ACLI – UN VOTO RESPONSABILE PER CONTRIBUIRE AL CAMBIAMENTO
07 Febbraio 2013
Per le Acli occorre superare la sfiducia verso la politica attraverso la partecipazione al voto e la riscoperta di un protagonismo civico come risposta ai rischi di astensione e di derive populiste.
Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, sottolinea la necessità di «un voto responsabile che renda possibile una svolta riformatrice ed una futura alleanza di governo tra quelle forze che collocano il futuro del Paese in una chiara prospettiva europea».
«Anche in occasione della prossima tornata elettorale – sottolinea Bottalico – figura un buon numero di aclisti candidati nelle varie formazioni politiche a testimonianza del fatto che le Acli contribuiscono a formare nuove generazioni di cristiani impegnati in politica al servizio del Paese».
Le Acli, in un documento della presidenza nazionale, sottopongono all’attenzione delle forze politiche alcuni temi ritenuti decisivi per il futuro del Paese. «Innanzitutto – spiega Bottalico -occorre un’etica pubblica condivisa che restituisca alle istituzioni ed alle persone che le rappresentano, la necessaria credibilità. Quindi non è più rinviabile la riforma della legge elettorale, se si vuole aprire una fase successiva a quella della seconda repubblica, e si deve procedere alla riforma della macchina amministrativa dello stato e ad un riordino delle autonomie locali».
A giudizio delle Acli il lavoro dovrà costituire la priorità del nuovo governo. «Occorre discutere – afferma Bottalico – intorno ad un piano straordinario per il lavoro, che vede dalla stessa parte i soggetti dell’economia reale (lavoratori, imprese, famiglie e settore pubblico) nei confronti dello strapotere della finanza speculativa che va regolata a partire dal livello nazionale, in attesa che anche gli organismi internazionali si decidano ad adottare misure concrete. Anche in tempi di austerità il welfare non può essere considerato una spesa ma un investimento per la ripresa».
«In particolare – conclude Bottalico – le Acli considerano un chiaro sintomo di arretramento civile, culturale e sociale la tendenza all’estensione del lavoro domenicale e festivo. L’orizzonte in cui si colloca il ruolo della famiglia nella società poggia sul riconoscimento della dignità personale dell’uomo e della donna e del loro reciproco rapporto di comunione d’amore e di vita. È in questo quadro che per le Acli si pone l’attenzione a quei valori umani e cristiani imprescindibili per una società più giusta ed orientata al bene comune. La famiglia necessita di un sistema di servizi sociali volti innanzitutto a riconoscerne e valorizzarne il ruolo sociale di cura verso i suoi componenti minori, anziani, malati o disabili, a favorire la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro».