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CNESC – Un’alleanza per il futuro del Servizio Civile Nazionale

 

Il Forum del Terzo Settore è tra i promotori dell’appello del Cnesc (Conferenza Nazionale degli Enti per il Servizio Civile) “Un’alleanza per il futuro del servizio civile”.


Lanciato al termine del convegno, tenutosi nel dicembre 2012 sul 40° anniversario della legge sull’obiezione di coscienza, l’appello, che si rivolge alle associazioni, forze politiche ed istituzioni ha l’obiettivo di rilanciare l’attenzione e l’impegno dei sottoscriventi su questa importante istituzione. Tra le proposte: rendere più aperto e flessibile il Servizio Civile, aprire ai cittadini stranieri, innovare il quadro legislativo e stabilizzare quello finanziario.

La crisi dell’istituto è ormai profonda: secondo stime effettuate dal CNESC,a dodici anni dalla sua creazione, dal 2011 i fondi hanno subito sostanziali riduzioni, ridimensionando il numero di giovani volontari coinvolti dal picco di 40.000 del 2006 a 20.000 del 2011 e 18.000 del 2012.

I promotori della campagna sono: Conferenza Nazionale Enti Servizio CivileMovimento NonviolentoForum Nazionale Servizio CivileForum Nazionale dei GiovaniSbilanciamociForum Terzo SettoreTavola della PaceMIR.

Le parole di Pietro Barbieri, neoportavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore: “La crisi della democrazia elettiva e partecipativa è inversamente proporzionale alla capacità della comunità di essere realmente educante. Il servizio civile rappresenta un pilastro di un rinnovato impegno nell’educazione dei giovani alla cittadinanza attiva e realmente partecipe.”

Di seguito il testo dell’appello; per maggiori informazioni visita il sito http://www.cnesc.it/alleanza/

APPELLO

Negli ultimi 40 anni l’Italia ha visto nascere e consolidarsi il servizio civile, prima rivolto agli obiettori di coscienza al servizio militare e, dal 2001, svolto dai giovani, uomini e donne del SCN, su base volontaria.

Circa un milione e trecentomila persone lo hanno realizzato, molte di più avrebbero voluto parteciparvi.
I cittadini residenti nel nostro Paese, soprattutto i più deboli, il patrimonio culturale e artistico, il protagonismo dei giovani ne hanno tratto giovamento.
Le difficoltà incontrate (un finanziamento pubblico incerto e calante, la diversità di visioni fra Stato e Regioni, le differenze rilevanti nell’investimento da parte degli enti) hanno ridotto l’efficacia dell’impatto, ma hanno anche permesso di capire le vie di uscita in positivo.
Promozione della pace in modo non armato e nonviolento, cittadinanza attiva, crescita del capitale sociale e umano della popolazione, a cominciare dai giovani, sono obiettivi comuni dell’Unione Europea e del nostro Paese.

Il servizio civile, istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa civile della Patria, all’educazione alla pace, e all’impegno civico dei giovani, attraverso concrete attività per le comunità, può essere uno degli strumenti principali in questa strategia se le Istituzioni nazionali e comunitarie decidono seriamente di farlo proprio, e può contribuire, in un momento di grandi difficoltà per il mondo giovanile, a concorrere al progresso materiale e spirituale della società, come prevede la Costituzione.

Perché questo possa accadere servono, a nostro avviso, alcune scelte che sottoponiamo alle forze politiche che partecipano alle elezioni politiche nazionali 2013.

  • Rendere il servizio civile accessibile a tutti coloro che chiedono di parteciparvi, realizzato in forme più flessibili dell’attuale, sia per durata che per organizzazione delle attività e la valorizzazione dei servizi civili regionali promossi in questo decennio.
  • Innovare la legislazione nazionale prevedendo la stabilizzazione dell’impegno finanziario statale e regionale, aprendosi a quello comunitario, fissando procedure di coinvolgimento delle istituzioni regionali e di terzo settore nella definizione della programmazione pluriennale.
  • Rendere effettiva la possibilità di “concorrere, in alternativa al servizio militare, alla difesa della Patria, con mezzi e attività non militari”, come previsto dalle legge istitutiva, definendo un parametro chiaro dell’impegno finanziario nel bilancio dello Stato per la difesa civile, attività specifica del SCN, rispetto a quello del finanziamento per la difesa militare, attività specifica delle FFAA, anche attivandosi per la costituzione dei corpi civili di pace a livello europeo, così come previsto da trattato di Lisbona, sancendo così la pari dignità tra le due forme di difesa della Patria, previste dal nostro ordinamento.
  • Collegare il servizio civile, nella finalità di educazione alla pace (attività prevista dalle “Linee guida per l’educazione alla pace nelle scuole” emanate dal Governo nel 2007) in modo non armato e nonviolento, al processo di costruzione della sicurezza comune e del concorso dell’Unione Europea alla pace nel mondo, anche incrementando la progettazione di pace nei luoghi di conflitto e lo scambio con giovani di altri Paesi.
  • Aprire il servizio civile ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese.
  • Fare della dimensione formativa ed educativa dei giovani, l’identità sostanziale a cui finalizzare le specifiche attività e il percorso di conoscenza delle funzioni delle Istituzioni pubbliche e delle organizzazioni sociali.
  • Sviluppare il concorso al finanziamento del SCN da parte delle organizzazioni accreditate, valorizzando le esperienze già esistenti, salvaguardando la titolarità dell’assegno mensile per i giovani da parte dello Stato.
  • Innovare la rete delle organizzazioni, di terzo settore e pubbliche, chiamate a promuovere le diverse attività, superando gli attuali squilibri di motivazione e investimento.
  • Promuovere il riconoscimento dello status di giovane in SCN e la valorizzazione delle competenze, sociali e professionali, acquisite dai giovani durante il SCN.

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