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Terzo settore e P.A.: partito il corso del Forum alla Sapienza

“Il Terzo settore e la Pubblica Amministrazione: attori nella costruzione dei luoghi e delle azioni necessari per la determinazione delle politiche di sviluppo e benessere”: questo il titolo del percorso formativo che il Forum Nazionale del Terzo Settore sta realizzando in queste settimane per i laureandi in Scienze Politiche dell’università La Sapienza di Roma.

Cinque incontri, di due ore ciascuno (che consentono l’acquisizione di 3 crediti formativi universitari), per fornire agli studenti strumenti utili per attività di co-programmazione e co-progettazione fra pubblico e privato sociale.

Dopo il primo appuntamento, che si è svolto il 6 novembre con Mauro Giannelli, responsabile della formazione del Forum, l’11 novembre è intervenuto il direttore Maurizio Mumolo, insieme al portavoce del Forum Terzo Settore Sicilia Giuseppe di Natale, con una lezione su “Terzo settore: i protagonisti, gli stakeholder”.

Il 28 novembre, invece, ad indossare le vesti di docente sarà la portavoce del Forum Nazionale Claudia Fiaschi, che parlerà delle “politiche di co-programmazione e il  sistema delle relazioni fra Terzo settore e Pubblica Amministrazione”. Gli ultimi due appuntamenti si terranno il 4 e il 13 dicembre con Patrizia Bertoni, esperta del Forum nella costruzione delle reti politico-organizzative e Marco Serra (visual thinking).

L’iter formativo proposto a “La Sapienza” dal Forum, se pur breve, nasce come proposta di conoscenza ed esperienza per definire processi e modalità che possano contribuire alla costruzione di risposte adeguate alle richieste e alle aspettative che provengono anche da numerosi  testi di legge.  Ad esempio il Codice del Terzo settore, che all’articolo 2 recita: “È riconosciuto il valore e la funzione sociale degli enti del Terzo settore, dell’associazionismo, dell’attività di volontariato e della cultura e pratica del dono quali espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne è promosso lo sviluppo salvaguardandone la spontaneità ed autonomia, e ne è favorito l’apporto originale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, anche mediante forme di collaborazione con lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli enti locali”.

E ancora la Legge 382 del 2000, che all’articolo 1 comma 5 dice: “Alla gestione ed all’offerta dei servizi provvedono soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni, enti di patronato e altri soggetti privati. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali ha tra gli scopi anche la promozione della solidarietà sociale, con la valorizzazione delle iniziative delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto e di reciprocità e della solidarietà organizzata”. All’articolo 3 comma 1 sirafforza quanto già affermato: “Per la realizzazione degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, è adottato il metodo della programmazione degli interventi e delle risorse, dell’operatività per progetti, della verifica sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché della valutazione di impatto di genere”.

Non si possono poi dimenticare gli articoli 117 e 118 della Costituzione, dove il principio di sussidiarietà, che sta alla base del concetto di co-programmazione e co-progettazione, è declinato in maniera puntuale e quindi introdotto come modalità “ordinaria” da utilizzare per la determinazione e la realizzazione delle politiche a favore del benessere dei cittadini e delle loro comunità di riferimento.

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