Social bonus: l’analisi di Vanessa Pallucchi sul Sole 24 Ore
21 Luglio 2022Riportiamo l’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 21 luglio a firma della portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi.
“Tra le misure di sostegno per il Terzo settore introdotte dalla riforma iniziata 5 anni fa, il social bonus rappresenta una novità sicuramente molto interessante. Con il decreto pubblicato in GU si aprono per gli ETS importanti opportunità per riqualificare immobili pubblici inutilizzati e convertire a fini sociali beni confiscati alle mafie. Parliamo di attività che il Terzo settore già svolge da anni, ma che il social bonus può contribuire a rafforzare favorendo l’attivazione di un circuito virtuoso che vede coinvolti persone, enti e imprese che decidono di effettuare, a favore di queste realtà, erogazioni liberali a fronte di consistenti agevolazioni fiscali.
La misura si colloca in modo appropriato nell’impianto normativo teso alla valorizzazione del Terzo settore immaginato nel 2017 dal legislatore: è un ulteriore passo avanti nel riconoscimento del ruolo di associazioni, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali nel creare valore sociale (oltre che economico) sui territori, promuovendo partecipazione, cultura, inclusione e legalità.
Il social bonus potrà essere riconosciuto a condizione che gli enti svolgano solo attività non commerciali. Un vincolo mitigato dal fatto che sono considerate “decommercializzate” alcune attività come quelle svolte verso i propri associati o convenzionate con la PA, ma che comunque potrebbe ridurre l’efficacia di questo strumento. Garantire la sostenibilità economica a medio-lungo termine di un progetto di riqualificazione anche attraverso entrate da attività commerciale è cruciale. Diversamente, il rischio è di non riuscire a dare sufficienti orizzonti temporali ai progetti. Anche il limite del 5 per mille dei ricavi annui delle società da destinare alle erogazioni liberali potrebbe risultare troppo esiguo.
Secondo l’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), a fine 2020 il totale degli immobili confiscati è di 35mila, di cui oltre 17mila destinati agli enti territoriali o mantenuti all’interno del patrimonio statale. Quasi 5mila beni sono bloccati in attesa dell’espletamento delle procedure e su oltre 3mila non ci sono state manifestazioni di interesse. Inoltre, in base alle stime risalenti al 2018 del Ministero dell’Economia, il patrimonio pubblico immobiliare non utilizzato equivale a 12 miliardi.
Questi dati raccontano drammaticamente di occasioni mancate di sviluppo e partecipazione, oltre che di sprechi. Si tratta di luoghi dove si potrebbero realizzare moltissime iniziative per le nostre comunità: pensiamo ai doposcuola per i bambini, allo sport sociale per giovani e anziani o al semplice ma sempre più raro incontro tra le persone; insomma, a quelle attività che rafforzano le relazioni positive e la coesione sociale. L’auspicio è che il social bonus possa rappresentare la spinta in più per ridare vita a quei beni che oggi sono di nessuno e che possono essere al servizio di tutti”.