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Servizio Civile, il contributo CNESC nel XVII rapporto annuale

Il 18 luglio è stato presentato a Roma il XVII Rapporto Annuale CNESC Il contributo della CNESC alla realizzazione del Servizio Civile“. Qui i dati salienti.

E’ stata la prima occasione pubblica, dall’insediamento del nuovo Governo, per parlare di Servizio Civile, quello dei 41.000 giovani in servizio e quello del futuro.

“Il Governo Conte”, scrive la Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile, “riceve in eredità un Servizio Civile Nazionale in buona salute, con un contingente di circa 50.000 giovani pronto ad essere messo a bando. E’ quindi importante, per chi crede nello sviluppo del Paese e nel contributo che il  Servizio Civile può dare, sapere quali siano gli obiettivi che il Governo Conte affida al Servizio Civile impegnato nella transizione da Nazionale a Universale.

Il messaggio che il Sottosegretario delegato, on. Spadafora ci ha inviato e di cui lo ringraziamo, è un primo passo a cui ci auguriamo ne seguiranno altri”.

“In questi ultimi mesi ci sono state molte prese di posizione sul Servizio Civile”, continua la nota della CNESC. “Quasi tutte senza nessun riferimento al Servizio Civile che c’è, alla riforma in essere e esplicite sulle condizioni concrete di attuazione. Uno sforzo in tal senso renderebbe più utile un confronto e farebbe capire alle organizzazioni gli obiettivi e il concorso a realizzarli.

Oggi, 18 luglio, nelle organizzazioni aderenti alla CNESC stanno svolgendo il Servizio Civile quasi 16.000 giovani, ragazze e ragazzi, italiani e stranieri regolarmente residenti. Operano in circa 7.000 realtà in larga parte di Terzo settore, ma anche presso soggetti pubblici, a dimostrazione di una collaborazione possibile e funzionante”.

A nome di queste organizzazioni, la CNESC porta all’attenzione del sottosegretario Spadafora (auspicando, al pari di altre organizzazioni,  di avere quanto prima  la possibilità di parlarne direttamente) le priorità elencate e di seguito meglio esplicitate:

  • Finanziamento del fondo nazionale, Pubblicazione del bando ordinario 2018 giovani, Pubblicazione Avviso deposito progetti per 2019, Accreditamento SCU, Programmazione SCU.

Il mantenimento dell’attuale contingente richiede almeno 300 milioni anno, a cui si aggiungono i cofinanziamenti degli enti. L’obiettivo del precedente Governo era di arrivare a 100.000 giovani l’anno in servizio. Il governo Conte sta preparando la legge di stabilità 2019-2021. Quali sono gli obiettivi per il SC?

  • Pubblicazione del bando ordinario 2018 giovani

In questi mesi il DGSCN e le Regioni e PA hanno redatto le graduatorie definitive e individuato la copertura economica per il bando ordinario 2018. Per evitare i problemi del 2017, era stata individuato un periodo di apertura del bando da fine Luglio e fine Settembre. E’ una soluzione che viene incontro alle dinamiche giovanili, obiettivo primario, anche se per alcune organizzazioni vuol dire interrompere per alcuni mesi le attività rivolte ai cittadini e alle comunità locali, spostate di fatto all’avvio del 2019. Ci aspettiamo che questa linea di lavoro sia confermata ed entro i prossimi giorni sia pubblicato il bando.

  • Pubblicazione Avviso deposito progetti per 2019

In questi stessi mesi, con la pubblicazione del DM del maggio 2018 “Nuove disposizioni per la progettazione” entrano in operativo alcune disposizioni della riforma del SCU. Durata complessiva variabile fra 8 e 12 mesi, riduzione dell’orario settimanale di servizio a decorrere dai nuovi progetti a 25 ore settimanali, a parità di compenso mensile per i giovani, ampliamento dei settori di realizzazione dei progetti: queste alcune innovazioni molto concrete.

Nello stesso tempo sono andati avanti i lavori per le linee guida sulle misure innovative previste dal SCU rispetto a quello nazionale (tutoraggio, minori opportunità, tre mesi un paese UE) e per la attestazione delle competenze che il servizio civile genera nei giovani che lo svolgono.

Chiediamo che entro i primi del mese di Agosto, come nel 2017, esca l’Avviso per il deposito dei progetti da depositare con la fine di Novembre 2018.

  • Accreditamento SCU

Avviso che quest’anno dovrebbe contenere anche misure in materia di accreditamento. Non sta andando bene l’accreditamento all’Albo unico del SCU. Nell’immediato va realizzato l’obiettivo di permettere l’ingresso nel SC di nuove organizzazioni, pubbliche e di terzo settore, che fino ad ora sono rimaste estranee.  Per questo, sia per chi è ancora iscritto agli Albi del SCN, sia per chi ha in corso la procedura di iscrizione al SCU, va prevista la possibilità di adeguare gli enti di accoglienza e le sedi di attuazione, prevedendo un apposito paragrafo nell’Avviso. Più in generale, data la scadenza del 4 Maggio 2019, dobbiamo dire che, nonostante i nostri sforzi, resta in piedi l’approccio che per iscriversi a questo Albo, anche se dal 2003 sei iscritto all’Albo del SCN, deve quasi ripartire da zero. Questo approccio va superato, anche perché strettamente dipendente dall’accreditamento è l’entrata in vigore della nuova Consulta nazionale del servizio civile, la cui composizione è stata notevolmente modificata con il correttivo al Decreto legislativo n. 40

  • Programmazione SCU

Ma è indubbio che la priorità politica che ci troviamo di fronte è la Programmazione triennale e annuale, vera innovazione rispetto al SCN, oggetto fra l’altro di un acceso confronto fra lo Stato e alcune Regioni.

Arriviamo a questo passaggio senza avere delle sperimentazioni e questo è un limite.

La programmazione triennale dovrebbe, almeno per il primo ciclo, poggiare sulle concrete attività delle organizzazioni che da anni operano, inserita però nel contesto politico-culturale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, recepita anche dai Governi Nazionali.

Una programmazione che, nei modi e negli strumenti fissati dal Decreto Legislativo n. 40 e successive modificazioni, sia il risultato di una partecipazione delle istituzioni locali e del terzo settore, delle rappresentanza dei giovani e non una camicia fatta indossare alle organizzazioni accreditate.

Una responsabilità specifica ricade sul Terzo Settore. Infatti mentre a livello organizzativo le soluzioni adottate (associazioni di scopo o uffici servizio civile) già oggi permettono di collegare la dimensione locale della organizzazione di base al livello nazionale, adesso è il momento di far emergere pienamente il filo unitario fra mission associative e ruolo del servizio civile nella società e nelle istituzioni italiane.

In una fase in cui le modalità di affrontare i conflitti sono tornate autoritarie, muscolari, in cui il ricorso alle armi non è più escluso, la finalità del SCU di concorso in modo civile e non armato alla difesa della Patria assume significati e sfide nuove, molto attuali. In altri termini il servizio civile è dentro le grandi sfide che il Terzo Settore ha di fronte per lo sviluppo del Paese, per l’impegno contro le diseguaglianze e le povertà, per la liberazione delle energie oggi imprigionate in tanti giovani e adulti, che vorrebbero essere liberi di emanciparsi, di costruirsi la propria vita contribuendo ad una comunità aperta, coesa e solidale. Un ruolo che in base alla sussidiarietà dell’art. 118 della Costituzione ci porta a leggere, in materia di programmazione triennale, anche lo stesso rapporto con la Pubblica Amministrazione, nazionale, regionale e locale.

Siamo in una nuova fase della politica nazionale, della stessa vita sociale e culturale del nostro Paese e convivere per molti mesi con migliaia di giovani, condividere con loro aspettative di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini ci carica di una responsabilità speciale.

 

 

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