Intervento del Presidente Mattarella in occasione delle Giornata Internazionale del Volontariato
05 Dicembre 2015Sabato 5 dicembre alle ore 11.00 al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cerimonia sulla Giornata mondiale del volontariato (International Volunteer Day), istituita dalla Nazioni Unite nel 1985 allo scopo di promuovere, valorizzare e incoraggiare l’attività svolta dai volontari di tutto il mondo.
Anche Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore era presente insieme a circa 350 persone in rappresentanza di tutto il mondo del volontariato italiano.
Fonte: http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=195
Quirinale, 05/12/2015
Un cordiale saluto a voi tutti, care volontarie e cari volontari.
Siete in tanti e siete benvenuti al Quirinale.
Desidero subito ricordare, qui insieme a voi, la figura di Rita Fossaceca, la dottoressa volontaria uccisa in Kenya, dove si occupava di un orfanotrofio.
Il suo sacrificio è l’ultimo di una lunga serie che ha riguardato volontari e cooperanti italiani nel mondo.
Insieme a Rita Fossaceca – per la quale vi chiedo di osservare un minuto di silenzio – ricordiamo tutti i volontari e i caduti nell’adempimento della loro missione di solidarietà.
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Cosa ha spinto Rita Fossaceca a un impegno così forte e coraggioso in una terra lontana?
Cosa spinge tutti i volontari a spendere parte importante del proprio tempo nel servizio alle persone più bisognose, correndo, alle volte, pericoli anche gravi ?
Ciascuno di voi conosce bene la risposta.
Abbiamo ascoltato poc’anzi sei testimonianze, le abbiamo ascoltate bene grazie a Geppi Cucciari, che ringrazio molto e che è qui in vero spirito di volontariato. Sei testimonianze davvero molto significative di impegno e di dedizione, che certo non esauriscono ma esprimono bene tutta la ricchezza e la vivacità del volontariato.
Se vogliamo trovare un denominatore comune a questa disponibilità, a questa grande varietà di esperienze, individuali o di gruppo, che vanno sotto il nome di volontariato, se vogliamo trovarne una radice comune, dobbiamo ricorrere ad alcune parole-chiave.
Solidarietà, gratuità, generosità, impegno. Valori senza confini, validi qui, nel nostro Paese, nella comune dimensione europea, in ogni parte del mondo.
In un contesto come quello che viviamo, spesso caratterizzato dalla paura, dagli egoismi personali e di gruppo, da una logica del profitto talvolta spinta oltre il limite, queste parole possono sembrare a qualcuno illusorie, se non di maniera.
Gli oltre sei milioni e mezzo di volontari italiani – che voi qui rappresentate – stanno a dimostrare che non è così.
E in questo periodo in cui la paura aumenta, in cui cresce la tentazione di chiudersi nei propri steccati; in cui, nonostante segni positivi di ripresa, la crisi economica degli anni appena trascorsi fa ancora sentire i suoi pesanti effetti, specialmente tra le categorie più svantaggiate, è necessario rafforzare la solidarietà e la coesione di cui voi tutti siete testimoni e portatori.
La vostra passione, la vostra opera costituiscono elemento fondamentale per il bene della nostra società.
Lo Stato, infatti, da solo non basta. Le istituzioni pubbliche hanno fatto molto – e devono continuare a svolgere sempre più la propria parte – per garantire a tutti i cittadini livelli dignitosi di assistenza, di sicurezza, di qualità della vita.
Sappiamo che molte volte i volontari, specialmente in stagioni difficili, si sono trovati a surrogare carenze pubbliche.
E’ stata, certamente, un’azione preziosa, che ha alleviato sofferenze, che ha donato speranza. Ma non è questo, in uno Stato moderno e ben ordinato, la funzione precipua del volontariato, che ha compiti propri, necessari nella nostra convivenza.
Vi sono, infatti, attività che uno Stato, per quanto ben organizzato, non riesce a fare e, in realtà, non deve svolgere.
La società civile ha spazi, espressamente previsti dalla nostra Costituzione, che non devono essere compressi né invasi dallo Stato.
Un sorriso, un’ora di compagnia, una parola amica non si possono vendere né comprare! Eppure contribuiscono, in grande misura, a migliorare la qualità della vita e a aumentare la coesione sociale.
Il volontariato è una grande risorsa per il nostro Paese. Una ricchezza che non si può calcolare soltanto in termini economici.
In tanti momenti e ambiti della vita delle nostre società, sembra affermarsi l’individualismo e, con esso, la cultura di ciò che torna utile. Non si pensa a sufficienza a quanto siano utili i beni comuni, quelli che innervano la società e consentono a ciascuno di vivere meglio la propria esistenza insieme agli altri. Sono la rete del comune destino dell’uomo. Senza di essi, senza l’altruismo non esisterebbe la civiltà contemporanea. L’altruismo, il volontariato – che ne è espressione – non si collocano in opposizione all’utilità ma, piuttosto, ne coltivano una diversa concezione: quella che pone la persona al centro delle relazioni e degli interessi.
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Care volontarie,
cari volontari,
Fate parte dell’Italia migliore.
Siete un esempio per tutti gli italiani e potete esserne fieri.
Mi permetto di dirvi di continuare, di andare avanti, anche quando le difficoltà sembrano grandi, talvolta insormontabili. Anche quando ci si può sentire sfiduciati perché le cose non vanno come si vorrebbe.
E’ fondamentale che il vostro messaggio arrivi a un numero sempre più largo di giovani, ai quali poter passare idealmente il testimone di un patrimonio di solidarietà e umanità di grande valore. Il volontariato per un giovane è occasione di crescita personale e civile. Anche lo Stato deve saper cogliere meglio questa ricchezza attraverso il Servizio civile.
Vorrei anche dirvi, sommessamente, di non rinunciare a pensare in grande. Costruire una società più equa e solidale è possibile. E’ un obiettivo che si può raggiungere compiutamente con buona politica e buona amministrazione.
Da parte delle istituzioni, del mondo politico occorre che venga ascoltata la vostra voce, che venga prestata attenzione ai vostri suggerimenti, in linea con la necessaria apertura alla società civile.
Da parte vostra – mi permetto di dire – va evitato un rischio: quello di vivere il vostro impegno così prezioso all’interno di una dimensione circoscritta e appartata. Costituite una grande forza, che deve essere osmotica, dialogante. Non rifuggite dall’impegno politico e civile. La vostra energia positiva, partendo dalla società, deve potersi trasmettere a tutto il Paese.
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I problemi che abbiamo di fronte sono gravi e numerosi e il vostro contributo è necessario.
La povertà assoluta colpisce in Italia 4 milioni di persone: si tratta di famiglie con bambini, anziani e ammalati, di giovani senza lavoro. Va debellata perché non è degna di un Paese civile.
I flussi migratori, dovuti alle guerre, alle persecuzioni, alle privazioni nei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa, ci richiedono, senza rinunciare alla sicurezza, un di più di accoglienza e di disponibilità.
Vi è molto da lavorare sul piano dell’integrazione. L’accoglienza è solo il primo passo. Le diverse comunità etniche e religiose che si insediano nel nostro territorio vanno accompagnate, con comprensione e rispetto, verso il loro pieno inserimento nella società. Ma per farlo veramente devono conoscere la nostra cultura, le nostre leggi, la nostra lingua. Investire in questo delicato e importante settore significa evitare grandi difficoltà in futuro.
Vi sono periferie, urbane ed esistenziali, da risanare. La solitudine colpisce di più quando i legami sociali sono deboli. Una persona sola e disperata è più a rischio di fronte a una predicazione di violenza.
Il territorio italiano, così ricco di bellezze naturali e di opere d’arte, è estremamente fragile. Tutelare l’ambiente è fondamentale per assicurare anche ai nostri figli una elevata qualità della vita. Cosi come è fondamentale far conoscere, apprezzare, ed amare la cultura e l’arte ai nostri concittadini.
Il campo che avete di fronte è sconfinato e le sfide sono sempre più impegnative. Ma sono certo che non vi tirerete indietro.
Care volontarie,
cari volontari,
un Paese impaurito, un Paese dove si costruiscono muri, un Paese dove si allentano i legami sociali è un Paese più debole, destinato ad incontrare gravi difficoltà nel mondo globalizzato.
Un Paese unito, un Paese solidale, un Paese dove i cittadini avvertono il senso della responsabilità sociale è un Paese più forte, in grado di affrontare le sfide del nostro tempo, così complesse e impegnative.
La giornata mondiale del volontariato, che celebriamo qui, oggi, tutti insieme, è l’occasione per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul valore dell’impegno e della gratuità, che rendono più umane e più vivibili le nostre città, le nostre contrade e quelle di tutto il mondo. Ne risultano rafforzati l’identità nazionale e i valori di democrazia, libertà e uguaglianza sanciti dalla Carta costituzionale. Ne risulta rafforzato quel tessuto di solidarietà che contribuisce a garantire la pace.
Voglio, quindi, esprimere, nei vostri confronti, a nome dei nostri concittadini, riconoscenza e incoraggiamento. La vostra attività e il vostro impegno concorrono largamente alla costruzione di un presente e di un futuro migliori per il nostro Paese.