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Naufragio migranti Crotone, il cordoglio e gli appelli delle associazioni

ACLI: Migranti Crotone: si metta fine alle stragi dell’indifferenza

Mentre si continua a discutere di chi deve farsi carico del salvataggio in mare della vita di migliaia di bambini, donne e uomini che scappano dalle peggiori tragedie umanitarie del secolo, sulle spiagge italiane, a pochi chilometri da Crotone, un barcone con 250 persone a bordo non è  riuscito a raggiungere la costa. Se il numero dei superstiti si fermasse a 33 ci troveremmo di fronte a un’altra strage dell’indifferenza.

Mentre i governi europei discutono  delle responsabilità del soccorso e dell’accoglienza di chi fugge da guerre, persecuzioni e calamità naturali, intanto che decidono come esternalizzare le frontiere e costruire nuovi muri, la contabilità di morte continua a scandire  le sue vittime. Per favorire il soccorso in mare, le Acli chiedono al governo italiano di ritirare il “decreto ong” e, al tempo stesso, chiedono all’UE un vertice permanente che,  nel rispetto del diritto internazionale, doti l’Unione di una  strategia di accoglienza su tutte le rotte di accesso all’Europa
Accogliere è un dovere e un obbligo,  non una opzione tra le altre. Basta morti nel Mediterraneo.

Luca Rossi – Resp.le Ufficio Stampa ACLI – cell.3669539817 – ufficiostampa@acli.it | W: www.acli.it


AOI: Ancora morti nel Mediterraneo: il Governo non impedisca di salvare vite umane e rilanci l’Aiuto Pubblico per lo Sviluppo

Un ennesimo naufragio, stavolta a ridosso della costa crotonese: 250 persone disperate in fuga prevalentemente dalle zone di guerra e da Paesi in cui la democrazia e i diritti sono cancellati. 60 morti accertate e tanti, troppi dispersi, tra loro donne e bambini. Nessuno a portare aiuto durante quel tragitto.

La Rete Associativa AOI e le organizzazioni operanti nel salvataggio in mare, tra cui le sue associate Emergency, ResQ e SOS Mediterranée Italia, insieme ad Amnesty, ASGI ed Alarm Phone, avevano denunciato in una recente audizione parlamentare il pericolo di una catastrofe umanitaria se fosse diventato legge il decreto del Consiglio dei Ministri, voluto dal responsabile del dicastero dell’Interno Piantedosi. Questa misura non permette più salvataggi multipli e tiene le navi umanitarie lungamente ferme nei porti. L’assegnazione di porti di sbarco lontani dal luogo della raccolta dei naufraghi costringe le navi al periplo della nostra penisola.

Il Governo italiano, di fronte alla tragedia annunciata, deve prendere atto della responsabilità che si è assunto nel bloccare gli aiuti a chi fugge da violenza e morte. Non serve il cordoglio per le vittime, adesso, ma uno sforzo comune per salvarle quando sono in pericolo e una strategia politica coerente nell’affrontare alla radice le cause che stanno all’origine delle fughe per la sopravvivenza. Intanto, tornino in mare le navi umanitarie per portare soccorso, da sempre in collaborazione con la Guardia Costiera, che, come il naufragio di ieri ha dimostrato, da sola non può farcela. AOI ringrazia tutte le ong impegnate nel SAR, che ogni giorno rischiano paradossalmente di pagare caro il loro “far il bene”. – dichiara Silvia Stilli, Portavoce AOI.

Agire per il cambiamento significa mettere insieme risposte all’emergenza immediata con una visione di sviluppo sostenibile globale: l’una non sostituisce l’altra o la scavalca nella scala di priorità. Le organizzazioni di solidarietà, aiuto umanitario e cooperazione internazionale questo fanno. Dovrebbe saperlo bene il Ministro degli Esteri, che purtroppo ieri in televisione ha di nuovo parlato di pull factor nella relazione tra la presenza di ong nel Mediterraneo e quella dei trafficanti di vite umane con i barconi della morte.

L’Italia non investe quanto e come dovrebbe nell’ APS (Aiuto Pubblico per lo Sviluppo), lo spiega bene la Campagna 0,70. Da mesi la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia un “Piano Mattei” per l’Africa, che all’oggi si sta traducendo in accordi con la Libia nel rafforzamento delle forniture di motovedette che riportano indietro le persone in fuga proprio dalle violenze dei campi di raccolta dei migranti; quello stesso Piano ha visto anche di recente la firma di un altro accordo stavolta con il Governo egiziano per la fornitura di energia con l’impiego dell’ENI, senza chiedere garanzie sulla consegna degli assassini di Giulio Regeni e  la scarcerazione di Patrick Zaki.

La rete AOI invita Parlamento e Governo a costruire insieme agli attori tutti della cooperazione internazionale una strategia italiana, su cui chiedere un maggiore impegno e sostegno europeo per evitare tragedie come quella della costa crotonese: ma nel nome di una corrispondenza fattiva tra politiche migratorie ed efficace e autorevole politica di cooperazione internazionale allo sviluppo. E ponendo la centralità del rispetto dei diritti umani, della democrazia, per il contrasto alla fame e alle povertà e ai cambiamenti climatici e la cessazione di guerre e conflitti. Non ci si può sottrarre all’imperativo di salvare vite umane.

Bene sottolinea la nostra associata Progetto Sud della UIL: l’immigrazione non si governa annegando i diritti. È la giusta risposta al Ministro Piantedosi, che ieri ha chiesto di fermare chi fugge dalle tragedie e violenze. In questo momento, di fronte a questa immane tragedia avvenuta sulle coste che videro la nascita della cultura Mediterranea proprio dall’accoglienza di altre genti, sarebbe importante che il Presidente Mattarella ascoltasse l’appello delle ong del salvataggio in mare, che l’AOI sostiene, per la sospensione delle limitazioni volute dal Ministro Piantedosi. Siamo disponibili ad incontrarlo” – conclude Stilli

Ufficio stampa Francesco Verdolino – Francesco.verdolino@hotmail.it – 3398129813


ARCI: Crotone: 60 morti, tanti dispersi, ancora vittime del cinismo dei governi

Roma, 26 febbraio 2023 – Ancora morti. Ancora vittime del cinismo dei governi che, senza alcuna vergogna, continuano ad impegnarsi per impedire alle persone di mettersi in salvo, anziché provare a salvarle e a sottrarle ai rischi connessi alle fughe via mare, all’attraversamento delle frontiere con mezzi fatiscenti e totalmente inadatti.

Il pensiero e il cordoglio dell’Arci nazionale e di Arci Calabria va innanzitutto alle vittime e alle loro famiglie. Esprimiamo tutto lo sdegno e la rabbia per chi in questi anni si è solo occupato di criminalizzare l’immigrazione e coloro che operano per salvare le persone che attraversano il mare per fuggire da guerre e persecuzioni.

Se queste persone avessero potuto scegliere vie legali e sicure garantite dai governi per attraversare le frontiere, non si sarebbero rivolte a chi organizza questi viaggi pericolosi. Se avessero potuto avere un visto e prendere un aereo non sarebbero morte. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo, forse si sarebbero potute salvare. Gli scafisti, categoria prodotta direttamente per interessi elettorali da governi e partiti xenofobi, non potrebbero fare affari se i governi, a partire dal nostro, non mettessero direttamente la vita di migliaia di persone nelle loro mani, con atti legislativi e con scelte politiche come l’ultimo decreto anti ONG. Qualcuno prima o poi chiederà conto di quanti lucrano elettoralmente sull’immigrazione, criminalizzandola e causando le tragedie cui siamo costretti ad assistere.

ufficiostampa@arci.it – T +39 06 41609268


AUSER: Naufragio migranti: I  corpi dei morti e dei dispersi in mare pongono l’Ue e il nostro governo davanti alla vergogna di non sapere gestire il fenomeno migratorio”

Ancora migranti morti sulle nostre coste e nei nostri mari. Ancora tratti di costa trasformati in macabri cimiteri.  Auser Nazionale esprime profondo cordoglio per le vittime di Cutro e le loro famiglie,  per i dispersi che il mare non restituirà più e si chiede quante altre scene strazianti si dovranno ancora vedere, quanti morti ancora contare.  “Esprimiamo – prosegue l’Auser- tutto il nostro sdegno e la rabbia per una tragedia che pare senza fine, per chi in questi ultimi anni si è solo occupato di criminalizzare l’immigrazione e le organizzazioni che operano per salvare vite di persone che attraversano il mare per fuggire da persecuzioni, guerre, carestie. Se ci fosse stato un piano, un programma di salvataggio e soccorso europeo, forse queste vite si sarebbero potute salvare. Se un decreto del governo non avesse ridotto l’operatività delle navi delle Ong, forse il destino di queste persone sarebbe stato diverso. I soccorsi – conclude Auser –  non possono essere un crimine. I 59 corpi del crotonese e dei dispersi in mare pongono l’Ue e il nostro governo davanti alla vergogna di non sapere gestire il fenomeno migratorio. E’ necessario istituire e rafforzare i corridoi umanitari, rivedere il trattato di Dublino sui migranti e il memorandum con la Libia, un impegno corale sulle politiche dell’accoglienza. Per rendere giustizia alle vittime e ai loro famigliari bisogna pretendere la verità sulle morti e non restare a guardare”.

Responsabile Ufficio Stampa Auser Nazionale – Giusy Colmo


CINI: Naufragio di Crotone, il cordoglio delle ONG internazionali. Serve un impegno concreto dell’Europa per garantire vie di accesso regolari e sicure per chi fugge da guerre e povertà.

Roma 26 febbraio, 2023 – Di fronte alla tragedia umana e morale dei migranti morti nel naufragio della loro imbarcazione di fortuna a largo delle coste italiane, vogliamo non solo esprimere il nostro cordoglio per le vittime ma altresì ricordare come questi drammi sono il frutto malato della crescente insensibilità mostrata da molte nazioni europee davanti ai problemi che affliggono i paesi più esposti alle guerre ed alla povertà.

In particolare, la gestione dei flussi migratori con una logica da ordine pubblico internazionale o, come nel caso dell’ Italia , di difesa dei confini nazionali da supposte invasioni straniere, apre naturalmente la strada alla criminalità organizzata che lucra sui divieti alle migrazioni regolari o all’assenza dal mare delle Ong impegnate nel soccorso dei naufraghi. La visione ottusa e demagogica di una Europa fortezza, impegnata a difendere i propri privilegi blindando le frontiere, non è solo eticamente inaccettabile ma rappresenta anche la risposta sbagliata all’inverno demografico che attraversa tutto il Continente. La democrazia si costruisce attraverso il rispetto dei Diritti umani, e quello di una migrazione sicura rientra tra quelli fondamentali. Come Ong internazionali impegnate nel rispetto della Carta dei diritti delle Nazioni Unite e degli impegni presi dal nostro Paese in merito agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, continueremo la nostra opera al fianco di quanti si appellano alla fratellanza, alla giustizia e alla libertà di scegliere il proprio avvenire.


CNCA: Naufragio di Crotone, Governo e UE responsabili dello smantellamento del sistema di soccorso

Garantire canali di ingresso legali e sicuri.
Necessario fare chiarezza su eventuali responsabilità istituzionali per la tragedia

Roma, 28 febbraio 2023 – Siamo stanchi e arrabbiati davanti all’ennesima tragedia nel Mediterraneo. E altre ne seguiranno se non cambieremo radicalmente la politica per le migrazioni del nostro paese e dell’Unione Europea. Come Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) denunciamo ancora una volta che la prima causa di questi terribili naufragi è il continuo smantellamento del sistema di soccorso a favore di una politica che vuole costruire muri e, come si evince dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, arriva addirittura a colpevolizzare uomini, donne e bambini in fuga da una guerra, un disastro ambientale, una vita di povertà senza speranze.

Il naufragio di Crotone è solo l’ultima vicenda che evidenzia la necessità di una maggiore presenza degli stati e delle Ong lungo le rotte del Mediterraneo. Invece, si sta cercando di ridurre in modo sempre più drastico l’attività dei soccorritori, imponendo regole volte chiaramente a ostacolare la loro azione.

È poi evidente che non è più rinviabile l’istituzione di canali legali e sicuri per entrare nel nostro come negli altri paesi dell’Unione Europea, unica soluzione alle partenze con gli scafisti, a cui persone e famiglie non si rivolgerebbero se non fossero state messe con le spalle al muro.

Infine, riteniamo urgenti l’organizzazione di una vasta mobilitazione nazionale e locale, che faccia sentire la voce di chi non condivide le politiche del governo italiano e dell’Unione Europea, e l’avvio di un’indagine che accerti come sono andati effettivamente i fatti davanti alla costa crotonese e se ci sono responsabilità istituzionali sul mancato soccorso prima del naufragio. Non si può restare in silenzio dinanzi alle centinaia di esseri umani che, ogni anno, muoiono nel mar Mediterraneo o finiscono reclusi in Libia o in altri paesi che si prestano a fare ciò che per noi sarebbe insostenibile.

Info

Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa e Comunicazione CNCA – tel. 06 44230395/44230403 – cell. 329 2928070 – email: ufficio.stampa@cnca.it

 


UISP: Naufragio di migranti in Calabria: ancora violato il diritto alla vita

Tiziano Pesce: “Ci uniamo alle parole del presidente Mattarella: basta! La strage andava evitata”

26 febbraio 2023 – Mentre continua a salire il numero delle vittime si fa largo l’ipotesi che le persone ammassate nel barcone del naufragio fossero più di duecento. I cadaveri, tra i quali alcuni minorenni, sono stati trovati stamattina sulla spiaggia in località «Steccato», a venti chilometri da Crotone. I nostri mari e le nostre coste sono nuovamente teatro di morte – dice Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – L’ennesima tragedia di migranti in fuga da guerre, violenze e povertà, si è consumata la scorsa notte di fronte al litorale calabrese di Crotone. L’ennesima strage che andava evitata, che poteva essere evitata. I morti si contano già a decine, bambini, donne, uomini, tra di loro anche un neonato di pochi mesi; molte decine i dispersi.”

Ancora una volta non possiamo che unirci alle tantissime reazioni di sdegno e cordoglio, sia nel terzo settore che in ambito politico, a partire dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ancora una volta gridiamo basta! Condanniamo i trafficanti di vite umane, chiediamo ai Governi, all’Unione Europea, agli Stati tutti, di assumere provvedimenti non più rinviabili che fermino questi orrori. Nel Mediterraneo si continua a morire mentre nel nostro Paese il problema più grande, per tanti, continua ad essere rappresentato dalle Ong“.

Vicinanza alle vittime, ai dispersi, al dolore delle loro famiglie – conclude Pesce – un sentito ringraziamento a tutti gli operatori delle forze dell’ordine, del soccorso, della protezione civile, delle amministrazioni locali, impegnati in queste ore nell’accogliere i superstiti e nelle disperate ricerche in mare“.

Responsabile Ufficio Stampa Uisp – Ivano Maiorella


FEDERCONSUMATORI: Naufragio migranti: accertare le responsabilità degli inammissibili ritardi ed errori

1 marzo 2023 – Sono passati oltre tre giorni dal tragico naufragio sulla spiaggia di Cutro e ora emergono con forza i primi elementi per fare chiarezza sul tragico ritardo dei soccorsi.

La Guardia Costiera ha spiegato ieri che l’operazione di ricerca del barcone, già individuato da un velivolo di Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) la sera di sabato a circa quaranta miglia dalle coste di Crotone è stata effettuata come “operazione di polizia” (law enforcement) di contrasto di traffici clandestini e non come un’attività di soccorso in mare.  Questo spiega perché ad intervenire è stata la Guardia di Finanza, che non solo non ha mezzi adeguati ad affrontare il mare in quelle cattive condizioni, ma può intervenire solo nel limite delle dodici miglia territoriali, mentre il barcone si trovava, invece, in acque internazionali. Ecco perché, secondo le ricostruzioni, hanno atteso due ore prima di salpare.

Il resto è cronaca: l’imbarcazione non viene trovata, la navigazione diventa pericolosa per i mezzi delle Fiamme Gialle, che perciò rientrano ai loro ormeggi; anche un secondo tentativo di ricerca va a vuoto. Subito diverse voci dichiarano che le cose sarebbero potute andare diversamente se si fossero fatte intervenire le motovedette inaffondabili della Guardia Costiera, adatte ad affrontare il mare anche in quelle condizioni. Non si spiega, inoltre, perché non sia decollato un elicottero per individuare il barcone disperso.

Tutto sarebbe dipeso da un errore di valutazione, da un banale, tragico, inammissibile errore di valutazione. Così non si è effettuato un pronto intervento per soccorrere le 66 persone che hanno avuto la vita spezzata, 15 bambini, giunte in prossimità di una salvezza che tentavano di raggiungere, fuggendo dalla guerra e da altre immani tragedie. Questo è al momento il drammatico bilancio, ma sono ancora molti i dispersi.

La Procura di Crotone è chiamata, ora, a individuare le responsabilità dell’accaduto, che ci aspettiamo siano adeguatamente perseguite. Tale vicenda rappresenta però un evidente e imprescindibile richiamo, per lo Stato e per le coscienze di ognuno di noi: laddove i vincoli burocratici prendono il sopravvento sui valori e sui diritti fondamentali si entra nel perimetro di una pericolosa degradazione della dignità e della vita umana. Resta da chiedersi quanto contribuisca a creare queste situazioni grottesche l’affermarsi di un clima politico intriso di intolleranza del diverso, indifferenza al dolore altrui e di egoismo, giunto ormai fino allo sdoganamento esplicito di culti razzisti e pratiche violente, contro i quali occorre la vigilanza di tutti e il presidio delle istituzioni democratiche, a iniziare dalle agenzie educative e culturali.

È un monito che tutte le forze politiche, il Governo, il Parlamento e l’UE devono tenere ben presente nella definizione, quanto mai urgente e necessaria, di politiche nuove per le migrazioni e l’accoglienza improntate, prima di tutto, alla salvaguardia e al rispetto delle persone.

Ufficio stampa Federconsumatori – APS – ufficiostampa@federconsumatori.it

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