Presentato il 9° rapporto Isnet sulle imprese sociali
09 Luglio 2015L’impresa sociale tiene sui mercati e conserva l’occupazione . Vanno inseriti strumenti di controllo e indicatori di impatto per dare conto del valore sociale.
L’edizione 2015 dell’Osservatorio Isnet conferma la natura imprenditoriale delle imprese sociali, capaci di stare sui mercati anche in tempi di crisi economica e contrazione delle risorse. La buona tenuta della dinamica occupazionale, spesso a discapito del risultato economico, conferma il valore sociale di queste imprese.
Il monitoraggio degli indicatori di impatto evidenzia che vanno inseriti strumenti di controllo sui livelli di coinvolgimento di soci, lavoratori e comunità locali e il valore sociale prodotto
“Per questa particolare tipologia di imprese essere competitivi dovrebbe significare anche dare più evidenza al proprio impatto sociale – ha affermato Laura Bongiovanni Presidente dell’Associazione Isnet e Responsabile dell’Osservatorio – senza accontentarsi di dichiarare il numero di persone svantaggiate impiegate o di persone assistite. Le imprese sociali fanno molto a sostegno delle comunità, occorre darne maggiore evidenza attraverso strumenti di controllo dei risultati sociali. Non basta fare il bene , bisogna dire come si fa e darne evidenza. Anche l’ambiente economico di riferimento dovrebbe essere più esigente”.
Il Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali on. Luigi Bobba, ha espresso grande apprezzamento per il lavoro realizzato da Isnet, invitando la Presidente Laura Bongiovanni ad estendere nella prossima edizione l’indagine anche a quel bacino potenziale di imprese sociali costituito dal mondo associativo produttore di beni e servizi di utilità sociale . “Infatti – ha aggiunto il Sottosegretario Bobba – uno degli obiettivi della riforma e attrarre i soggetti non profit (come appunto le associazioni ndr) ad assumere la forma giuridica di impresa sociale”.
Alla presentazione sono intervenuti l’On. Edoardo Patriarca, Parlamentare e Presidente del CNV, Giuseppe Guerini Portavoce dell’Alleanza Cooperative, Anna Fasano Vice Presidente di Banca Etica e Silvia Zerbini Coordinatrice progetti accoglienza della Cooperativa Ruah.
DATI PRINCIPALI
Come va l’impresa sociale?
Rispetto all’ottava edizione, aumentano di oltre 5 punti percentuali le organizzazioni in crescita e quasi la metà del campione dichiara un andamento stabile anche per tutto il 2015. Anche i dati di sentiment occupazionale sono positivi con previsione di incrementi e una buona tenuta dell’occupazione (57,2% la dichiara stabile).
La porzione di campione di imprese sociali ex Lege mostra una buona capacità di tenuta sui mercati con un 62,0% di imprese con andamento economico stabile o in crescita.
Tra le imprese sociali sono quelle a base mutualistica (cooperative e cooperative sociali) che presentano la miglior performance con dati allineati a quelli del campione di cooperative sociali.
In entrambe le porzioni di campione, una organizzazione su 3 prevede di realizzare investimenti nei prossimi 12 mesi.
Le imprese sociali che si sentono più competitive sono davvero quelle con più capacità di innovazione e migliore performance economica? Utilizzano indicatori per misurare e dare evidenza del valore aggiunto sociale e della capacità di coinvolgere soci e cittadini?
Le imprese sociali che si sentono molto competitive (14,4% del campione di cooperative sociali) hanno effettivamente indicatori migliori delle restanti: più alta propensione all’innovazione e indici di dinamicità relazionale. Tuttavia, la percentuale di chi può documentare il proprio impatto sociale cambia poco. Le imprese sociali che vanno meglio e sono più competitive dovrebbero invece essere di riferimento alle altre anche sulla capacità di controllare e dare evidenza del proprio valore sociale
Le imprese sociali conoscono la Riforma del Terzo Settore? Quali sono i loro livelli di accordo e disaccordo?
Il 72% di imprese sociali e il 78,1% di cooperative sociali conosce la Riforma del Terzo Settore. Tra le imprese sociali sono le cooperative sociali, le associazioni e le fondazioni a registrare i livelli di conoscenza più alti con valori assimilabili a quelli del panel di cooperative sociali. Viceversa sono le imprese sociali Srl e le scuole le organizzazioni che mostrano minor attenzione al tema Riforma. Tra le valutazioni , gli aspetti a più elevata criticità. riguardano possibilità che le cariche all’interno di una impresa sociale siano svolte da imprese private e pubbliche amministrazioni e la possibilità di distribuire utili seppur entro certi limiti. L’attribuzione automatica della qualifica di impresa sociale raccoglie pareri negativi da parte delle cooperative sociali che hanno già la qualifica di impresa sociale, poiché ritengono sia discriminatorio rispetto ai processi che in primis hanno dovuto sostenere per ottenere il riconoscimento.
L’Osservatorio Isnet è l’unica rilevazione in grado di offrire serie storiche sui principali indicatori per l’impresa sociale – andamento, sentiment, reti tra imprese, propensione all’innovazione, misurazione dell’impatto sociale – articolati su nove annualità.
L’edizione 2015 ha realizzato un focus e raccolto informazioni relative a conoscenza e condivisione della Legge di Riforma del Terzo Settore, da parte delle imprese sociali destinatarie dei provvedimenti normativi
Il Panel Isnet è rappresentativo delle imprese sociali in Italia (cooperative sociali di tipo A e B, loro Consorzi e imprese sociali ex Lege).
L’Associazione Isnet dialoga con una rete di 1204 imprese sociali in tutta Italia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia sociale in Italia
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