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Appello del Terzo Settore Veneto ai candidati Presidenti della Regione

Oggetto: Appello unitario del Terzo Settore Veneto ai candidati Presidenti della Regione Veneto: temi prioritari per un confronto

In vista della scadenza elettorale del 20-21 settembre, siamo a proporvi un confronto su alcuni temi che abbiamo individuato come prioritari all’interno del Forum Terzo Settore del Veneto, ente maggiormente rappresentativo riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politi-che Sociali, in esito all’avviso pubblico del 4.8.2017, ex artt. 59 e 64 d. lgs. 117/17.

Consapevoli che la pandemia da Covid-19 ha generato non solo una emergenza sanitaria, ma anche un’emergenza economica e sociale, abbiamo il dovere di ripensare e la possibilità di riprogettare quale comunità vogliamo essere. Serve lungimiranza, visione e capacità di progettare le funzioni della governance territoriale in chiave di infrastrutturazione sociale.

Con uno sguardo prospettico glocale, che connetta fortemente il processo di Autonomia regionale con il rilancio del Disegno Europeo, in cui il Veneto possa contare davvero nell’area mediterranea e balcanica. Questa è la prospettiva di lavoro emersa dal nostro convegno “Autonomia e prospettive per il terzo settore e la società civile”, dell’8 febbraio – poco prima del lockdown -, con il ministro Boccia, l’assessore Lanzarin e il presidente dell’Anci Conte. È urgente portare a compimento il cammino intrapreso con l’istituzione delle Regioni, proprio 50 or sono, facendo attenzione a non passare da un centralismo romano ad uno veneziano.

È una sfida a forte valenza democratica perché, per essere affrontata, non può essere delegata solo a qualcuno, ma necessita il coinvolgimento di tutti i cittadini di buona volontà e delle organizzazioni da essi costituite (comitati, associazioni, fondazioni, cooperative), in una sorta di “chiamata partecipativa” alla costruzione del Bene Comune, che superi appartenenze, ideologie, primogeniture e rendite di posizione.

A fronte della ricchezza di presenza e di prossimità che caratterizza il Terzo Settore veneto, riteniamo che, nella “Società del rischio” contemporanea, il Privato Sociale, sia utile e doveroso darsi alcune piste di lavoro per la ripresa post-crisi sanitaria ed economica, agendo il proprio ruolo sussidiario coessenziale – insieme alle istituzioni pubbliche e alle imprese – ad uno sviluppo economico sostenibile che promuova la coesione sociale.

Laddove sostenibilità ambientale e inclusione sociale sono ormai pacificamente considerate le due facce di una stessa medaglia, se solo si hanno a mente i 17 obiettivi ONU di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che informano anche la programmazione UE.

Ma sarebbe un errore considerare l’attenzione all’ambiente solo un obbligo o una crescente preoccupazione dell’elettorato, che ha soppiantato quella per la sicurezza: si perderebbe la potenzialità innovativa che comportamenti collettivi e politiche lungimiranti sulla sostenibilità ambientale, possono dispiegare: si pensi solo alla maggiore attrattività e competitività di una offerta turistica compiutamente informata a criteri di sostenibilità e accessibilità.

È necessario ed urgente, a nostro avviso, fare appello alle migliori energie e capacità di fare sistema, per iniziare subito a progettare un Veneto che sappia vedere le criticità che la emergenza da Coronavirus ha evidenziato ma anche cogliere le opportunità nascoste nelle pieghe dalla crisi, senza sprecare le preziose ed in parte inedite esperienze di collaborazione messe in campo durante la pandemia.

Urge pianificare l’allocazione delle risorse che verranno dai fondi della Legge Rilancio de-stinati per il Veneto (oltre 20 milioni di euro solo per gli ETS), che si aggiungono ai 5 milioni messi a bando a giugno dalla Regione – Assessorato alla Sanità e al Sociale. Questa messe di risorse, che giunge a ridosso della nuova stagione di programmazione dei Fondi strutturali 2020-2027, necessita di una regia unica programmatoria in capo all’Ente Regione, dove un ruo-lo maggiore deve essere dato al Sociale nella sua accezione ampia di crocevia dove passano tutte le politiche di Welfare, che deve restare universalista ed inclusivo. Istituire un assessorato regionale al Welfare sarebbe un ottimo segnale, che consentirebbe di superare la altrimenti inevitabile separatezza tra la gestione delle politiche di assistenza sociale e quella delle politiche attive e passive del lavoro.

Abbiamo certamente in mente le difficoltà di accesso a un lavoro decente per i giovani e le persone diversamente abili, quali situazioni paradigmatiche di una difficoltà strutturale anche nel nostro, per molti aspetti ancora ricco, Veneto.

Il modello del nuovo Welfare che immaginiamo “diffuso”, deve essere completato e supportato da una chiara struttura normativa ed organizzativa regionale che consenta una uniformità nella gestione delle risorse sul territorio.

Ma esiste un’altra questione che l’epidemia ha evidenziato: l’assoluta necessità dell’integra-zione socio-sanitaria da sempre uno dei capisaldi del “modello Veneto” che a nostro avviso negli ultimi anni ha subito un rallentamento, con la crescente enfasi posta sull’aspetto sanitario a discapito del sociale.

Vanno rafforzati i luoghi di confronto e favoriti i processi di aggregazione della miriade di soggetti nei quali si esprime l’impegno volontario delle migliaia di cittadini che operano a servi-zio del Bene Comune, ma al di fuori degli Enti del Terzo Settore: nel volontariato di prossimità, nei comuni, nella Protezione civile, ecc.

Nello specifico l’esperienza drammatica della pandemia ci deve far riflettere maggiormente sul-la necessità ripensare radicalmente i modelli di assistenza delle persone più fragili, anziani e diversamente abili.

La Legge sul “dopo di noi”, che proprio in questo periodo compie quattro anni, in seguito alla terribile epidemia da Coronavirus è diventata ancora più attuale e più urgente è la sua piena attuazione. Tanto è vero che la Legge Rilancio, all’articolo 104, ha aumentato di 20 milioni per il 2020 il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.

La legge sul “dopo di noi” indica una strada che é quella dell’autonomia, del “Progetto di vita” e di un modello di Welfare di prossimità. Ora più che mai gli Enti Locali e il territorio sono chiamati a riprogettare, insieme alle famiglie, al Terzo Settore e alle associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità, la vita dei concittadini più deboli, promuovendo condizioni dell’abitare vicine ai bisogni di indipendenza delle persone.

Ora che la Corte Costituzionale ha chiarito definitivamente i termini in cui va inteso il ruolo del Terzo Settore, quale soggetto che realizza finalità collettive al pari delle Istituzioni (sent. 131/2020), non sono più giustificati i timori e le resistenze della prima fase di applicazione del Codice del Terzo Settore in materia di co-programmazione e co-progettazione.

Nello stesso tempo, va promossa l’adozione linee guida nazionali e la semplificazione delle discipline regionali per garantire livelli essenziali delle prestazioni in tutta Italia.

È, inoltre prioritario: a) attivare urgenti misure per disincentivare l’esodo di personale sanitario e socio-sanitario dal settore privato, in particolare dal non profit che in questi anni ha investito in formazione e professionalizzazione del personale; b) favorire percorsi per l’inserimento nel Terzo Settore socio-assistenziale di lavoratori che han-no perso il lavoro o desiderano ricollocarsi in un nuovo ambito professionale; c) facilitare ed incentivare percorsi regionali per la formazione di operatori sociosanitari e di infermieri, riportando al centro del dibattito il tema dell’Operatore Socio Sanitario Specializzato che deve diventare quel tecnico esperto di assistenza di base, dotato di formazione e funzioni complementari rivolte ad agevolare il lavoro degli infermieri.

I portavoce Marco Ferrero, Maria Gallo, Denis Cagnin
Padova, 30 luglio 2020

Qui la presentazione dei 10 punti Appello candidati settembre 2020

per ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Adiconsum – Associazione Difesa Consumatori e Ambiente, promossa dalla CISL AGESCI – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani AICS – Associazione Italiana Cultura e Sport AIDO – Associazione Italiana per la Donazione di Organi ANOLF-CISL – Associazione Nazionale Oltre le Frontiere ANFFAS – Associazione nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale ANPAS – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze ANTEAS – Associazione nazionale Tutte Età per la Solidarietà ARCI – Associazione Ricreativa Culturale Italiana ASI – Associazioni Sportive e Sociali Italiane AUSER – Associazione per l’Invecchiamento Attivo AVIS – Associazione Volontari Italiani del Sangue Compagnia delle Opere CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza Confcooperative Federsolidarietà Croce Rossa Italiana CSI – Centro Sportivo Italiano Legacoop Sociali Legambiente MoVI – Movimento di Volontariato Italiano UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare UISP – Unione Italiana Sport per Tutti UNEBA – Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco d’Italia

 

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