ADICONSUM – IVA 22%. Uno studio calcola l’aumento di spesa
07 Giugno 2013Nonostante l’impegno del Ministro dell’Economia, Saccomanni, di evitare l’aumento dell’Iva al 22% dal prossimo 1° luglio come da decisione del passato Governo, la probabilità che l’aumento ci sia è reale.
Sebbene, gli effetti del nuovo incremento siano difficili da stimare, Adiconsum – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale – ha calcolato il maggior costo sopportato dalla famiglia media, considerando sia la variabile territoriale che reddituale.
La nostra elaborazione sulla spesa media annuale delle famiglie italiane con l’Iva al 22% secondo la variabile territoriale– prosegue Giordano – ha evidenziato un aggravio pari a 96,65 euro. Considerando che l’incremento sarà in vigore dal II semestre del 2013, la maggiore spesa media in Italia sarà di 48,32 euro.
A livello territoriale la spesa sarà così ripartita:
|
> spesa annuale per Iva 22% |
Nord-ovest |
116,84 euro |
Nord-est |
113,72 euro |
Centro |
95,12 euro |
Sud |
75,82 euro |
Isole |
57,69 euro |
La nostra elaborazione svolta tenendo conto della categoria professionale, quindi su base reddituale – continuaGiordano – ha evidenziato un aumento di spesa annuale a seguito dell’aumento dell’Iva, che va da 141,26 a 76,53 euro. Considerando che l’incremento sarà in vigore dal II semestre 2013, la maggiore spesa a seconda delle varie categorie professionali sarà compresa tra 70.63 e 33,97 euro.
A livello reddituale:
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Imprenditore/ |
Lavoratore in proprio |
Dirigente/ |
Operaio |
Pensionato |
Altro |
Iva 22% |
141,26 euro |
115,53 euro |
127,91 euro |
102,27 euro |
76,53 euro |
67,94 euro |
L’aumento dell’IVA, se confermato – continua Giordano – porterebbe comunque un aggravio per le famiglie, in un momento in cui al contrario è necessario riportare a livelli accettabili il loro potere d’acquisto, per rilanciare i consumi e quindi la produzione e a seguire l’occupazione. Ormai è provato che l’aumento di tassazione comporta un decremento del gettito dovuto alla contrazione dei consumi.
Considerando poi che l’IVA è la tassa più evasa – conclude Giordano – si può ipotizzare con la quasi assoluta certezza che l’aumento dell’IVA al 22% non solo sarà inutile, ma anche dannoso per il Paese. Sarebbe più opportuno ripristinare un’aliquota maggiorata, rispetto a quella ordinaria, sui beni di lusso al 25%.
Ecco l’elenco dei prodotti interessati dall’aumento dell’Iva al 22%:
– alcuni prodotti alimentari, tra cui vino, birra, bibite
– tabacco e sigarette
– cd musicali e dvd (i libri hanno aliquota agevolata), e-books, cinema, teatro, concerti e spettacoli in genere
– prodotti per la casa e per l’igiene personale
– abbigliamento e tessili in generale, calzature, valigeria, orologeria e gioielleria, elettrodomestici, hi-fi e computers, telefonia, casalinghi, giocattoli, materiali edili (i servizi edili hanno aliquota agevolata)
– veicoli (auto, moto, ciclomotori e biciclette, natanti), carburanti, assicurazioni
– energia elettrica, telecomunicazioni, gas (GPL, metano da riscaldamento, mentre la quota stimata per cottura ha aliquota agevolata), trasporti (tutti)
– servizi dei liberi professionisti (esclusi medici e prestazioni diagnostiche che godono di aliquota agevolata), servizi di artigiani come riparazione e manutenzione della casa, dell’auto ecc., servizi di parrucchiere, barbiere, istituti di bellezza, palestre.