Delega alle politiche antidroga, il commento di FICT
16 Luglio 2018Si legge sulla Gazzetta Ufficiale (5-07-2018) che per Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, “la delega di funzioni in materia di politica antidroga (art.5) è stata ufficialmente assegnata al Ministro Lorenzo Fontana, che si avvale del dipartimento per le politiche antidroga per l’esercizio delle sue funzioni”. “Accogliamo favorevolmente che, finalmente, dopo anni, sia stata assegnata una specifica delega“, dichiara Luciano Squillaci, Presidente FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche), “con l’auspicio che rappresenti un primo passo verso una rinnovata attenzione ad un mondo da troppo tempo abbandonato a sé stesso”.
“Dobbiamo però osservare“, continua Squillaci, “che si tratta comunque di un’occasione persa, considerando che avremmo voluto, come più volte abbiamo chiesto, che questa delega fosse assegnata per l’intero mondo delle dipendenze, e non solo per le dipendenze da sostanza. Nella delega assegnata al Ministro Fontana non rientrano infatti tutte le dipendenze cosiddette comportamentali, come ad esempio il gioco d’azzardo o la dipendenza da internet, problematiche che stanno aumentando in modo esponenziale e che rischiano così di rimanere ancora fuori dal sistema più generale di intervento, cura e prevenzione”. “Al contempo, ci chiediamo come verrà agita dal Ministro Fontana questa delega, auspicando che si possa finalmente rinforzare il Dipartimento per le politiche antidroga, mantenendolo sotto la competenza della Presidenza del Consiglio, perché le questioni legate alle dipendenze patologiche sono molto complesse e trasversali a diversi ministeri”.
“Al Ministro chiediamo di concentrare i propri sforzi sui problemi reali legati al contrasto alle dipendenze, senza entrare in polemiche inutili e sterili di matrice meramente ideologica. L’approccio repressivo non paga, confonde le vittime con i carnefici, e rischia di penalizzare ulteriormente un settore già in ginocchio“.
“Noi riteniamo necessario ed urgente che il sistema dei servizi abbia un nuovo spazio di confronto, per uscire da questa nuova torre di babele. La distanza della politica in questi anni dalla questione delle droghe ha creato voragini: la mancata applicazione di normative esistenti (Intesa Stato Regioni), la mancata convocazione della Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, prevista dal testo unico ogni tre anni e assente dal 2009, l’esistenza di una legge la 309/90, vecchia di quasi 30 anni, che ha modellato un sistema un tempo adeguato ma ormai incapace di rispondere ai mutevoli bisogni di un fenomeno in continua e rapida evoluzione“.
“L’auspicio“, dice il presidente Squillaci, “è che si proceda nella revisione della legge con il concorso, però, di tutte le forze politiche disponibili e con il coinvolgimento diretto degli operatori del settore del pubblico e privato sociale. E’ importante, inoltre, un confronto sostanziale su livelli educativi e di prevenzione. Un settore questo davvero dimenticato che ha subìto nel tempo una drastica riduzione di risorse. Ci vuole una attenzione particolare alla strategia educativa, che poco si amalgama al termine sanzionatorio o repressivo, non dettata dalla paura ma fondata su scelte valoriali assunte, responsabili e praticate da una Comunità che abita un Territorio e che si prende cura. I giovani vogliono sentirsi protagonisti della storia che vivono, e abbiamo il dovere etico e civile di rimettere al centro delle nostre azioni politiche “i giovani””.
Su queste premesse la FICT è disponibile, come sempre, al confronto ed alla collaborazione, con la piena consapevolezza che è necessario uno sforzo congiunto per uscire dalle secche nelle quali da troppo tempo il sistema si dibatte.