#Monitoraggio povertà #Normativa

Monitoraggio settimanale sul contrasto alla povertà

A cura del Forum Nazionale Terzo Settore – Ufficio Studi e Documentazione

18/12/2017

 

CAMERA

Assemblea

  • Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (C. 4768 Governo, approvato dal Senato) e relativa nota di variazioni (C. 4768/I Governo, approvato dal Senato) (il 30/11 è stata approvato il DDl S 2960 Bilancio dello Stato 2018-20). La norma prevede anche il finanziamento di diversi fondi di interesse: si cita in particolare l’incremento al fondo di contrasto alla povertà, che viene aumentato di 300 mln€ x il 2018, 700 mln€  per il 2019, 900 mln€  per ciascuno degli anni 2020 e 2021. Inoltre è stato approvato – come anche richiesto dalla Alleanza – l’innalzamento, dal 2020, dal 15 al 20% della quota parte del Fondo di contrasto alla povertà da destinare ai servizi.

 

Basilicata

Tancredi e Giordano (Ugl) su rischio povertà

14 dicembre 2017 – “Aumenta la disuguaglianza economica, un italiano su tre, è a rischio povertà o esclusione sociale. È l’ennesimo scenario allarmante quello fotografato dall’Istat in un paese ancora in ginocchio a causa della crisi economica. L’anno 2017 in riferito al 2016, evidenzia come la condizione è peggiorata: la percentuale…

Calabria

Codacons, in Calabria più poveri minori

10 dicembre 2017  – “La Calabria si conferma la regione con il più alto tasso di povertà minorile. Un primato davvero non invidiabile. Quasi un bambino su due (il 47 %) vive sotto la soglia della povertà relativa e, soprattutto per questo motivo, rimane preoccupante il rischio di dispersione scolastica”…

Campania

Dove mangiare, dormire, lavarsi a Napoli e Campania 2018… 

12 dicembre 2017 – E’ stata presentata a Napoli l’edizione 2018 della guida Dove mangiare, dormire, lavarsi in Campania, un vademecum gratuito che da 11 anni aiuta i poveri e gli operatori…Nel 2017 in Campania sono morte 19 persone senza dimora, di cui 6 per il freddo nel solo mese di gennaio, cosa mai accaduta prima nella regione.

Emilia Romagna

In Emilia-Romagna 730mila persone sono a rischio povertà…

11 dicembre 2017 – Secondo i dati di Eurostat, le famiglie in difficoltà in regione sono 16,4 su cento. Tantissime, ma va meglio della media europea (23,5%) e dell’Italia (30%). In Emilia-Romagna 730mila persone sono a rischio povertà…

Lazio

La regione lazio per Rieti 

13 dicembre 2017 – . Alla provincia di Rieti sono andati circa 600mila euro dei 21 mln complessivi messi a disposizione con i bandi per l’inclusione della Regione…

Marche

Al CSV partecipato seminario dell’Alleanza contro la povertà nelle… 

14 dicembre 2017 – In tanti, dalle organizzazioni aderenti all’Alleanza contro la povertà nelle Marche, hanno preso parte al seminario “Le Marche dal SIA al ReI” svoltosi il 4 dicembre nella sala conferenze del CSV, con l’intervento del vicedirettore di Caritas Italiana Francesco Marsico. ANCONA – Sala conferenze gremita, lunedì 4 dicembre…

Molise

Poveri in aumento e paesi “spariti”: per Molise Domani il futuro è tornare al passato

17 dicembre 2017 -“Il Molise potrà ancora esistere solo se oggi verrà scritto, sviluppato e applicato un progetto che richiami allo sviluppo sostenibile, all’innovazione, all’agricoltura biologica, alla sanità pubblica e alle aree interne della regione colpite dallo spopolamento”. Tutti punti che costruiscono il programma…

Puglia

Comune di Bari – Come richiedere il ReI (Reddito d’inclusione) e il… 

13 dicembre 2017  – Dal primo dicembre è possibile richiedere il Reddito d’Inclusione (REI), la misura di contrasto alla povertà nazionale: non si tratta solo di un sussidio economico…In Puglia è attiva la piattaforma regionale unica per la presentazione sia delle domande di accesso ai benefici del ReI che del ReD per le persone i cui nuclei…

Deliberazioni – Bollettino Ufficiale – Regione Puglia 

15 dicembre 2017  – DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 ottobre 2017, n. 1756. POR Puglia 2014/20. Asse IX “Promuovere l’inclusione sociale, la lotta alla povertà e ogni forma di discriminazione” – AZIONE 9.14 – “Interventi per la diffusione della legalità”. DGR 1765 del 23/11/2016. Intervento Laboratori urbani in rete 2017…

Recupero degli sprechi alimentari: tra normative, contrasto alla povertà e volontariato

18 dicembre 2017 – …sulle iniziative dell’assessorato per la maggiore implementazione delle misure di contrasto alla povertà, del consigliere regionale Dr. Ruggiero Mennea che in videoconferenza ha illustrato la rilevanza sociale della legge regionale 13 e l’ambito della sua applicazione…

Sardegna

Boom del reddito sociale: ma i fondi non bastano

11 dicembre 2017 – “Ci opporremo in ogni modo a qualsiasi logica di centralizzazione, siamo nettamente contrari all’ipotesi di una graduatoria unica della povertà”, sottolinea Deiana. LA REGIONE – Un segnale di ottimismo arriva dall’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali Luigi Arru: “A breve renderemo la…

Povertà in Sardegna, un dramma sociale: se ne parla oggi a Cagliari… 

12 dicembre 2017 – Povertà in Sardegna, un dramma sociale: se ne parla oggi a Cagliari…In Sardegna il tema della povertà assume le dimensioni di un dramma sociale: sono sempre più diffuse le difficoltà per accedere ai beni primari ma anche per vedersi…

Sicilia

Appello all’Ars: varate il ddl popolare contro la povertà 

11 dicembre 2017  – La nuova Assemblea Regionale Siciliana che si insedierà venerdì prossimo, 15 dicembre, discuta e approvi come primo atto il ddl di iniziativa popolare per il contrasto alla povertà assoluta che da oltre due anni è depositato all’Ars. È la richiesta lanciata dal Centro Studi Pio La Torre al Presidente della Regione, Nello…

Il ddl di Fava contro la povertà e il voto di scambio. «Sostegno da altri… 

11 dicembre 2017 – I lavori dell’Ars potrebbero partire da qui, dal disegno di legge per gli interventi di contrasto alla povertà in Sicilia. A sperarlo è Claudio Fava, eletto deputato regionale con la lista Cento passi e unico rappresentate della sinistra a sala d’Ercole. Il parlamentare – in procinto di dimettersi dalla Camera per svolgere a pieno il…

Povertà: boom di richieste in Sicilia, per il reddito d’inclusione

11 dicembre 2017 – …siciliano a una settimana dall’avvio della presentazione delle domande per il reddito d’inclusione (Rei), la misura varata dal governo Gentiloni per sostenere le famiglie più povere e che va a sostituire il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) prevedendo però parametri più ampi. In una Regione che fa…

Toscana

‘Diversamente uguali’, Oxfam e Regione Toscana insieme per il XXI meeting dei diritti umani

13 dicembre 2017 – Il tema al centro dell’edizione di quest’anno sarà la disuguaglianza, con le sue molteplici declinazioni: disuguaglianze tra ricchi e poveri, tra italiani e stranieri, tra uomini e donne, tra vecchie e nuove generazioni. Diseguaglianze economiche, per provenienza e di genere. “Un italiano su tre è a rischio di…

Umbria

Diocesi: Caritas Perugia, giovedì incontro di bilancio sul “Sia” in vista dell’introduzione del “Rei”

13 dicembre 2017 – All’appuntamento, promosso dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, sono stati invitati i direttori delle otto Caritas diocesane della regione, i membri dell’Alleanza contro la povertà in Umbria e i rappresentanti delle Istituzioni civili regionali e locali, in primis gli assessori alle Politiche sociali…

 

WELFORUM

Parte il REI. E il Terzo settore?

Gianfranco Marocchi. 15 dicembre 2017 – Il presente contributo rappresenta una sintesi della relazione presentata dallo stesso autore in occasione del seminario “Reddito di Inclusione: si parte!” organizzato da Irs con il coordinamento di Daniela Mesini e tenutosi a Milano il 5 dicembre 2017 con ampia partecipazione di Comuni ed Ambiti territoriali del Nord Italia.

Tra l’assessment e la condizionalità: i progetti

In queste settimane sta entrando nella fase operativa il passaggio dal SIA al REI e questo offre l’opportunità di rimettere mano alla riflessione sul ruolo del Terzo settore e della società civile nelle politiche di contrasto alla povertà. Affrontare questo tema è quanto mai opportuno, anche a partire da quanto emerso nella fase di implementazione del SIA. A questo proposito vanno richiamati alcuni aspetti.

Il primo è che dalla versione iniziale del SIA (quello con sbarramento a “quota 45”) al REI come configurato a partire da luglio 2018 si assiste ad un aumento molto significativo del numero di beneficiari. La platea stimata passa da 237 mila a 700 mila famiglie; i destinatari effettivi, tenuto conto dei tassi di take up e della progressiva diffusione delle informazioni sulla misura, da 62541 nuclei beneficiari nel febbraio 2017 ad una stima ragionevole di oltre 400 mila nella seconda parte del 2018. Insomma, molti, moltissimi utenti in più stanno affluendo e affluiranno al sistema dei servizi.

Secondo, anche se non tutti i destinatari necessitano di una presa in carico strutturata – per alcuni sarà ragionevole limitarsi ad un invio ai Centri per l’impiego – per un numero significativo di loro risulterà utile che il beneficio economico sia accompagnato da interventi volti all’integrazione sociale, che richiedono ai servizi di essere in grado di attivare una pluralità di competenze e risorse.

Terzo, la capacità di presa in carico in tali modalità è estremamente differenziata tra i diversi Ambiti, ancor più considerando le condizioni molto diverse dal nord al sud del Paese; ma in ogni caso offrire progetti di integrazione è difficile per tutti. La ricerca di valutazione del SIA realizzata dall’Alleanza contro la Povertà ha messo in luce (pag. 230) che nel corso della gestione del SIA solo il 5.7% degli Ambiti nel Mezzogiorno e il 17.6% degli Ambiti del centro nord sono riusciti ad offrire sempre un percorso di integrazione a chi ne manifestava la necessità. In tutti gli altri Ambiti vi è invece una quota di destinatari che, secondo la valutazione dei servizi, avrebbe avuto bisogno di un progetto di integrazione, che però non è stato attivato per mancanza di risorse. È vero che la situazione sopra descritta si è verificata prima dell’attivazione – con l’eccezione dei Comuni che hanno autonomamente scelto di anticipare le risorse – dei fondi PON per il rafforzamento dei servizi e che in prospettiva gli Ambiti saranno ulteriormente rafforzati dalla quota del 20% delle risorse del REI da destinarsi appunto a questo scopo; ma ciò è avvenuto in una situazione in cui il numero di beneficiari era pari, secondo le stime sopra richiamate, a meno di un sesto rispetto a quanto avverrà a partire da metà 2018.

Da ciò si desume, e questo è il quarto punto, che sarebbe opportuno, accanto all’enfasi sulla redazione dei progetti (pre assessment e assessment) e ai richiami alla condizionalità a verifica dell’adesione ai progetti stessi, ragionare su un fatto solo apparentemente banale: che tra la redazione del progetto e la sua verifica deve esserci, appunto, un progetto, fatto di proposte utili a favorire l’integrazione sociale.

Ed è qui, a ben vedere, che la maggior parte degli Ambiti incontra difficoltà non secondarie. Si può scrivere su un progetto che una certa persona necessità di soluzioni abitative, supporti educativi per i figli, formazione, ricostruzione di una rete di relazioni, e tante altre cose; ma tutto ciò per realizzarsi ha bisogno di una società civile attiva, propositiva, intraprendente, ricca di offerte e disponibile a integrarle in rete; altrimenti tanto i progetti quanto la condizionalità diventano meri esercizi formali.

Il terzo settore e la società civile

In questi anni la società civile è stata molto attiva sul tema della povertà. L’assenza, fino a tempi recentissimi, di un intervento pubblico strutturato, insieme al diffondersi di un problema sociale che chiama in causa bisogni antichi ed essenziali – avere cibo per sé e per i propri figli, una casa in cui abitare – ha suscitato centinaia di iniziative diffuse in tutto il Paese: empori solidali, iniziative di recupero e distribuzione a fini solidaristici di cibo in scadenza, offerte gratuite di prestazioni sanitarie, attualizzazioni della tradizione del “caffè sospeso” in molteplici campi, dai consumi primari alla cultura, iniziative di housing sociale, sostegni per gestire le situazioni di sovra indebitamento, borse lavoro, inserimenti in attività di pubblica utilità.

Negli anni precedenti all’introduzione del SIA questi interventi, accanto a misure generalmente ridotte e frammentate disposte a livello comunale (es. pagamento delle bollette per evitare il distacco delle utenze, piccoli aiuti economici straordinari), per quanto spesso disorganici, hanno rappresentato una delle poche risposte concrete a fronte del diffondersi della povertà.

Tali iniziative vedono impegnati soggetti molti diversi. Certamente, in prima linea, il terzo settore, sia quello a vocazione caritativa (ad esempio sulla distribuzione di alimenti, vestiti, farmaci e altri beni di prima necessità), sia imprese sociali che hanno scelto di investire su temi quali l’housing o la creazione di opportunità di lavoro per chi è stato espulso dal ciclo produttivo; ma, accanto agli enti con una tradizione solidaristica consolidata, la vista di milioni di concittadini che non riescono più a soddisfare le proprie esigenze primarie ha spinto, soprattutto nei contesti caratterizzati da maggiore coesione sociale, anche altri soggetti –aggregazioni spontanee dei cittadini, commercianti, gruppi di imprese legate al territorio – ad assumere ruoli significativi nel contrasto della povertà.

Gli enti locali, sotto pressione per il diffondersi dei fenomeni di povertà e privi di strumenti per rispondervi, hanno generalmente guardato con interesse a tali esperienze che rappresentavano un oggettivo valore aggiunto rispetto agli scarni mezzi di cui disponevano; hanno promosso tavoli e coordinamenti per sostenere queste iniziative e metterle in rete, riconoscendone il ruolo entro modelli di relazione paritari e di reciproca valorizzazione, dal momento che i soggetti della società civile apportavano risorse proprie.

E oggi?

Cosa è successo con l’implementazione del SIA? Questa ricchezza di reti e di proposte è stata integrata ed è entrata a far parte di un sistema territoriale di contrasto alla povertà dove all’erogazione monetaria prima del SIA e ora del REI si affiancano percorsi di integrazione realizzati valorizzando l’apporto delle organizzazioni di terzo settore e della società civile?

La risposta è complessa e non univoca nelle diverse aree del Paese; sicuramente esistono casi di integrazione virtuosa tra servizi e società civile, soprattutto dove le relazioni tra i servizi e questi soggetti preesistevano al SIA e al REI e più in generale quando esse sono radicate come modalità di azione anche negli altri ambiti di attività; ma in generale non sembra che terzo settore e società civile siano stati integrati e valorizzati entro le strategie di gestone del SIA. Ciò non significa che le iniziative sopra richiamate spariscano, ma che possono convivere in modo parallelo con il SIA e domani con il REI senza entrare in relazione virtuosa.

Sui motivi per cui ciò è avvenuto è possibile fare alcune ipotesi.

Sul fronte dei servizi – non più privi di strumenti, ma dotati ora di una propria linea di azione istituzionale –può diventare prevalente la preoccupazione di strutturarsi adeguatamente, piuttosto che di guardare alla società civile.

Sul fronte delle iniziative informali può manifestarsi una certa diffidenza ad avvicinarsi ad un sistema di intervento, come quello del SIA / REI, fortemente formalizzato e sottoposto a vincoli burocratici.

Quanto al terzo settore più strutturato e imprenditoriale, non sempre è propenso a cogliere un proprio possibile ruolo entro un meccanismo come quello del SIA / REI, visto come estraneo alle proprie modalità di intervento.

Domani

L’esito di queste dinamiche è incerto. Ma di una cosa è necessario avere consapevolezza: offrire alcune centinaia di migliaia di percorsi di integrazione ai cittadini beneficiari del REI – non necessariamente tutti, ma quelli per cui è effettivamente utile – è impensabile senza portare a termine un’integrazione virtuosa tra servizi e società civile. Senza che a fianco delle indicazioni progettuali che investono ambiti quali la casa, il lavoro, la formazione, l’educazione dei figli, la gestione di situazioni di fragilità, la ricostruzione di reti di relazioni con il proprio territorio, vi sia una mobilitazione della società civile per dare concretezza alle risposte a questi bisogni.

Esiste (purtroppo) una soluzione alternativa: quella di strutturare i progetti di integrazione in modo formalistico, prevedendo, ai fini della condizionalità, talune ritualità quali la richiesta di rispondere a bandi pubblici o a annunci di lavoro, la firma di dichiarazioni di disponibilità all’occupazione e simili, che rappresentano nella sostanza un’inutile mole cartacea a simulare ciò che non è. Ma questo sarebbe un esito mortificante.

Dunque ben venga il fatto che, a partire dalle risorse PON, i servizi scelgano in primo luogo di rafforzare la propria struttura; ma è importante che ciò avvenga non solo al fine di assolvere alle funzioni di front officecon i destinatari, per accoglierli e individuare i loro bisogni, ma insieme anche per individuare, animare, attivare, supportare, mettere in rete le molteplici risorse della società civile che rappresentano un patrimonio imprescindibile per i progetti di integrazione. E, perché ciò possa avere successo, è indispensabile trovare una sintesi virtuosa tra il ruolo connesso alle responsabilità istituzionali e la governance condivisa con i soggetti della società civile che generalmente sono poco propensi all’attivazione se si sentono chiamati solo con funzioni strumentali e periferiche. E queste sono sfide tutt’altro che scontate.

Relazione annuale CNEL su servizi sociali e contrasto alla povertà

15 dicembre 2017 – Il 28 novembre si è svolto a Roma, presso la sede del Cnel, il primo convegno nazionale di welforum.it che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico e numerosi relatori che si sono avvicendati nel discutere i temi all’ordine del giorno: Contrasto alla povertà e Indennità di accompagnamento.

Dopo la pubblicazione del video della relazione tenuta dal direttore di welforum.itEmanuele Ranci Ortigosa,pubblichiamo di seguito gli altri contenuti della sessione di apertura: l’Executive Summary della Relazione annuale del CNEL su Servizi sociali e contrasto alla povertà, l’intervento introduttivo del Presidente Tiziano Treu e la presentazione dei contenuti della Relazione annuale da parte del Consigliere Cnel Efisio Espa.

 

INPS

Reddito di Inclusione: disciplina e modalità di accesso al beneficio

22 novembre 2017 – Il Reddito di Inclusione (REI) è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale introdotta dal decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, emanato in attuazione della legge-delega 15 marzo 2017 con decorrenza dal 1° gennaio 2018.

Tale misura prevede un beneficio economico erogato attraverso l’attribuzione di una carta prepagata emessa da Poste Italiane SpA ed è subordinata alla valutazione della situazione economica e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Il beneficio economico sarà erogato per un massimo di 18 mesi, dai quali saranno sottratte le eventuali mensilità di Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) percepite.

Il nucleo richiedente dovrà soddisfare specifici requisiti di residenza e anagrafici, economici, di composizione del nucleo familiare e di compatibilità, specificamente dettagliati nella circolare.

L’ammontare dell’importo è correlato al numero dei componenti del nucleo familiare e tiene conto di eventuali trattamenti assistenziali e redditi in capo al nucleo stesso. In ogni caso, l’importo complessivo annuo non può superare quello dell’assegno sociale.

Coloro che, alla data del 1° dicembre 2017, stanno ancora percependo il SIA potranno presentare immediatamente domanda di REI o decidere di presentarla al termine della percezione del SIA, senza che dalla scelta derivi alcun pregiudizio di carattere economico.
La circolare INPS 22 novembre, n. 172 fornisce le prime istruzioni amministrative, illustra il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto alla povertà, in particolare del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) e dell’ASDI (Assegno Sociale di Disoccupazione) e la conseguente rideterminazione del fondo povertà a decorrere dal 2018.
La domanda di accesso alla prestazione potrà essere presentata dal 1° dicembre 2017, presso i comuni o altri punti di accesso identificati dagli stessi, utilizzando il modello (pdf 718KB) allegato alla circolare. Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente deve essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità.

 

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