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Buone Notizie – Corriere – Governo, l’appello del Terzo settore:«Il sociale non può più aspettare» – 16 agosto 2019

Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale, e i tempi della crisi: «Non ci riguarda come finirà, ma milioni di persone attendono da oltre due anni l’attuazione della riforma e l’economia sociale è una priorità. Non blocchiamo il lavoro già fatto finora»

Appello dal Terzo settore ai naviganti del governo prossimo venturo, qualunque dovesse essere il governo e chiunque dovesse esserci al timone in autunno o quando sarà: «So che tutti i partiti ne sono già consapevoli ma proprio perché stiamo attraversando un momento delicato voglio ricordarlo a tutti lo stesso. Il Terzo settore attende da oltre due anni l’attuazione di una riforma già approvata e c’è un elenco di priorità sociali di cui tenere conto nella prossima legge di stabilità. Il nostro auspicio, mentre continuiamo a lavorare su questi fronti, è che lo stesso impegno venga mantenuto e portato avanti dai nostri interlocutori istituzionali futuri. Sia nel caso in cui continuino a essere quelli con cui abbiamo lavorato finora, sia in quello in cui dovessero essere altri». Lo chiede Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore.

Preoccupati?

«Come tutti, certo. Ma non per l’aspetto politico della crisi. Noi siamo il Terzo settore, non un partito. E i nostri interlocutori sono le istituzioni in quanto istituzioni, a tutti i livelli, a prescindere dalla persona o dal partito che in un certo periodo occupa quel posto. Per questo a preoccuparci è un altro aspetto, vale a dire da una parte il possibile ulteriore rallentamento di lavori connesso ai tempi di una crisi di governo e dall’altra la possibilità di dovere in futuro ripartire daccapo rispetto a discussioni già avviate da tempo su temi importanti non per noi ma, a nostro avviso, per tutto il Paese».

Cosa chiedete dunque nello specifico?

«In primo luogo, più che chiedere, semplicemente ci teniamo a ricordare che per il Terzo settore – il che vuol dire per migliaia di associazioni, cooperative sociali, imprese sociali, nonché in concreto per milioni di persone che un servizio sociale lo svolgono e milioni di altre, molte di più, che quel servizio lo ricevono – è importante che l’attuazione della riforma approvata nel 2016 sia completata. Esiste una agenda che con questo governo era stata definita e vogliamo aspettarci che qualunque governo futuro la mantenga».

Il Terzo settore ultimamente non brilla per popolarità nei sondaggi, la sigla ong è terreno di scontro, c’è tutta una corrente per la quale “sociale” significa “buonismo” e chi “aiuta” andrebbe processato prima che sostenuto. Perché il Paese dovrebbe considerarla una priorità?

«I sondaggi come è noto non sono sempre una fotografia della realtà. E la realtà, i fatti, dicono una cosa molto semplice e ormai universalmente riconosciuta: la vocazione sociale dell’economia è nell’agenda internazionale. La funzione sociale dell’economia rappresenta un interesse dell’Italia, non è l’atto generoso di un filantropo. I soggetti attivi e passivi che stanno aspettando l’applicazione completa della Riforma sono un pezzo consistente d’Italia, e quindi anche di economia italiana. E occuparsi di loro vuole dire occuparsi di un interesse dell’Italia. Di tutta l’Italia. Per questo, proprio perché si parta di “tutta” l’Italia, il secondo punto del nostro appello riguarda la legge di stabilità».

E qui però i partiti c’entrano. Sul come spendere i solti dello Stato le priorità non sono mica tanto condivise, o no?

«Lei dice? I capitoli della legge di stabilità sono quelli che consentono di dettare una rotta su come allocare la spesa pubblica per far funzionare e possibilmente migliorare il Paese. Secondo noi alcune priorità sono evidenti. Una è invertire il declino demografico: il che significa destinare risorse a sostegno delle famiglie, dei giovani, dell’infanzia. Poi c’è il tema della non-autosufficienza, quella dei disabili e quella degli anziani: fronte su cui servino investimenti in termini quantitativi ma anche qualitativi. E in modo omogeneo, su tutto il territorio nazionale. Quindi ancora giovani, cultura, lavoro. E alla fine sono io a chiedere: davvero qualcuno non ritiene che questi siano temi prioritari? Io non credo. Penso piuttosto che il pericolo sia un altro. Cioè il fatto che una crisi, come ho detto, possa tradursi in tanto tempo di ulteriore attesa. Per un Paese il quale invece ha bisogno di risposte che non possono aspettare».

Quali sarebbero stati i prossimi appuntamenti in calendario?

«Il primo, importantissimo, quello sulla cabina di regia condivisa fra Terzo settore e governo per l’attuazione della riforma. L’istituzione stessa della cabina di regia è stato un grande risultato raggiunto la scorsa primavera. Il primo incontro sarebbe stato previsto per settembre, dopo il consiglio nazionale del Terzo settore. Non so cosa succederà ora. Il mio augurio e la mia speranza, come già detto, è semplicemente che si possa riprendere a lavorare tutti presto. Ripeto: con chiunque ci sarà. Nell’interesse di tutti».

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