#Monitoraggio povertà #Normativa

Monitoraggio settimanale sul contrasto alla povertà 28/01/2019

A cura del Forum Nazionale Terzo Settore – Ufficio Studi e Documentazione

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28/01/2019 – monitoraggio su provvedimenti e notizie circa il contrasto alla Povertà


GOVERNO


REGIONI


MINISTERO DEL LAVORO

Presentato il Reddito di cittadinanza – 22/01/19 lavoro.gov.it


ANCI

Reddito di cittadinanza – Vecchi: “preoccupazione per impatto del decreto sui comuni. Serve maggiore sostegno  – 24/01/19 anci.it


ALLEANZA CONTRO LA POVERTA’

Posizione dell’Alleanza sul reddito di Cittadinanza –  23/01/19 alleanzacontrolapoverta.it

MAGGIORI RISORSE, PEGGIORI RISPOSTE

Risorse maggiori o risposte peggiori per i poveri nel nostro Paese? Il Reddito di Cittadinanza (RdC) – come disegnato nel Decreto appena presentato – contiene entrambe le cose. In un’unica mossa, infatti, si stabilisce un ampio stanziamento a favore dei poveri ma si peggiorano gli interventi disponibili oggi e quelli che si potranno costruire domani.

Il modello

Il RdC incrementa sensibilmente i fondi destinati a coloro i quali vivono in povertà. È il più ampio trasferimento di risorse per la lotta alla povertà mai effettuato in Italia. In concreto, ciò permetterà a molti di poter sostenere spese fondamentali per la propria vita quotidiana. Si tratta di un risultato assai positivo. Le criticità riguardano, invece, le risposte delineate. Il Reddito di Cittadinanza si rivolge ai poveri ma gli interventi previsti si concentrano sulla ricerca del lavoro. Tuttavia, numerosi poveri non sono in condizioni di lavorare, o non lo sono immediatamente, e – per chi lo è – le offerte di impiego debbono effettivamente esistere. In assenza di adeguate politiche finalizzate alla crescita dell’occupazione, attraverso forti investimenti, quest’ultimo è un presupposto molto fragile. L’errore di fondo consiste nel fare dell’incremento dell’occupazione, un obiettivo che non compete primariamente a queste, la ragion d’essere delle politiche contro la povertà. Senza dimenticare che gran parte delle azioni di promozione del lavoro – come il potenziamento dei centri per l’impiego – richiederà un lasso di tempo significativo prima di diventare realtà. I minori sono ai margini del RdC. Da una parte vengono sfavoriti nella distribuzione dei fondi, a causa della scala di equivalenza adottata. Dall’altra si riduce la loro possibilità di ricevere quei servizi educativi e sociali cruciali per progettare un domani migliore. Trascurare la realtà e il futuro di bambini e adolescenti è una conseguenza logica del modello proposto: in una visione concentrata sul lavoro, infatti, non può esserci spazio per l’infanzia. Più in generale, con il RdC vengono meno molte risposte che non riguardano la mancanza di lavoro. Il giusto rafforzamento degli interventi per l’occupazione dovrebbe essere complementare alla previsione di quelli concernenti i differenti aspetti della povertà (responsabilità familiari, relazioni, condizioni psicologiche, istruzione, salute, disabilità ed altro). Il RdC, invece, sottovaluta nettamente il fatto che il lavoro, seppure fondamentale, è solo una tra le dimensioni della povertà. La naturale conseguenza è la negativa marginalizzazione dei servizi sociali comunali, che sono però gli unici a possedere le competenze necessarie per comprendere i molteplici volti della povertà. Invece, il Reddito d’Inclusione (Rei) – attualmente vigente – si basa su una visione della povertà in tutte le sue componenti. Il Rei nasce da un’attività di incessante pressione e da un’articolata proposta dell’Alleanza contro la Povertà in Italia, che raggruppa la gran parte di chi è quotidianamente a fianco dei poveri. Il Governo ha però deciso di superare il Rei, e la sua impostazione, mentre sarebbe stato più utile correggerne i difetti ed ampliare l’utenza. Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse stanziate, c’è il rischio di alimentare due divisioni nella società. Una è quella tra cittadini italiani e stranieri, dovuta all’esclusione di questi ultimi. Mentre è condivisibile richiedere che gli stranieri siano residenti da un certo numero di anni in Italia per fruire del RdC, non vi è ragione per escluderli. L’altra divisione riguarda gli italiani in povertà che si trovano nel sud e nel nord del Paese. Non considerare le notevoli differenze esistenti nel costo della vita, infatti, fa sì che gli italiani poveri del nord non ricevano sostegni adeguati.

I tempi: Il RdC viene introdotto con troppa fretta. La partenza prematura comporta un elevato rischio di caos nella presentazione delle domande, impedirà di assumere personale opportunamente contrattualizzato e formato (navigator) e non consentirà di effettuare controlli adeguati sulle condizioni economiche dei richiedenti. Più in generale, si dimentica un punto ben noto a chi lavora con le persone in difficoltà: la costruzione di risposte in grado di sostenerle al meglio richiede tempo. I danni causati dalla fretta ricadranno sul funzionamento del RdC – e quindi sui poveri – più a lungo di quanto oggi non si pensi. L’enorme enfasi attribuita alle condizioni per accettare le offerte di lavoro, al patto di lavoro, ai navigator e alle altre modalità per promuovere l’occupazione distoglie lo sguardo dalla realtà. Il Decreto, infatti, indica chiaramente che ricorrervi è facoltativo e dipende dalla disponibilità di strutture e personale: data la loro attuale carenza, queste modalità interesseranno pochi utenti. Il RdC è disegnato in modo da poter erogare rapidamente il maggior numero possibile di contributi economici, anche a prescindere da qualunque azione di inserimento lavorativo. Nei prossimi mesi, dunque, più che ad interventi di attivazione, assisteremo ad una distribuzione a pioggia di risorse. La situazione in cui versano i centri per l’impiego rende le indicazioni tese ad evitare i comportamenti passivi dei poveri – le cosiddette “norme anti-divano” – perlopiù inapplicabili. Si tratta di disposizioni tanto inefficaci sul piano pratico quanto dannose su quello culturale. In questi mesi, infatti, si è identificato il povero come “uno che non vuole darsi da fare” o un “furbo”. Il pericolo di comportamenti scorretti esiste ma riguarda l’intera società italiana e non è, come si è voluto far intendere, un’esclusiva dei poveri.

Guardando avanti: Il nostro timore, dunque, è che il profilo del Reddito di Cittadinanza non consenta di valorizzare l’opportunità di disporre di un ampio finanziamento. C’è il rischio che il RdC si riveli la strada sbagliata per rispondere alle esigenze dei poveri, senza peraltro raggiungere gli obiettivi di incremento occupazionale. Ciononostante, quando si comprenderà che non si è scelta la via migliore per combattere l’esclusione sociale, tornare indietro sarà complicato. E a farne le spese saranno i poveri. In aggiunta, esiste il pericolo che tutto ciò faccia crescere la schiera di chi si oppone alla lotta contro la povertà. Se pensiamo all’Italia tra sei mesi o un anno, temiamo che il malfunzionamento del Reddito di Cittadinanza indurrà molti ad affermare che: “il RdC ha fallito, quindi sostenere i poveri è sbagliato”. Noi stiamo elaborando puntuali proposte di miglioramento del Decreto, con lo spirito costruttivo che ci ha sempre contraddistinto. Da sola, però, nemmeno la nostra più totale disponibilità può bastare. Ci auguriamo, dunque, di poter avviare un approfondito confronto con il Governo e con il Parlamento nell’esclusivo interesse delle persone e delle famiglie che vivono in povertà in Italia.


WELFORUM


CAMPANIA

Regione Campania: dgr 897/2018, piano sociale regionale 2019-2021 … – 23/01/19 welforum.it


EMILIA ROMAGNA

Redditi e povertà — e-r autonomie – Regione Emilia-Romagna … – 23/01/19 regione.emilia-romagna.it


LAZIO

Consiglio regionale del Lazio – welfare, il consiglio approva il piano sociale regionale – 24/01/19 consiglio.regione.lazio.it 

Lazio, Piano sociale per combattere povertà – Il Messaggero – 24/01/19 messaggero.it


PIEMONTE

Reddito di cittadinanza, Caf presi d’assalto in Piemonte – NotiziaOggi … – 27/01/19 libero.it

Csvaa Informa – Lotta allo spreco: avviata una rilevazione in … – 25/01/19 alessandrianews.it


MINISTERO DEL LAVORO – GUIDA E DOCUMENTAZIONE

Reddito di inclusione (REI)

Pagina del sito del Ministero con le informazioni sulla misura.


INPS –  GUIDA E MODULISTICA

Reddito di inclusione: guida alla misura di contrasto alla povertà

Pagina del sito dell’INPS con le informazioni sulla misura.

INPS – I DATI

Reddito di Inclusione (REI): i dati gennaio – settembre 2018

25 ottobre 2018

È stato pubblicato l’Osservatorio sul Reddito di Inclusione (REI) con i dati del periodo gennaio – settembre 2018, intervallo in cui sono stati erogati benefici economici a 379mila nuclei familiari  raggiungendo più di 1 milione di persone.

Dal 1° gennaio 2018 il REI ha sostituito un’altra misura di contrasto alla povertà, il SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva).

La maggior parte dei benefici vengono erogati nelle regioni del sud (69%) con interessamento del 72% delle persone coinvolte. Il 47% dei nuclei beneficiari di REI, che rappresentano oltre il 51% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni: Campania e Sicilia; a seguire Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia coprono un ulteriore 28% dei nuclei e il 27% delle persone coinvolte.

Il tasso di inclusione del REI, ovvero il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, risulta nel periodo considerato a livello nazionale pari a 184; raggiunge i valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente pari a 540, 517, 389) ed i valori minimi in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige (pari in entrambi i casi a 23).

L’importo medio mensile erogato nel periodo gennaio-settembre 2018, pari a 305 euro, risulta variabile a livello territoriale, con un intervallo tra i 239 euro della Valle d’Aosta ai 336 euro per la Campania.

Report trimestrale gennaio-settembre 2018 (pdf 425 Kb)


REGIONI – RIEPILOGO PIANI REGIONALI DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ APPROVATI

 

PIEMONTE 09/03/18

regione-piemonte-dgr-6593-2018-approvazione-del-piano-regionale-2018-2020-per-la-lotta-alla-poverta/

Piemonte_DGR_6593_2018


LIGURIA 23/03/18

regione.liguriA – programmazione-regionale-contrasto-poverta


EMILIA ROMAGNA 14/06/18

Regione Emilia-Romagna: DAL 157/2018, Piano regionale per la lotta alla povertà 2018-2020

Emilia-Romagna_DAL_157_2018


MOLISE 14/07/18

Approvato il piano regionale contro la povertà, risorse per oltre 1 milione


UMBRIA 18/07/18

BARBERINI: “PER LA PRIMA VOLTA IN UMBRIA UN PIANO DI LOTTA E PREVENZIONE ALLA POVERTÀ E DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ”

Regione Umbria: DGR 882/2018, Adozione del Piano regionale di contrasto alla povertà

Umbria_DGR_882_2018


VENETO 01/08/18

VENETO VARA PIANO REGIONALE PER IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ, OLTRE 870 MILA VENETI A RISCHIO ESCLUSIONE SOCIALE – ASSESSORE LANZARIN, “100 MLN DI RISORSE E ALLEANZA TRA ISTITUZIONI E TERZO SETTORE”

BUR VENETO 17/08/18 – DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1143 del 31 luglio 2018

D.lgs. n. 147/2017, art. 14. Piano regionale per il contrasto alla povertà. Determinazioni.

Veneto_DGR_1143_2018

BUR n 107 26/10/18 Pubblicazione del Piano regionale contro la povertà


CALABRIA 11/08/18

Circa 37 milioni di euro per il Piano povertà


TOSCANA 17/09/18

120 mlneuro per Piano regionale di contrasto alla povertà,


LOMBARDIA 16/10/18

Regione Lombardia: DGR 662/2018, Prevenzione e contrasto alla povertà 2018/2020

Lombardia_DGR_662_2018


PUGLIA 06/11/18

Regione Puglia: DGR 1565/2018, Piano Regionale per la lotta alla Povertà 2018-2020

Puglia_DGR_1565_2018


LAZIO 11/12/18

Deliberazione Giunta Regionale – n° 810 del 11/12/2018
Atto di programmazione regionale 2018-2020 attuativo degli interventi e delle misure finalizzate al contrasto alla povertà, il Reddito di inclusione (ReI). Art. 14 del Decreto Legislativo 15 settembre 2017, n 147..

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