Patto Europeo Immigrazione e Asilo – il commento del Terzo settore
11 Aprile 2024AOI – Nuovo Patto sui migranti è una pagina oscura per l’Europa
Il nuovo patto sui migranti approvato dal Parlamento Europeo è peggiorativo delle misure che lo hanno preceduto, perché rappresenta la pagina più oscura sul tema dell’accoglienza e della solidarietà a chi fugge dalle guerre, dalle violenze e dalla fame. Purtroppo ha visto l’approvazione grazie ad un sostegno trasversale agli schieramenti politici, dalle forze più sovraniste a quelle progressiste, anche se fortunatamente con alcune eccezioni anche italiane. Ci auguriamo che un confronto interno a seguito di questo voto aiuti i partiti a fare chiarezza nei programmi degli schieramenti europei nella campagna elettorale alle porte.
Creazione di appositi centri di identificazione alle frontiere, raccolta delle impronte anche per i minori con più di 6 anni, centri di permanenza speciali per chi proviene da Paesi con percentuali di richieste di asilo accolte non superiori al 20%: la Rete AOI definisce queste misure restrittive in quanto descrivono un’Europa sempre più convinta che la sicurezza coincide con la chiusura dei suoi confini. Nel rifiuto di affrontare, quindi, le complessità di un mondo dove la guerra torna ad essere la risoluzione di tutto. Il sistema di asilo ne esce gravemente indebolito, con una grave contrazione dei diritti fondamentali dei migranti.
L’accoglienza viene di fatto mercificata, addirittura attribuendo un valore economico di 20mila euro per la vita di ciascun migrante non ricollocato in caso di distribuzione obbligatoria.
Peraltro, la pressione sui Paesi di primo approdo, tra cui l’Italia, resta sostanzialmente intatta, a testimonianza del fatto che il Regolamento di Dublino è tutt’altro che superato. Il Governo italiano, quindi, non porta a casa la solidarietà dell’Europa tanto ricercata.
“Mentre a Lampedusa si raccoglievano altre 9 persone, tra cui una bambina, morte nell’ennesimo naufragio, il Parlamento europeo celebrava un compromesso al ribasso che mortifica in maniera grave la solidarietà e mina alle fondamenta il diritto di asilo. Servono soluzioni che affrontino strutturalmente il fenomeno delle migrazioni. Dalle istituzioni europee, nate da principi di solidarietà, devono arrivare politiche di accoglienza che rispettino la dignità umana e i diritti fondamentali e canali di accesso sicuri e legali. Altrimenti la terribile conta dei morti nel Mediterraneo continuerà inesorabilmente ad aumentare” dichiara Giovanni Lattanzi, dell’esecutivo della Rete AOI.
I padri costituenti italiani sembra avessero previsto queste misure disumane, mettendo nero su bianco la priorità della difesa e tutela del diritto di coloro che richiedono protezione internazionale: il Parlamento e le organizzazioni impegnate nell’accoglienza e nella solidarietà internazionale in Italia devono difendere e valorizzare questo assunto della nostra Costituzione da chi vuole metterlo in discussione con lo strumento legislativo. Il Patto europeo appena approvato sancisce, in maniera del tutto lesiva dei principi umanitari, che il concetto di primo approdo e la solidarietà tra gli Stati membri può essere superata attraverso una quantificazione economica del valore della vita della persona e l’aumento di limitazione della sua libertà. Le fughe legittime per la sopravvivenza continueranno e il numero delle morti in mare aumenterà inesorabilmente, perché non si sono volute attivare politiche volte a favorire la migrazione regolare. E’ inaccettabile esporre i più vulnerabili, come donne e bambini, rischiando la detenzione ingiustificata alle frontiere dell’UE.
“Le organizzazioni di AOI impegnate nell’accoglienza, nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo, nella solidarietà e cooperazione internazionale, nell’esprimersi contro questo provvedimento, continueranno e rafforzeranno il loro operato umanitario, per lo sviluppo sostenibile e la giustizia nel Pianeta, per i diritti, contro le guerre e promozione di programmi per la migrazione regolare e un’inclusione vera.” Conclude Lattanzi.
ARCI – Patto Europeo Immigrazione e Asilo, Arci: una pagina nera per l’Europa
ROMA, 11 APRILE 2024 – L’approvazione del Patto Europeo Immigrazione e Asilo da parte del Parlamento europeo è una pagina nera per l’Europa.
Il voto favorevole, con l’esclusione positiva degli italiani, di gran parte dei socialisti e democratici europei, insieme al partito della Meloni, spiega quanto il Vecchio Continente sia in stato confusionale.
Il Patto è un compromesso al ribasso da brandire verso le prossime elezioni europee, una resa alla destra xenofoba e razzista, un regalo agli Orban, ai Salvini e alle Le Pen, che infatti hanno subito alzato la posta chiedendo ancora maggiori chiusure e più libertà, per gli Stati, di comprimere i diritti di chi arriva in Europa. In troppi ancora evidentemente non hanno compreso che sostenendo politiche di chiusura e xenofobe non si ostacolano i successi elettorali delle destre autoritarie, ma si aumenta lo spazio e la visibilità delle loro motivazioni, incrementando i loro successi. Sono decenni che va così.
Il Patto avrà implicazioni devastanti sul diritto d’asilo e favorirà detenzioni arbitrarie e violazioni di diritti fondamentali. Non si fa alcun passo avanti verso la creazione di un sistema d’asilo europeo, non si mette in discussione il criterio del “paese di primo ingresso” che tanti danni continua a fare, mentre si accetta la detenzione persino di nuclei familiari con bambini, si istituzionalizzano procedure accelerate che non possono garantire i diritti delle persone, si aumentano i rischi di rimpatri forzati illegittimi.
Spiace leggere la reazione entusiasta dell’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi che in questi anni ha spesso denunciato le scelte sbagliate dell’UE e che adesso sostiene una riforma che è un attacco senza precedenti al diritto d’asilo.
Un riforma che è un disastro ma che ci obbliga a reagire per creare un’alternativa, un’Europa che consenta alle persone di muoversi legalmente e in sicurezza e che consideri i diritti umani non negoziabili.
Insieme ai vertici dei governi, delle grandi famiglie politiche dell’Europa oramai senza una bussola e della Commissione a festeggiare al momento sono coloro che lucrano sugli attraversamenti illegali delle frontiere, che con questa riforma sono sempre più l’unica strada per decine di migliaia di persone per scappare da violenze e guerre.
E’ necessaria un’Europa dei diritti: la rete della società civile che ha raccolto oltre 161 organizzazioni, che ieri hanno manifestato di fronte al Parlamento europeo, ha dimostrato anche che è possibile e andrà avanti nel monitoraggio, nella denuncia degli effetti di queste decisioni e con le proprie azioni solidali.
CNCA – Il nuovo Patto europeo per le migrazioni è un ulteriore attacco ai diritti umani
L’Europa vuole essere una fortezza chiusa e non il luogo dei diritti e del dialogo tra diversi
11 aprile 2024 – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime profonda preoccupazione e un netto dissenso sull’impostazione e i reali obiettivi alla base del nuovo Patto europeo per le migrazioni e l’asilo, che avrà conseguenze pesanti sulla vita delle persone migranti, mettendo ancora più a rischio il rispetto dei loro diritti fondamentali.
«Il nuovo Patto europeo per le migrazioni e l’asilo», dichiara Stefano Trovato, coordinatore dell’Area Migrazioni, tratta, cooperazione internazionale e caporalato del CNCA, «si configura come un ulteriore attacco ai diritti umani, prefigurando l’Europa come fortezza e non come luogo dei diritti e del dialogo tra diversi. Le scelte contenute nel Patto porterebbero a impegnare ancor di più il nostro paese come luogo di detenzione per le persone che scappano da guerre, disastri ambientali ed economici. Questa non è l’Europa che vogliamo.»
Dichiarazione di Regina De Dominicis, Direttrice regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale e CoordinatriceSpeciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa.
10 aprile 2024 – “L’UNICEF accoglie con favore gli sforzi compiuti dagli Stati membri dell’UE per lavorare a un sistema più prevedibile di gestione della migrazione. Mentre vanno verso un accordo finale sul Patto dell’UE su migrazione e asilo, l’UNICEF chiede che vengano rispettati i principi della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Se l’attuazione delle politiche delineate nel Patto si baserà sui diritti dell’infanzia e sul diritto europeo e internazionale, ci sarà l’opportunità di garantire un approccio omnicomprensivo e ben gestito per aiutare i bambini/e e adolescenti che arrivano in Europa in cerca di asilo, sicurezza e migliori opportunità.
Per evitare l’erosione dei diritti dei minorenni, è necessaria chiarezza e trasparenza sull’attuazione delle disposizioni del Patto e sul potenziale impatto sui minorenni. Ad esempio, i criteri per valutare i rischi inerenti la sicurezza in base ai quali i minori non accompagnati potrebbero essere sottoposti alla procedura di frontiera devono essere definiti in modo chiaro e preciso al fine di prevenire arbitrarietà. Allo stesso modo, è necessario fare chiarezza sulla disposizione proposta che consente agli Stati membri di utilizzare “un grado proporzionato di coercizione” nei confronti dei minorenni per garantire la loro conformità nel fornire i dati biometrici. Nella sua attuale formulazione, la disposizione potrebbe esporre i minorenni a rischio di violenza.
L’UNICEF si impegna a collaborare con gli Stati Membri dell’UE per garantire che l’attuazione del Patto avvenga nel superiore interesse dei minori. Questo include in che modo garantire che le restrizioni alla circolazione non comportino la detenzione dei bambini nei centri per l’immigrazione durante le procedure di controllo, frontiera, asilo o rimpatrio. La detenzione dei bambini per motivi migratori – anche se per un breve periodo – ha effetti negativi sulla loro salute, sviluppo e benessere.
Siamo pronti a sostenere gli Stati membri dell’UE che investono in alternative alla detenzione e propongono procedure a misura di bambino che garantiscano ai minorenni il pieno accesso ai loro diritti. Ciò comprende investimenti nell’accoglienza su base comunitaria e in assistenti sociali in grado di fornire assistenza e supporto specializzato ai bambini e alle famiglie.
Gli Stati membri dovrebbero sostenere meccanismi di monitoraggio indipendenti per garantire che i diritti dei bambini e delle loro famiglie siano rispettati, in linea con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e con altri trattati sui diritti umani in tutte le fasi delle procedure di migrazione e di asilo e che venga offerto un risarcimento in caso di violazioni.
Metà dei bambini che arrivano in Europa per cercare sicurezza e asilo in fuga dai Paesi d’origine a causa di conflitti e guerre, il che significa che la loro infanzia è già stata segnata dall’orrore. È nostra responsabilità collettiva e obbligo legale garantire che il loro superiore interesse sia tutelato”.