Nella “terra di mezzo” fra terrore globale e paure quotidiane. Il Rapporto Unipolis su sicurezza e insicurezza in Europa
26 Febbraio 2015Fonte: Redattore Sociale
Disoccupazione e tenuta dell’economia in testa ai timori dei cittadini, secondo l’ottavo rapporto Demos-Osservatorio di Pavia per la Fondazione Unipolis. Cresce la percezione degli immigrati come pericolo (per 1 italiano su 3), ma cala sensibilmente l’indice di insicurezza assoluta
24 febbraio 2015
ROMA – Altro che Isis e minaccia di attentati terroristici: se c’è una cosa che non fa dormire gli italiani (e anche alcuni europei) è la disoccupazione. È quanto emerge dal evidenzia l’ottavo rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa realizzato da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis intitolato “Nella terra di mezzo fra terrore globale e paure quotidiane”. L’indagine è stata svolta all’inizio del 2015 e ha coinvolto oltre all’Italia altri cinque paesi europei: Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e da quest’anno anche la Polonia. E in tutti i paesi, quasi una persona su due mette in cima alla lista delle priorità per il proprio paese un tema di natura economica. “E’ il tema della mancanza di lavoro a determinare il primato delle questioni economiche – spiega il rapporto -: nello specifico, la disoccupazione è messa al primo posto, nell’ideale agenda di governo suggerita dai cittadini, dal 44 per cento degli italiani”.
Italiani preoccupati dall’instabilità politica. Nel nostro paese, invece, tra le preoccupazioni dei cittadini al secondo posto (sempre dopo la disoccupazione) c’èl’instabilità politica, che nella “graduatoria delle paure” in Italia è al primo posto. Attenuata con l’entrata in scena di Matteo Renzi, la percezione di un quadro politico cronicamente precario spaventa ancora gli italiani, preoccupati anche per il futuro dei propri figli o dai danni causati ambiente. Ma è la crisi ad preoccupare maggiormente. “Non c’è per ora alcuna traccia di ripresa economica – spiega il report -. Il numero di famiglie toccate dalla crisi, dal punto di vista del lavoro, è grosso modo sugli stessi (elevati) livelli rilevati nel 2014: il 43 per cento degli interpellati ha, tra i propri familiari, almeno una persona che ha cercato lavoro senza trovarlo; il 24 per cento qualcuno che, nell’ultimo anno, è stato messo in cassa integrazione, in mobilità, cui è stato ridotto l’orario di lavoro; il 28 per cento ha, in famiglia, almeno una persona che ha perso il lavoro”.
Cresce la percezione degli immigrati come pericolo. Crisi economica che, in qualche modo, influisce anche sulla percezione degli immigrati da parte degli italiani. Negli ultimi tempi, infatti, secondo il rapporto non solo è aumentata la percezione degli immigrati come un “pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone” (lo pensano più di un italiano su tre), ma è cresciuta anche la percezione dell’immigrato come minaccia per l’occupazione (dal 33 al 35 per cento degli intervistati), mentre si contrae in misura più significativa quella dell’immigrato come “risorsa per la nostra economia” (dal 44 al 39 per cento). “La mancanza di lavoro ha spinto i cittadini a prestare maggiore attenzione alla questione occupazionale – spiega il rapporto -, riaccendendo la concorrenza con gli immigrati”. Tuttavia, secondo i ricercatori, la causa dell’aumento delle paure degli italiani verso gli immigrati non sono da imputare all’informazione televisiva. Secondo il rapporto, infatti, “non esiste una correlazione tra il numero delle notizie e l’aumento della paura verso gli immigrati, detto in altri termini una elevata esposizione del fenomeno non corrisponde a un incremento dell’insicurezza”.
Diminuisce l’insicurezza generale. Tirando le somme sui dati presentati dal rapporto, però, il quadro che ne emerge fa ben sperare. Le paure degli italiani sembrano essere in leggera attenuazione rispetto al precedente rapporto. L’indice di insicurezza globale (che somma gli indicatori relativi a questioni che superano i confini nazionali)calcolato dai ricercatori scende dal 78 al 76 per cento. Mentre l’indice di insicurezza economica si contrae in misura ancora più significativa, abbassandosi dal 73 al 67 per cento. Infine l’indice di insicurezza assoluta, che somma le tre principali facce dell’insicurezza (globale, economica o legata alla criminalità): anch’esso si contrae leggermente: dopo il picco toccato nel 2012 (41 per cento), il numero di persone insicure su tutte le dimensioni prese in esame scende a poco più di un terzo (34 per cento).(ga)