La condizione dell’infanzia nel mondo. Il Rapporto 2014
01 Febbraio 2014‘Ogni bambino conta’: è quanto sottolinea l’UNICEF che oggi presenta il suo nuovo rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2014”.
«Nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti, che rappresentano il 31% della popolazione mondiale. Contarli li rende visibili, e identificarli permette di rispondere alle loro necessità e promuovere i loro diritti attraverso maggiori impegni e innovazioni» ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.
Il rapporto odierno, il più importante tra le pubblicazione istituzionali dell’UNICEF, rileva che:
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circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima del quinto anno di vita, se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. In gran parte, questo risultato dipende dai progressi nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari
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Dal 1990 il miglioramento nell’alimentazione ha ridotto del 37% il ritardo nella crescita (malnutrizione cronica).
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L’iscrizione alla scuola primaria è aumentata anche nei paesi meno sviluppati. Nel 1990 solo il 53% dei bambini in questi paesi era ammesso a scuola; dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81%.
…ma permangono gravi disparità
Le statistiche del rapporto si soffermano anche sulle gravi violazioni sui diritti dei bambini:
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Nel 2012, 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18.000 ogni giorno – sono morti per cause che si sarebbero potute prevenire
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15% dei bambini svolge un lavoro che lede il diritto all’istruzione, allo svago e alla protezione dallo sfruttamento
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11% delle giovani donne si sono sposate prima di aver compiuto 15 anni, correndo così seri rischi per la propria salute, istruzione e tutela.
I dati rilevano inoltre divari e diseguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti uniformemente:
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nelle famiglie più povere ci sono tre probabilità in meno, rispetto a quelle nei paesi più ricchi, di essere assistiti alla nascita da un operatore qualificato
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In Niger, il 39% delle famiglie rurali ha accesso all’acqua potabile rispetto al 100% delle famiglie urbane
- In Ciad, per ogni 100 ragazzi che frequentano la scuola secondaria, sono appena le ragazze iscritte.
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