Euricse – Presentato il Terzo Rapporto Italia
01 Ottobre 2015COMUNICATO STAMPA
Con un valore della produzione che ha superato i 108 miliardi l’economia cooperativa rappresenta l’8,5% del Pil italiano. In particolare, nel 2013 le 67.062 cooperative italiane hanno generato un valore della produzione pari a 90,7 miliardi di euro, mentre i consorzi 17,6 miliardi.
Negli anni della crisi, 2008-2013, la cooperazione ha messo a segno una crescita del 14%, pari, in valori assoluti, a circa 10 miliardi. Nello stesso periodo, i consorzi hanno registrato un aumento del valore della produzione del 16,9%, corrispondente a un incremento di 2,4 miliardi di euro.
Queste sono solo alcune rilevazioni contenute nel Terzo Rapporto Italia sulla Cooperazione, realizzato da Euricse e presentato oggi in conferenza stampa a Roma in collaborazione con Alleanza delle Cooperative Italiane. L’indagine restituisce una stima della rilevanza economica e occupazionale del sistema cooperativo nell’anno 2013 – l’ultimo per il quale si dispone di una base dati sufficientemente completa – e analizza la dinamica sperimentata dalle cooperative italiane nel corso degli anni 2011-2013 e negli anni della crisi (2008-2013), anche in rapporto ad altre forme di impresa.
“Il rapporto, pur interessando anni di profonda crisi, ci dà delle cifre assolutamente significative” – ha spiegatoRosario Altieri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, chiamato a presentare i dati più rilevanti insieme a Carlo Borzaga, docente dell’Università di Trento e presidente di Euricse, e Gianluca Salvatori, adEuricse. “Ancora più significativi – ha continuato Altieri – sono i dati che riguardano l’occupazione, soprattutto l’occupazione stabile”. Negli anni della crisi, si legge infatti nel Rapporto, le cooperative hanno continuato ad assumere creando nuovi posti di lavoro stabili. Il 68,1% delle posizioni attivate nel 2013 e il 61,4% di quelle attivate dai consorzi erano infatti di tipo dipendente a tempo indeterminato. Le percentuali salgono rispettivamente al 76,8% e al 72,2% se si considerano le posizioni attive nel mese di dicembre 2013. Dati dai quali “ciascuno può trarre delle valutazioni significative per confermare come ancora una volta nonostante la crisi, nonostante tutte le altre criticità evidenziate dal rapporto, il mondo della cooperazione è riuscito a darci una segnale di quanto sia forte il suo ruolo anticiclico e quanto sia significativo il suo apporto nei momenti di maggiore difficoltà della nostra economia”.
Sulla stessa linea Maurizio Gardini, copresidente dell’Alleanza, che – dati alla mano – ha sottolineato come “il carattere anticiclico dell’economia cooperativa non è una leggenda degli economisti”. Importanti secondo Gardini anche i dati che riguardano il contributo fiscale. Dall’analisi complessiva sulle diverse forme di impresa, calcolata in rapporto al valore della produzione, emerge infatti che nel 2013 la pressione fiscale è stata superiore per le cooperative rispetto alle società per azioni (7,7% per le prime contro il 6,8% per le seconde) soprattutto a seguito del maggior peso degli oneri sociali e delle imposte sui redditi da lavoro. “Vale la pena compiere uno sforzo profondo e chiedere che anche le istituzioni e la politica si impegnino per comprendere meglio questo Rapporto, fatto dal centro studi sulle cooperative oggi maggiormente accreditato, forse più all’estero che in Italia. Comprendere al meglio le potenzialità della cooperazione nell’economia italiana è il giusto modo per “valorizzare il movimento cooperativo e non farne un’anomalia da correggere, come invece pensano la BCE o le istituzioni comunitarie”. Per supportare questa “riabilitazione” del sistema cooperativo – ha concluso Gardini – “abbiamo bisogno di dare al movimento cooperativo italiano una forte compattezza e autorevolezza. Dobbiamo essere consapevoli che l’Alleanza è la risposta più alta a quella crisi della rappresentanza dei corpi intermedi che dalla imprese al sindacato oggi non trova arresto”.
Un intervento attento al ruolo dell’Alleanza anche quello di Mauro Lusetti, copresidente dell’Alleanza, che ha aggiunto una riflessione sullo scottante tema della “crisi della legalità” nell’ambito cooperativo, dichiarando che “sul tema della legalità credo che le risposte che abbiamo messo assieme come Alleanza siano di una fermezza e di una chiarezza assolutamente non discutibile: tolleranza zero. Abbiamo introdotto modalità e modi che ci consentono di affrontare con l’adeguata coerenza e fermezza tutto ciò che potrà anche succedere in futuro”. Ed ha concluso con uno sguardo più ampio verso il futuro e verso i nuovi orizzonti della cooperazione, trattati anche nel Rapporto: “C’è un dato della ricerca di Euricse che mi preme sottolineare che mette in evidenza questioni che riguardano il passato e poi apre una finestra sul futuro. Workers buyout, imprese di comunità, beni confiscati alla mafia: la sharing economy pesa sul Pil interno al 16-18%. Quale forma più efficiente per gestire un bene comune se non la cooperativa?”
Pier Paolo Baretta, sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è intervenuto sottolineando quanto sia importante per la politica italiana “riflettere sul ruolo della cooperazione in questo momento”, innanzitutto perché “siamo di fronte a una ripresa, i segnali li abbiamo tutti”. E guardare a un movimento cooperativo che si è dimostrato “in grado di arginare gli effetti peggiori della crisi, in alcuni casi anticipare la possibilità di ripresa, oltre che rivelarsi un buon contributore della finanza pubblica” significa guardare a tre elementi di solidità sui quali è opportuno non solo essere orgogliosi, ma costruire anche una base di riflessione nel rapporto con la politica. In dialogo con i rappresentanti delle centrali cooperative Baretta ha ammesso che questi tre fattori non sono sempre stati riconosciuti, “ed è vero che negli ultimi anni il movimento ha subito uno shakeraggio politico”, ma rintraccia nella “crisi della legalità” uno dei problemi. In questo senso sposa l’atteggiamento della tolleranza zero proposto dal co-presidente Lusetti come “linea fondamentale per abbattere anche gli elementi di strumentalità”. Un invito diretto, infine, da Baretta al mondo della cooperazione, affinché si faccia portatore attivo di riforme. Se i rappresentanti cooperativi si dicono “pronti e disponibili a farsi avanti e creare delle strutture di riforma normativa”, l’opinione del sottosegretario è che “questa sia la strada giusta”.
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