per il Servizio Civile) “Un’alleanza per il futuro del servizio civile”.
Lanciato al termine del convegno, tenutosi nel dicembre 2012 sul 40° anniversario della legge sull’obiezione di coscienza, l’appello, che si rivolge alle associazioni, forze politiche ed istituzioni ha l’obiettivo di rilanciare l’attenzione e l’impegno dei sottoscriventi su questa importante istituzione. Tra le proposte: rendere più aperto e flessibile il Servizio Civile, aprire ai cittadini stranieri, innovare il quadro legislativo e stabilizzare quello finanziario.
La crisi dell’istituto è ormai profonda: secondo stime effettuate dal CNESC,a dodici anni dalla sua creazione, dal 2011 i fondi hanno subito sostanziali riduzioni, ridimensionando il numero di giovani volontari coinvolti dal picco di 40.000 del 2006 a 20.000 del 2011 e 18.000 del 2012.
I promotori della campagna sono: Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Movimento Nonviolento, Forum Nazionale Servizio Civile, Forum Nazionale dei Giovani, Sbilanciamoci, Forum Terzo Settore, Tavola della Pace, MIR.
Le parole di Pietro Barbieri, neoportavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore: “La crisi della democrazia elettiva e partecipativa è inversamente proporzionale alla capacità della comunità di essere realmente educante. Il servizio civile rappresenta un pilastro di un rinnovato impegno nell’educazione dei giovani alla cittadinanza attiva e realmente partecipe.”
Di seguito il testo dell’appello; per maggiori informazioni visita il sito http://www.cnesc.it/alleanza/
APPELLO
Negli ultimi 40 anni l’Italia ha visto nascere e consolidarsi il servizio civile, prima rivolto agli obiettori di coscienza al servizio militare e, dal 2001, svolto dai giovani, uomini e donne del SCN, su base volontaria.
Circa un milione e trecentomila persone lo hanno realizzato, molte di più avrebbero voluto parteciparvi.
I cittadini residenti nel nostro Paese, soprattutto i più deboli, il patrimonio culturale e artistico, il protagonismo dei giovani ne hanno tratto giovamento.
Le difficoltà incontrate (un finanziamento pubblico incerto e calante, la diversità di visioni fra Stato e Regioni, le differenze rilevanti nell’investimento da parte degli enti) hanno ridotto l’efficacia dell’impatto, ma hanno anche permesso di capire le vie di uscita in positivo.
Promozione della pace in modo non armato e nonviolento, cittadinanza attiva, crescita del capitale sociale e umano della popolazione, a cominciare dai giovani, sono obiettivi comuni dell’Unione Europea e del nostro Paese.
Il servizio civile, istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa civile della Patria, all’educazione alla pace, e all’impegno civico dei giovani, attraverso concrete attività per le comunità, può essere uno degli strumenti principali in questa strategia se le Istituzioni nazionali e comunitarie decidono seriamente di farlo proprio, e può contribuire, in un momento di grandi difficoltà per il mondo giovanile, a concorrere al progresso materiale e spirituale della società, come prevede la Costituzione.
Perché questo possa accadere servono, a nostro avviso, alcune scelte che sottoponiamo alle forze politiche che partecipano alle elezioni politiche nazionali 2013.
- Rendere il servizio civile accessibile a tutti coloro che chiedono di parteciparvi, realizzato in forme più flessibili dell’attuale, sia per durata che per organizzazione delle attività e la valorizzazione dei servizi civili regionali promossi in questo decennio.
- Innovare la legislazione nazionale prevedendo la stabilizzazione dell’impegno finanziario statale e regionale, aprendosi a quello comunitario, fissando procedure di coinvolgimento delle istituzioni regionali e di terzo settore nella definizione della programmazione pluriennale.
- Rendere effettiva la possibilità di “concorrere, in alternativa al servizio militare, alla difesa della Patria, con mezzi e attività non militari”, come previsto dalle legge istitutiva, definendo un parametro chiaro dell’impegno finanziario nel bilancio dello Stato per la difesa civile, attività specifica del SCN, rispetto a quello del finanziamento per la difesa militare, attività specifica delle FFAA, anche attivandosi per la costituzione dei corpi civili di pace a livello europeo, così come previsto da trattato di Lisbona, sancendo così la pari dignità tra le due forme di difesa della Patria, previste dal nostro ordinamento.
- Collegare il servizio civile, nella finalità di educazione alla pace (attività prevista dalle “Linee guida per l’educazione alla pace nelle scuole” emanate dal Governo nel 2007) in modo non armato e nonviolento, al processo di costruzione della sicurezza comune e del concorso dell’Unione Europea alla pace nel mondo, anche incrementando la progettazione di pace nei luoghi di conflitto e lo scambio con giovani di altri Paesi.
- Aprire il servizio civile ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese.
- Fare della dimensione formativa ed educativa dei giovani, l’identità sostanziale a cui finalizzare le specifiche attività e il percorso di conoscenza delle funzioni delle Istituzioni pubbliche e delle organizzazioni sociali.
- Sviluppare il concorso al finanziamento del SCN da parte delle organizzazioni accreditate, valorizzando le esperienze già esistenti, salvaguardando la titolarità dell’assegno mensile per i giovani da parte dello Stato.
- Innovare la rete delle organizzazioni, di terzo settore e pubbliche, chiamate a promuovere le diverse attività, superando gli attuali squilibri di motivazione e investimento.
- Promuovere il riconoscimento dello status di giovane in SCN e la valorizzazione delle competenze, sociali e professionali, acquisite dai giovani durante il SCN.