Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità
03 Dicembre 2012Si celebra oggi, lunedì 3 dicembre 2012, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, evento istituito dall’ONU in occasione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili del 1981. L’evento vuole essere un’occasione di ulteriore riflessione sulle problematiche che gravano sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Il tema della Giornata 2012 è “Removing barriers to create an inclusive and accessible society for all“.
Il messaggio del Segretario Generale dell’ONU
Riportiamo di seguito la traduzione non ufficiale di alcuni paragrafi del messaggio di Ban – Ki – Moon rilasciato per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità
Quest’anno le Paralimpiadi ci hanno ricordato l’immenso potenziale delle persone con disabilità (…)
Le persone con disabilità hanno un impatto positivo e significativo nella società ed il loro contributo potrebbe essere ancora maggiore se fossero rimosse tutte le barriere che si frappongono ad una loro partecipazione attiva nella società. Con oltre un milione di persone con disabilità oggi nel mondo, questo aspetto è più importante che mai.
(…)
La nostra sfida è di riuscire ad assicurare a tutte le persone uguaglianza di accesso a ciò di cui hanno bisogno e meritano. Questo può portare a creare un mondo migliore.
Come hanno concordato i negoziatori in quest’anno di “Rio +20”, l’accessibilità è fondamentale per raggiungere il futuro che vogliamo (…)
Insieme possiamo raggiungere gli obiettivi della CRPD: eliminare la discriminazione e l’esclusione per creare una società che valorizzi la diversità e l’inclusione.
Al fine di stimolare l’azione per colmare il divario tra le buone intenzioni e gli impegni attesi da tempo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite terrà una riunione ad alto livello sulla disabilità e sullo sviluppo. Questo incontro rappresenterà la possibilità di garantire che i diritti umani, le preoccupazioni e i contributi delle persone con disabilità siano pienamente presi in considerazione.
Questa Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità segna l’apertura ufficiale della preparazione a questo meeting. Facciamo il possibile in questa nostra celebrazione per assicurare che le persone con disabilità possano veder rispettati i propri diritti e realizzato il proprio potenziale.
Il messaggio ufficiale, in lingua inglese, è disponibile qui
29 novembre 2012
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Tanti gli eventi per celebrare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
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3 dicembre 2012: A che punto siamo con l’integrazione?
Fonte: Anffas onlus
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità
Fonte www.disabili.com – Istituita dalle nazioni unite nel 1993 a livello europeo, e a partire dal 2008 a livello internazionale, la Giornata è una occasione per parlare di disabilità, lanciando per un giorno nel panorama globale l’attenzione sulla condizione delle persone con disabilità. Si potrebbe qui aprire l’annoso dibattito sulla questione dell’utilità di una giornata dedicata alla disabilità.
A questo proposito, in occasione della Giornata dei diritti delle persone con disabilità 2011, l’anno scorso è stato lanciato un piccolo sondaggio tra gli utenti facebook del sito www.disabili.com, per comprendere chi la ritenesse una ricorrenza utile, e chi una ipocrisia. Il risultato fu un sostanziale pareggio: se da un lato alcuni sottolineavano il valore altamente sociale di una giornata in cui non solo presentare al mondo le condizioni delle persone disabili, ma anche amplificare così la richiesta per l’applicazione dei loro diritti, dall’altro più di qualcuno la riteneva un inutile paravento dietro il quale istituzioni e massa critica si nascondevano e sistemavano le coscienze.
In questa giornata e nei giorni a seguire, molte sono le iniziative, gli eventi, i dibattiti, che per un giorno renderanno la disabilità protagonista. Ma chi sono le persone con disabilità, e a che punto siamo con la loro integrazione nella società? Innanzitutto, per dare qualche numero utile a inquadrare il fenomeno, possiamo ragionevolmente stimare il numero di persone disabili in Italia in circa 3 milioni.
La principale fonte di dati certi è ancora l’indagine Istat sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” del 2004-2005, che vanno integrati con altre valutazioni, tra cui i dati dell’OMS del 2010 che attesta in 2 milioni e 615.000 le persone con disabilità in Italia fino a 65 anni. Si tratta del 5% della popolazione; se si aggiungono anche le persone con disabilità oltre i 65 anni si arriva a superare il 18%, fino a toccare il 44,5% tra gli over 80.
“Disabilità” è un termine talmente vasto, che la sua definizione, resa dall’OMS quale “menomazione funzionale che può essere congenita o derivata da malattia o incidente”, non è sufficiente a contenerne le numerosissime sfumature. Inscindibile, inoltre, dalla definizione di “handicap”, che è la conseguenza di tale disabilità nella vita sociale. Ne deriva quindi che, se da un lato l’attenuazione della disabilità è un fatto che attiene all’aspetto sanitario e terapeutico, quello dell’handicap – quindi della disabilità inserita nel contesto di vita sociale – è l’ambito vero in cui si può e si deve cogliere la sfida.
Realizzare la vera e completa integrazione della persona con disabilità nella vita sociale, favorirne la mobilità e l’autonomia, garantirne alti livelli di istruzione, sono i campi in cui l’azione si fa necessaria. Ma quindi, a che punto siamo? Sono state davanti agli occhi di tutti le immagini impietose di persone attaccate a respiratori davanti a Montecitorio, rappresentazione di un disperato grido di aiuto verso istituzioni che, in successive “foto ricordo”, non sono riuscite a nascondere un certo imbarazzo. Era la protesta dei malati di Sla, andata in scena nelle scorse settimane, pagina molto triste della storia di un paese che fa sempre più fatica a ricordare gli ultimi.
Ma disabilità nella nostra recente memoria è anche podi e medaglie e braccia al cielo di atleti senza gambe, senza vista, senza mani. Come non ricordare la straordinaria pagina delle Paralimpiadi di questa estate, quando a Londra si è riscritta una nuova pagina sulla integrazione delle persone con disabilità, ma soprattutto sulla loro percezione da parte dell’opinione pubblica? Si può senz’altro dire che da Londra 2012 molto non sarà più come prima. Se ci avessero detto, qualche anno fa, che una Paralimpiade avrebbe riempito non solo stadi, ma anche dirette tv e appassionato milioni di persone, non ci avremmo scommesso un soldo. Invece è successo. E non si tratta solo di sport. Si tratta di uno scardinamento di idee, di nuovi sguardi gettati su realtà finora poco o nulla conosciute.
In generale, per chi nella disabilità si muove da tempo, è possibile intravedere un cambiamento di rotta. Un varco – piccolo, ancora fresco, ma pur sempre un varco – si sembra aperto quantomeno nella ribalta anche mediatica del nostro Paese. Ribalta mediatica che è un viatico affinchè la disabilità non solo si conosca, ma si conosca nella sua dimensione di “ordinarietà”. La disabilità non è una condizione estranea alla società. Ne fa parte, è la società. E in questo, dicevamo, alcuni passi sembrano essere nella giusta direzione.
Un esempio? Il dibattito che inizia finalmente ad aprirsi su un tema finora tabù, come quello della sessualità delle persone con disabilità.Dibattito che sta arrivando all’opinione pubblica grazie a film, documentari, mobilitazioni web e discussioni televisive. Gli stessi mezzi di comunicazione e informazione sembrano essersi accorti della disabilità, finalmente (forse) scavalcando quella sua solita rappresentazione di “caso umano”, utile a fare share facile.
Iniziamo a leggere di storie di persone con disabilità: persone non per forza straordinarie ma persone che possono essere innovative, arrabbiate, scontentie normali.
Vediamo ad esempio l’avvio della rubrica Invisibili del Corriere della Sera on line, che offre nella home page del quotidiano più autorevole d’Italia uno spazio importante di riflessione e informazione su quelli che il grande Franco Bomprezzi ha definito “invisibili”. Ordinarietà della disabilità, dicevamo, che non deve essere “assuefazione” a una condizione che ha molti, moltissimi margini di maggiore considerazione soprattutto per quanto riguarda i diritti applicati (sull’aspetto teorico molte volte non mancano).
Ordinarietà che significa normalità. Normalità che significa non stupirsi del fatto che un “gran figo” come Oscar Pistorius venga incluso da una rivista statunitense tra gli uomini più sexy del mondo. Lo vediamo finalmente bello, non con disabilità. Bravo, non con disabilità. Persona.
Per approfondire
Leggi il comunicato stampa Anffas Onlus sulla Giornata
Leggi il messaggio del Segretario Generale ONU
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3 dicembre 2012