Time to care, il servizio dei giovani per l’inclusione sociale degli anziani
06 Maggio 2020Time to care, il servizio che giovani tra i 18 e i 35 anni, per i prossimi sei mesi, potranno svolgere per aiutare le famiglie con persone anziane o quelli che vivono da soli. A renderlo possibile il protocollo firmato dalla Ministra Elena Bonetti e dal Ministro Vincenzo Spadafora, con uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2020.
Il progetto sperimentale “Time to care” ha l’obiettivo di alleviare le conseguenze dell’emergenza epidemiologica Covid-19 sulla popolazione anziana. Si tratta di una iniziativa straordinaria che coinvolgerà circa 1500 giovani under 35 di tutta Italia in una esperienza di 6 mesi. Le caratteristiche di impiego sono simili, per alcuni aspetti, a quelle del servizio civile universale senza tuttavia sostituirsi a quest’ultimo che mantiene intatta la sua funzione e la sua portata, così come i fondi sono di capitoli non attinenti al SCU.
L’idea è quella di favorire la partecipazione dei giovani alla vita della comunità, in particolare, chiedendo loro di impegnarsi in attività di assistenza alle persone anziane – particolarmente provate dallo scenario in corso – che saranno realizzate da enti del terzo settore già attivi sui territori interessati dall’emergenza e con pregressa esperienza in quello specifico ambito. Il progetto si prefigge, più in generale, di incentivare lo scambio tra le nuove e le vecchie generazioni, con una particolare attenzione alla ricostruzione di un tessuto sociale inclusivo, in grado di sviluppare fattori di benessere individuali come la coesione e la crescita culturale e di partecipazione. I giovani saranno impegnati in attività di assistenza e socializzazione di persone anziane, anche in remoto, come ad es.: disbrigo di pratiche e commissioni, ascolto, attività di animazione, ecc.
I giovani – non occupati in attività lavorativa e/o non impegnati in corsi di formazione o aggiornamento professionale – parteciperanno ad un bando pubblico che sarà emanato dai due Dipartimenti e saranno selezionati dagli enti che promuoveranno sui diversi territori le iniziative cui i giovani stessi intenderanno partecipare.
Il Forum del terzo Settore è coinvolto nelle seguenti attività:
- pianificare le azioni di sistema sui territori con il coinvolgimento delle reti associative;
- seguire il coordinamento operativo delle iniziative, procedendo in prima battuta a:
- individuare preventivamente gli enti del Terzo settore che realizzeranno le attività attraverso una definizione di criteri qualitativi e organizzativi;
- individuare i territori interessati dalle iniziative progettuali;
- indicare il numero di giovani operatori che ciascun ente del Terzo settore intende coinvolgere e che si impegna a selezionare.
Nei prossimi giorni verranno definiti gli aspetti operativi che porteranno nelle prossime settimane alla definizione del progetto.
A seguire il commento di Licio Palazzini, presidente Cnesc:
PROTOCOLLO BONETTI – SPADAFORA – POSITIVE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA CNESC LICIO PALAZZINI
“E’ bene che l’esperienza del servizio civile sia di riferimento anche per altre azioni programmatiche, che non sono Servizio Civile Universale” così interviene Licio Palazzini sul protocollo fra la Ministra Bonetti e il Ministro Spadafora. “Stare insieme fra giovani e anziani era importante prima, adesso ancora di più e quindi questo protocollo, che chiama il Terzo Settore a esprimere la propria vocazione alla coesione, in questo caso fra generazioni è positivo”.
Ritornando sul SCU, il Presidente della Cnesc precisa “A maggior ragione quindi ricordiamo le richieste avanzate da più parti al Governo e al Ministro Spadafora di fondi aggiuntivi per il SCU nel Decreto Maggio per mettere a bando tutti i programmi ritenuti idonei che verranno depositati entro il 29 Maggio, la stabilizzazione pluriennale del contingente annuo, la revisione di quelle parti della riforma del SCU che imbrigliano le potenzialità dei giovani e delle organizzazioni. Potenzialità che la riattivazione dei progetti appena attuata, che ha portato da 3.200 a più di 23.000 operatori volontari riprendere il servizio, hanno invece dimostrato possibile“.
Roma, 5 maggio 2020
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