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Uneba: le Rsa vogliono riaprire alle visite, ma Governo e Regioni diano protocolli e regole chiare

Il non profit di Uneba: noi enti per anziani e persone con disabilità vogliamo riaprire alle visite, ma servono protocolli e regole chiare da Governo Draghi e Regioni

Le strutture sono luoghi sicuri in cui quasi tutti sono vaccinati, ma fuori non è così

Roma, 27 aprile 2021 – Le strutture residenziali per anziani e per persone con disabilità associate ad Uneba, quasi tutti non profit di radici cristiane, non vedono l’ora di riaprire alle visite di persona dei famigliari delle persone accolte. Ci appelliamo al Governo e alle Regioni perché approvino protocolli esocio regole chiare, in modo da poter riprendere le visite in sicurezza.

Vogliamo garantire sia la protezione dal virus che la gioia della relazione personale ad anziani e disabili, che sono i più fragili di tutti; ai famigliari, spesso non ancora vaccinati; e alle comunità intere dei territori delle nostre strutture, perché verso ognuna sentiamo la nostra responsabilità.

Alcune Regioni stanno progettando o avviando sperimentazioni sulle aperture, a cui guardiamo con favore e con disponibilità.

Ma servono comunque delle indicazioni nazionali: come ci sono per i ristoranti e per gli stadi, chiediamo ci siano anche per le strutture sociosanitarie. Che invece sono ignorate nel Decreto Riaperture.

VACCINATE UN FAMIGLIARE PER OGNI OSPITE!

E’ da gennaio 2021 che Uneba, unendosi ad altre voci, insiste a chiedere “un vaccino contro la solitudine”, cioè che per ogni anziano o persona con disabilità accolti in una struttura sia vaccinato un famigliare, in modo da poter riprendere le visite. Lo ribadiamo ancora: i famigliari degli ospiti delle strutture sociosanitarie abbiano priorità nel piano vaccinale.

Oltretutto adesso ci sono condizioni particolarmente propizie per riaprire le visite con le modalità più sicure: non solo perché con la bella stagione è più facile organizzare incontri all’aperto, ma soprattutto perché nelle nostre strutture la quasi totalità delle persone accolte e dei dipendenti è vaccinata: sono luoghi più sicuri di tanti altri. I nostri paesi e città, invece, sono ancora, dolorosamente, ben lontani dalla sicurezza.

OGNI GIORNO PUNTIAMO SULLE RELAZIONI

Le relazioni umane sono il dono più grande, per tutti e in particolare per le persone fragili: coltivare le relazioni è da sempre uno degli obbiettivi delle strutture sociosanitarie, anche se a volte, purtroppo, anziani e persone con disabilità sono dimenticati o trascurati dai loro famigliari.
Coltivavamo relazioni prima della pandemia, abbiamo continuato anche nei momenti più duri della pandemia. In tutta Italia, durante un periodo professionalmente ed umanamente difficilissimo, il personale ha dedicato professionalità e umanità -e gli enti hanno dedicato ulteriori risorse economiche! – a permettere la comunicazione con videochiamate, incontri attraverso i vetri, “stanze degli abbracci” ed altre modalità ancora. Oltre a cercare di essere un, seppur imperfetto, sostituto di famigliare per gli anziani che non potevano vedere i loro cari.
Non appena i famigliari appena potranno tornare a entrare quotidianamente nelle strutture saranno accolti con gioia: sono partner del progetto educativo, sono vitali per il benessere degli ospiti e sono, non poche volte, anche volontari al servizio di tutte le persone assistite.

 

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