Lettera aperta dell’Uisp: quale riforma dello sport?
20 Novembre 2018Questo è il tema centrale che pone l’Uisp nel confronto tra Coni, Federazioni e governo: dove si vuole portare lo sport italiano?
Roma, 20 novembre – L’Uisp rilancia la sua posizione per una riforma del sistema sportivo e per superare l’anomalia italiana. L’Uisp auspica che l’attuale confronto tra governo, Coni e federazioni esca dalla logica di chi attacca e chi si difende e affronti i veri nodi: dove si vuole portare lo sport italiano, dentro quale cultura sportiva, in quale rapporto intersettoriale con le altre politiche pubbliche?
Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, indirizza questa lettera aperta ad istituzioni, sistema sportivo, media, terzo settore e cittadini: “In fondo l’aspro confronto al quale stiamo assistendo da qualche giorno a questa parte, tra governo e Coni, credo faccia parte dei fotogrammi di un film già visto, più volte, anzi forse quello che ha registrato i maggiori incassi nella politica del nostro paese. Ovvero, si annuncia un cambiamento e c’è chi si difende. Orazi e Curiazi, guelfi e ghibellini, siamo sempre lì. E lo siamo ancora di più quando si tocca l’ordinamento sportivo italiano, il Comitato Olimpico. Vuoi mettere, c’è una gara, è evidente che si tratta di capire chi vince e chi perde. E si è scatenato il solito turbinio delle scommesse.
Ma i contendenti non sono i soggetti di cui si parla sui giornali, nei media e nei social. Al centro di questo aspro confronto, al quale la Uisp non vuole sottrarsi, non c’è solo il Coni o le Federazioni sportive. O un governo che è assolutamente legittimato a fare proposte di legge. A nostro avviso l’animata discussione che si sta facendo a colpi di reciproche bordate non prevede il vero tema centrale, che sta nella domanda: dove si vuole portare lo sport italiano, dentro quale cultura sportiva, in quale rapporto intersettoriale con le altre politiche pubbliche?
La Uisp è intervenuta nell’ultimo Consiglio nazionale del Coni, dicendo cose che appartengono alla nostra storia e che sono le posizioni che abbiamo sempre manifestato a prescindere dai vari governi e dai presidenti del Coni che si sono succeduti. Anche se ciò non è stato riportato dai giornali, molto più interessati a sottolineare le assenze delle grandi federazioni sportive. In quell’occasione abbiamo affermato, senza tatticismi e senza ipocrisie, che una riforma del sistema sportivo italiano la auspichiamo da sempre, che il superamento dell’anomalia italiana è una carta che abbiamo continuamente giocato quale ammodernamento dello stesso sistema.
Ma allora, stiamo parlando di questo? La Uisp non può che essere interessata se si comincia a parlare di sport e benessere. Siamo coloro che hanno presentato al Parlamento italiano, nell’aprile del 2016, la Strategia sull’attività fisica dell’OMS per la regione europea 2016/2025 e stiamo seguendo il relativo Piano d’azione globale per la promozione dell’attività fisica. L’intreccio tra sport, salute e benessere è da sempre una nostra politica nel rapporto stretto con il Ministero della Salute e le Regioni attraverso momenti di confronto pubblico, attività sportiva per la promozione e la prevenzione.
C’è tutta la nostra attenzione quando si dice che si vuole valorizzare lo sport di base e la promozione sportiva, convinti come siamo che il perno intorno al quale si muove il sistema sportivo italiano è rappresentato da tutte quelle decine di migliaia di associazioni e società sportive che quotidianamente prendono in custodia i nostri figli e che sono costruttrici di inclusione e coesione sociale.
Evitiamo al paese, ancora una volta, di sprecare l’ennesima occasione. Abbiamo dati molto preoccupanti sulla diffusione della pratica sportiva nell’Unione Europea e l’Italia è una delle maglie nere, che si posiziona tra i più bassi tassi di frequenza. C’è pertanto la necessità di individuare e introdurre misure per incoraggiare un maggior numero di persone all’attività motoria quale parte integrante della vita quotidiana. E su questo tema c’è un problema aperto con il decreto Balduzzi relativo all’attività ludico motoria, c’è il rapporto con la scuola.
La domanda di sport si è profondamente modificata, i soggetti sportivi si sono moltiplicati e molti di questi sfuggono al controllo delle attività che organizzano. Nel dibattito di questi giorni non appaiono gli Enti di Promozione Sportiva, alcuni dei quali silenti al Consiglio del Coni. Mentre altri, che invece intervengono in quella sede a favore dell’annunciata riforma, rimproverando i difetti dell’autonomia olimpica, dimenticano di essere da più di vent’anni alla presidenza dell’ente che rappresentano.
Il voto favorevole della Uisp al documento che è stato sottoposto al Consiglio Nazionale del Coni è legato a tutto questo. Stiamo parlando di fatto di un provvedimento ordinamentale, allora mostriamo tutti il coraggio di alzare il livello della sfida. Non ci è mai piaciuto giocare sulla difensiva. Già nel 2011, in una nostra assemblea nazionale a Rimini, abbiamo avuto modo di presentare all’allora presidente del Coni e al governo del paese una nostra idea di riforma del sistema sportivo. La politica e tutte le parti in campo facciano la propria parte, può essere l’occasione giusta. Scopriamo tutte le carte, andiamo fino in fondo.
Lo chiede la Uisp che non si è mai sottratta a nessun confronto e che non si è mai mostrata supina o collaterale ai vari poteri o governi. Che ha affrontato da tempo una riforma interna per essere un’associazione aperta ai cambiamenti, che ha promosso battaglie pubbliche sull’etica e la trasparenza, che vuole finalmente un salto culturale della questione sportiva, che non aspetta le leggi di turno per mettere nel proprio statuto il limite dei due mandati.
Un riordino complessivo del sistema sportivo italiano è alla portata di tutti noi e se si vuole davvero valorizzare lo sport di base occorre anche che si predispongano tempestivamente i giusti interventi per armonizzare la riforma del Terzo settore. Siamo all’inizio della legislatura, nessuno faccia finta che non sia successo nulla, ma si chieda lo sforzo, finalmente, di pensare in grande. Lo dobbiamo allo sport, lo dobbiamo al Paese”.
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