ANPAS – 2 giugno: Non rubateci la parola sobrietà
31 Maggio 2013Roma, 31 maggio 2013 – Il presidente dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze sulla parata militare del 2 giugno: «Il due giugno è la festa della Repubblica, degli italiani, delle persone che contribuiscono a costruire le condizioni per stare assieme. Sobrietà non è comprare sistemi d’arma sofisticati. Sobrietà sarebbe riconoscere alla società civile quello che fa con poche risorse, mobilitando la voglia di fare dei cittadini».
Il video comunicato, girato nel corso dell’allestimento della parata militare: http://youtu.be/rcJG18Hz8EE
NOTA STAMPA
2 giugno, Anpas: Non rubateci la parola sobrietà.
Parte da via dei fori imperiali, nel corso dell’allestimento della parata militare del prossimo 2 giugno, l’appello del presidente dell’Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze, Fausto Casini: «Il due giugno è la festa della Repubblica, degli italiani, delle persone che contribuiscono a costruire le condizioni per stare assieme. Il Presidente della Repubblica ha deciso di non incontrare come era tradizione i rappresentanti della società civile. Uno Stato che dichiara di svolgere in sobrietà i festeggiamenti per poi spendere soldi nella parata militare e che non riesce a trovare un momento per ascoltare le persone che in sussidiarietà lo aiutano a costruire il futuro, ed è un vero peccato».
Anpas ha sottoscritto che la Rete Italiana per il Disarmo, laConferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, il Forum Nazionale per il Servizio Civile, il Tavolo Interventi Civili di Pace e la Campagna Sbilanciamoci, hanno scritto alla Presidenza della Repubblica per chiedere che il 2 giugno sia patrimonio di tutti i cittadini italiani ed evitarne la celebrazione con la parata militare.
L’impegno di Anpas e delle associazioni ed organizzazioni che hanno inviato la lettera al Presidente Napolitano è quello di rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le diverse realtà sono presenti. Con l’intendo di celebrare nelle sedi degli organismi e richiamandone le attività quotidiane l’Italia che “ripudia la guerra” aprendo le porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione. “Cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità”.
«Oggi non abbiamo giovani per il servizio civile, ma questo è uno stato che crede sia meglio investire su sistemi d’arma che investire nella difesa dei cittadini in attività di prevenzione e di aiuto alle persone che sono a rischio di esclusione sociale», prosegue Fausto Casini. «Non rubateci la parola sobrietà. Sobrietà non è comprare sistemi d’arma sofisticati. Sobrietà sarebbe riconoscere alla società civile quello che fa con poche risorse, mobilitando la voglia di fare dei cittadini».
Il video comunicato http://youtu.be/rcJG18Hz8EE
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Andrea Cardoni
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