Giovani e Servizio Civile, l’incertezza del futuro incide sulla partecipazione
11 Luglio 2022Diffusi i dati dell’indagine condotta dalla Fondazione Amesci sui motivi di assenza al colloquio. La ricetta per contrastare l’assenteismo del presidente Borrelli: “Preservare identità del Servizio Civile”.
NAPOLI, 11 LUGLIO 2022 – “Il servizio civile è un Istituto della Repubblica deputato alla difesa della Patria, che si realizza con mezzi ed attività non armate, ed è considerato un esempio di politica efficace ammirata in tutta Europa. Per i giovani rappresenta da sempre un’esperienza di partecipazione e di servizio al Paese, un’occasione per dare il proprio contributo alla comunità in un’età di crescita e di formazione alla vita adulta. Sono queste le caratteristiche sulle quali concentrare la comunicazione istituzionale del servizio civile, per non correre il rischio che sia invece visto e vissuto dai giovani come un’esperienza prevalentemente formativa, al pari di altre e, da questo punto di vista, meno conveniente in termini di impegno e durata”.
E’ il commento del presidente Enrico Maria Borrelli ai risultati diffusi oggi dell’indagine realizzata dalla Fondazione Amesci per approfondire le motivazioni di assenza ai colloqui di selezione dei candidati.
Lo scorso 9 marzo si è chiuso infatti il più grande bando di selezione nella storia del servizio civile, con ben 64.331 posti disponibili (nel 2021 erano 55.793: +15%), afferenti a 3.289 progetti da realizzare in Italia (3.090) e all’estero (199). Le domande di partecipazione dei giovani sono state 112.008, di cui 66.873 donne (63%) e 41.441 uomini (37%). Nel particolare sono 105.098 (1,7 domande per ogni posto disponibile) le domande presentate dai giovani tra i 18 e 28 anni per i progetti in Italia e 3.595 (3,1 domande per ogni posto disponibile), per quelli all’estero. Nonostante l’incremento dei posti messi bando sono diminuite dell’11% le domande presentate rispetto al 2021 (125.286) e desta, inoltre, preoccupazione il tasso di assenteismo al colloquio di selezione dei candidati, che si attesta intorno al 30% (quasi generalizzato per tutti gli enti).
Per analizzare le motivazioni di questo fenomeno, la Fondazione Amesci ha somministrato un questionario online ai 1.908 giovani (836 uomini e 1.072 donne) risultati assenti ai propri colloqui di selezione, ovvero il 29,33% delle candidature ricevute (in totale 6.505 di cui il 57,9% donne e il 42,1% uomini) per partecipare ai 166 progetti in Italia e i 15 progetti all’estero della Fondazione.
Al questionario hanno risposto 504 giovani (63,9% femmine, 36,1% maschi). Il 66,5% degli intervistati è in possesso di diploma di scuola superiore, il 16,1% di laurea triennale e l’8,7 di laurea magistrale, mentre il 7,5% di licenza di scuola media inferiore. Il 38,3% si dichiara studente, il 16,5% studente-lavoratore e il 22% lavoratore, il 18,8% è disoccupato in cerca di lavoro.
Guardando ai motivi di assenza a colloquio, il 41,7% ha indicato lo studio (15,7%) ed il lavoro (26%), mentre il 16% motivi personali (6,4%), di salute (4,4%) e di famiglia (5,2%). Il 22,6% dichiara di non aver ricevuto comunicazioni relative al colloquio, sebbene il bando chiarisse che l’obbligo di informazione è assolto attraverso la pubblicazione sui siti degli enti titolari dei progetti. Il 4,2% ha semplicemente cambiato idea: il 26,5% perché ha trovato lavoro (26,5%) e il 17,7% per aver valutato l’incompatibilità con altri impegni. Infine, l’80,9% ha risposto che ripresenterebbe domanda di partecipazione (si: 59,1% – forse: 21,8%), il 7,3% non la ripresenterebbe e l’11,7% non sa se la ripresenterà.
“Dall’indagine emerge che il 38% di quelli che non si presentano ai colloqui già lavora o è uno studente/lavoratore studio, il che significa che il servizio civile è un’opportunità che interessa molto i giovani, ma non sempre è conciliabile con i loro impegni e in molti casi lo scoprono dopo aver avanzato la candidatura.” osserva il Presidente della Fondazione, Enrico Maria Borrelli.
Borrelli continua evidenziando che “I canali di informazione di Amesci raggiungono oltre 2,5 milioni di utenti l’anno e per l’intera durata del bando la Fondazione ha messo in campo una massiva campagna di promozione, sia sul sito istituzionale che attraverso i canali social e i giornali. Ciò nonostante, non sembra esservi un problema di comunicazione o di appeal del sistema, quanto piuttosto di consapevolezza della scelta e di attenzione alle informazioni: l’80% dei giovani dichiara di non essere a conoscenza della possibilità di recuperare l’eventuale assenza, pur essendo tale opportunità chiaramente indicata nella medesima comunicazione con la quale sono stati informati della data del colloquio”.
A sostegno di questa ipotesi intervengono i dati degli anni passati, in cui Amesci ha registrato il 33,9% di assenti nel 2020 (ante covid) e il 21,1% nel 2021 (-12,8%) con l’introduzione dei colloqui online che hanno facilitato la partecipazione dei giovani. Nel 2022 i colloqui di Amesci si sono svolti prevalentemente online, eppure il dato delle assenze è tornato a salire significativamente rispetto al 2021 (+8,2).
“Non emergono elementi sufficienti a ritenere queste assenze ai colloqui una criticità del servizio civile, anche perché risulta essere conforme ai dati degli altri concorsi pubblici. Ma è sicuramente necessario che il Dipartimento realizzi, in occasione della pubblicazione dei bandi di selezione, una comunicazione adeguata al Servizio Civile, strumento unico per lo Stato di educare alla cittadinanza attiva e ridurre così la distanza con le istituzioni” segnala Borrelli.
“Sono mutate in realtà le motivazioni per le quali i giovani scelgono di fare servizio civile: meno voglia di impegnarsi per l’altro e più attenzione alla propria formazione e alle proprie motivazioni personali” afferma il presidente della Fondazione Amesci. Lo dimostra il significativo calo di candidature per i progetti di assistenza registrato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e Servizio Civile Universale e, di contro, la crescita del numero di domande per i progetti di educazione e promozione culturale. “Un dato che invita tutti a prestare attenzione, per non mettere a rischio il futuro di questo istituto proprio quando si stanno festeggiando i suoi primi 50 anni di storia. E di successi”.
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