Adozioni Internazionali con il freno a mano tirato, nel completo silenzio delle istituzioni
27 Gennaio 2023I dati 2022 pubblicati dalla CAI confermano come la dissennata prassi dei “Decreti di idoneità vincolati” sia stata la causa principale della mancata ripresa. La speranza posta in un auspicato cambio di passo del Governo Meloni
27 gennaio 2023
La CAI, Commissione Adozioni Internazionali, ha pubblicato i dati sulle Adozioni Internazionali relativi al 2022. Le tabelle, proposte sia con una suddivisione per Paesi, sia per gli Enti accreditati, mostrano un andamento stabile rispetto al 2021. E questa non può certo essere considerata una buona notizia, ma una conferma dello stato di grave crisi in cui ormai da anni versano le Adozioni Internazionali, nella sostanziale indifferenza delle autorità.
565 adozioni a fronte di centinaia di migliaia di bambini nelle neglect list
In totale, le adozioni sono state 565 (contro le 563 del 2021) provenienti da 61 Paesi differenti. A guidare la classifica è la Colombia con 113 adozioni nel corso del 2022. Seguono l’India con 75, l’Ungheria con 68, il Vietnam con 46 e l’Ucraina con 33, subito davanti alla Russia (32).
Se questi sono i numeri dei principali Paesi, però, basta scorrere anche solo velocemente le tabelle per rimanere sconcertati davanti ad altri numeri, ovvero quelli delle “procedure pendenti”: gli iter adottivi in corso e per i quali ancora non si intravede una soluzione. La tabella della CAI non riporta il dato totale, ma basta una veloce addizione per arrivare alla cifra di 2.536 procedimenti. 2.536 famiglie in attesa di diventare tali e che magari da anni (vedi la situazione della Cina) vivono in uno stallo di cui non conoscono la fine.
Ma questi numeri sono nulla se confrontati a quelli dei minori delle neglect list, quegli elenchi, che gli enti accreditati ricevono periodicamente dai Paesi del mondo, di bambine e bambini dichiarati adottabili quando le speranze di poter trovare loro una famiglia è davvero minima.
Eppure, le famiglie interessate all’adozione non mancano: solo per quanto riguarda Ai.Bi., nel corso del 2022 sono stati organizzati 63 incontri formativi a cui hanno partecipato un totale di 337 coppie. Ma, soprattutto, sono state ben 89 coppie quelle che hanno chiesto e ottenuto di partecipare al corso di formazione “L’incontro con mio figlio”, pensato per accompagnare gli aspiranti genitori adottivi, già in possesso del decreto di idoneità, all’incontro con il loro figlio. La crescita rispetto al 2021 è stata del 40%, a conferma di come l’interesse verso l’adozione da parte delle coppie ci sia e, anzi, stia crescendo.
Il freno dei “Decreti Vincolati”
Cosa frena, allora, la ripresa delle adozioni internazionali? I fattori sono tanti e più volte denunciati: i costi, i tempi,la burocrazia… Ma più di tutti, oggi, è un ostacolo la dissennata politica messa in atto da molti Tribunali per i Minorenni – purtroppo sempre di più – di emettere un numero sempre crescente di “Decreti di idoneità vincolati“, ovvero decreti di idoneità concessi alle coppia per adottare che pongono, però, per l’appunto, dei “vincoli stringenti” rispetto ai bambini che possono essere loro abbinati.
Il motivo di tale aumento è da rintracciare nella crescente preoccupazione dei servizi sociali e della magistratura minorile rispetto ai presunti fallimenti delle adozioni internazionali. Come se non bastassero a tranquillizzarli gli esiti delle ricerche che periodicamente vengono realizzate e che evidenziano come il dato dei fallimenti sia costante nel tempo: appena il 3% del totale. Il ché significa che il restante 97% delle adozioni non va incontro a gravi crisi.
Il dramma dei vincoli è che, il più delle volte, non tengono conto della reale situazione dei minori adottabili e dunque, di fatto, impediscono alla coppia di poter realizzare il sogno di una famiglia.
Tutto questo, come detto, in un assordante silenzio dei governi succedutisi negli ultimi anni, che hanno dirottato la propria attenzione su altre priorità, a partire dai problemi legati al Covid per arrivare a quelli della guerra scoppiata ormai quasi un anno fa in Ucraina. In questo scenario l’Adozione Internazionale è stata lasciata ancora una volta da parte, con le conseguenze, anche numeriche, che i dati della CAI hanno certificato.
Davvero, ora, è il momento per il Governo Meloni di lavorare per invertire la rotta: abbattere una volta per tutte le lentezze burocratiche del sistema Italia applicando un termine perentorio per l’ottenimento della idoneità; eliminare drasticamente i decreti vincolati; garantire la gratuità dell’adozione internazionale; dare la possibilità agli enti autorizzati di operare in ogni Paese estero; istituire presso ogni Ambasciata italiana un addetto alle adozioni internazionali.
Queste la basi di un speranza di ripresa che può diventare, con la volontà, una realtà.
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Ufficio Stampa Ai.Bi. Amici dei Bambini
Francesco Elli
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