Fertility day: giusto informare, ma prima agire per dare prospettive ai giovani e lanciare politiche di sostegno alle famiglie
01 Settembre 2016Comunicato Stampa
1 settembre 2016
Dilaga, in questi giorni, la polemica sul fertility day, iniziativa promossa dal Ministero della Salute per informare le donne sui problemi legati alla fertilità.
Un’iniziativa, per i suoi scopi e per i suoi intenti, senza dubbio valida, ma che non tiene conto di una realtà colma di difficoltà e incertezze.
Appena ieri è uscita la notizia relativa alla disoccupazione giovanile, tornata a crescere di due punti percentuali, attestandosi al 39,2%.
A tale indicatore, che testimonia la mancanza di prospettive e di reddito per i giovani, si aggiunge un altro importante dato: secondo il consueto studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, mantenere un bambino nel primo anno di vita nel 2016 costa da 6.945,40 a 14.905 euro, il 3% in più rispetto al 2015. Una voce che non conosce crisi.
Ricordiamo che la Federconsumatori, attraverso l’Osservatorio sulle Famiglie, è vicina ai cittadini e monitora tutto ciò che riguarda i diritti nell’ambito familiare. Riteniamo pertanto importante sottolineare che, di fronte alla grave crisi del mercato occupazionale, all’onerosità economica del mantenimento di un figlio, oltre che a tutte le difficoltà legate alla maternità – periodo spesso caratterizzato da discriminazioni, ostacoli e penalizzazioni sul fronte lavorativo – questa campagna appare carente. Avrebbe dovuto essere preceduta da una seria politica di sostegno alle famiglie, ivi compresi percorsi di informazione sull’iter per le adozioni.
Parlare di famiglia, in modo del tutto astratto, quando spesso non vi è la stabilità né le condizioni per costruirne una, non fa altro che aumentare la frustrazione delle coppie.
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