“Il lavoro non è finito”. L’Incontro di studi delle Acli
18 Settembre 2014Si svolgerà ancora a Cortona, dal 18 al 20 settembre 2014, l’annuale Incontro nazionale di studi dal titolo “Il lavoro non è finito. Un’economia per un lavoro buono e giusto”.
Le Acli scelgono quest’anno di affrontare il lavoro, ovvero una questione centrale per la nostra società. Il lavoro è l’humus della nostra coesione, cementa la nostra alleanza di cittadini.
Ma vi è il rischio che, in un mondo dove l’economia finanziaria è sempre più invasiva, il lavoro diventi un mero oggetto per fare profitto.
I drammi delle persone non mancano: partecipiamo alla sofferenza degli working poor che hanno occupazioni senza disporre di redditi sufficienti alla sopravvivenza, incontriamo il disorientamento dei giovani senza lavoro o con contratti precari, osserviamo la fatica di genitori che non riescono a equilibrare i tempi di vita.
Per imprimere un cambiamento occorre ricominciare dal lavoro, a partire dal senso del lavoro per l’uomo e per la comunità.
Si tratta di comprendere e di riconoscere le condizioni presenti e future del nostro convivere, perché, come recita il dettato costituzionale all’art. 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Il lavoro contribuisce a disegnare un progetto di vita e di Paese.
Per promuovere un vero senso del lavoro è necessario percorrere tre direzioni:
- stabilire un rapporto sano con il tempo, come ci insegna la dottrina sociale della Chiesa la festa è il luogo nel quale si scopre il senso del proprio lavoro;
- ricostruire una socialità che recuperi il valore delle relazioni, perché l’azienda sia una comunità di persone, in stretto legame con la comunità locale, con le realtà pubbliche e la società civile e con l’ambiente naturale in cui vive;
- infine fondare una res pubblica, perché occorre un’etica del lavoro orientata al bene comune: lavorare è sensato quando ci si interroga sulle conseguenze dei risultati di ciò che si produce, per conciliare sviluppo economico con l’innovazione, con la crescita sociale e la compatibilità ambientale.
Programma delle tre giornate dell’Incontro