ANMIL: Il crollo di Firenze non è una fatalità e non accetteremo più impegni vuoti
17 Febbraio 2024
Roma, 16 febbraio 2024 – “Quanto vale la vita di un lavoratore e quanto siamo disposti ad accettare che intere famiglie piangano e si trovino in gravi difficoltà a causa della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, quella che dovrebbe essere costituzionalmente garantita?”.
È quanto dichiara a caldo il Presidente Nazionale ANMIL Zoello Forni sul drammatico incidente avvenuto questa mattina in un cantiere a Firenze dove il crollo di una trave di cemento armato ha provocato un cedimento a catena all’interno del cantiere di un nuovo supermercato Esselunga che ha causato la morte certa di due operai, mentre 3 sono ricoverati ed altre 3 purtroppo sono ancora da estrarre dalle macerie con scarse possibilità di sopravvivenza.
“Morire sul lavoro ancora oggi è inaccettabile e vergognoso – dichiara con voce rotta dalla commozione la Vice Presidente della Fondazione ANMIL ‘Sosteniamoli Subito’ Paola Batignani, vedova di Alessandro Rosi, morto nel 2019 nel capannone di un’acciaieria di Cremona in cui era stato allestito un cantiere per lavori di manutenzione e rimasto schiacciato da una trave – ma soprattutto quello che è grave è che non siamo capaci di rispettare norme e mezzi di protezione che potrebbero salvare la vita di centinaia di lavoratori, lasciando invece che imprenditori senza scrupoli non ci rimettano nulla e la loro responsabilità finisca con un patteggiamento e nessuno paghi veramente per questa morti ingiuste ed evitabili”.
“Chiunque ha visto le immagini del crollo non può rimanere indifferente ma nessuno più di noi che conosciamo direttamente ed abbiamo vissuto sulla nostra pelle tragedie simili, sa quanto sia terribile quello cha accade dopo – aggiunge il Presidente dell’ANMIL Forni – e per questo siamo pronti a dare tutto il sostegno possibile e queste famiglie affinché non rimangano sole le vittime anche di chi si butterà a rivendicare i loro diritti solo per interesse personale o per trarne vantaggio, perché purtroppo dietro ognuno di questi drammi c’è anche questo”.
“Con i nostri 250.000 iscritti lanceremo subito un appello a tutti gli italiani, affinché di questi problemi non si parli solo in qualche breve spazio di cronaca o raccontando in modo ripetitivo di alcuni casi singoli, come se fossero accadimenti straordinari e non i numeri di una strage quotidiana che vede contare almeno 4 morti al giorno”, conclude Forni.
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