Riforma del Terzo Settore: il contributo di CSVnet
17 Giugno 2014Gestione autonoma dei CSV da parte delle associazioni; CSV come sistema unico nazionale articolato territorialmente; apertura alle potenzialità dei CSV e programmazione di lungo periodo: ecco la proposta di CSVnet sulle Linee guida del Governo per una Riforma del Terzo Settore.
Dopo la consultazione on line che, dal 20 al 28 maggio, ha coinvolto i 76 Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) soci e decine di incontri e dibattiti che i CSV hanno animato per un confronto aperto e partecipato con le associazioni del territorio, lo scorso venerdì 13 giugno CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, ha inviato al Governo il suo contributo al percorso di riforma della normativa sul Terzo Settore.
Il documento tocca tutti i nodi delle Linee guida ma focalizza l’attenzione soprattutto sull’aggiornamento della Legge quadro sul volontariato 266/91 e sull’aspetto che riguarda la “promozione e la riorganizzazione del sistema dei CSV”. Proprio l’approccio ai CSV come “sistema” è stato salutato come una delle novità più significative delle Linee guida.
In effetti di “sistema” si tratta, avendo i CSV acquisito connotazioni da vera e propria infrastruttura sociale del Paese: una base sociale di 8.770 organizzazioni, 900 volontari attivi negli organi sociali dei CSV, 560 unità di lavoro a tempo pieno, con un profilo professionale di qualità straordinariamente omogeneo e che non fa differenze, una volta tanto, fra le diverse aree territoriali del nostro Paese. I CSV sono poi espressione di un processo inclusivo, capace di connettere la galassia del volontariato organizzato ma anche interagire con le forme più spontanee ed innovative di volontariato che tendono a non inquadrarsi nell’associazionismo tradizionale.
Ecco il commento del presidente di CSVnet, Stefano Tabò: “Sappiamo che le osservazioni che abbiamo presentato al Governo impegnano innanzi tutto il sistema dei CSV ad un dinamico cambiamento: siamo pronti e le Linee guida non ci colgono impreparati. Come espresso nel nostro documento – continua Tabò – CSVnet si augura che le intenzioni formulate nelle Linee guida per una Riforma del Terzo Settore si concretizzino in una autonomia gestionale dei CSV da parte delle organizzazioni di volontariato, nella convinta promozione di CSV concepiti quale “sistema” e quindi infrastruttura nazionale radicata e articolata territorialmente, stabilizzandone la presenza, valorizzandone le competenze, perseguendone le potenzialità, favorendone l’evoluzione gestionale e progettuale in una logica sinergica e integrata. Solo in questo modo si potrà dare vita ad una programmazione di lungo respiro, in grado di accompagnare processi di trasformazione e – come si legge nel testo delle Linee guida – realizzare il cambiamento economico, sociale, culturale istituzionale di cui il Paese ha bisogno“.
I CSV mettono dunque a disposizione la loro esperienza e la loro competenza in questa delicata fase di studio e di revisione normativa ma anche, e non di meno, si propongono come strumento di promozione e di supporto a favore del volontariato nella fase successiva.
Due esempi.
Uno dei temi centrali della proposta di CSVnet riguarda la formazione alla cittadinanza e al volontariato nelle scuole. Sulla base dell’ampia esperienza realizzata dai CSV in 15 anni di attività (sono nel 2012 sono state realizzate 5.747 attività che hanno coinvolto 140.800 studenti, 4.643 docenti in 2.364 diversi istituti), la proposta è quella di realizzare programmi scolastici permanenti per l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva, anche attraverso attività facoltative e stage nelle associazioni riconosciuti con i crediti scolastici.
Un capitolo importante riguarda poi la revisione del sistema degli albi regionali del volontariato e l’istituzione di un registro nazionale: su questo CSVnet propone la definizione di forme di accreditamento per i CSV, che potrebbero gestire le istruttorie legate alle iscrizioni (modifiche, mantenimento dei requisiti e cancellazioni). Inoltre, la riforma e la tenuta dei registri potrebbe trovare nelle banche dati dei CSV uno strumento prezioso, in grado di garantire una conoscenza diretta immediata, durevole delle diverse espressioni del volontariato nei singoli territori.