FISH – Milleproroghe: nuovo attacco alla disabilità
17 Febbraio 2017Comunicato stampa
17 febbraio 2017 – “Il Senato ha approvato ieri il decreto Milleproroghe che ora passa all’esame della Camera. Ci auguriamo che a Montecitorio non venga posta la fiducia e che vi siano i margini per riparare al grave attacco al diritto al lavoro delle persone con disabilità contenuto nel testo”. Questo il commento del presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Vincenzo Falabella, all’indomani della prima approvazione del decreto legge che contiene, fra l’altro, una disposizione che incide direttamente sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere al meglio ciò che potrebbe accadere. Il decreto 151/2015, attuativo del Jobs Act, anche su pressione di FISH aveva finalmente sanato una lacuna della legge 68/1999, la norma che disciplina il collocamento mirato delle persone non disabilità: dal primo gennaio 2017 vigono nuove regole per le assunzioni obbligatorie di lavoratori disabili. La novità più rilevante prevede che anche i datori di lavoro privati che occupano un numero di risorse comprese tra 15 e 35 dipendenti abbiamo l’obbligo di assumere, anche se non sono in programma nuove assunzioni, un lavoratore disabile nel proprio organico.
E il rispetto delle aliquote di riserva, sempre dal primo gennaio 2017, vale ora anche per i partiti politici, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni che, senza scopo di lucro, operano nel campo della solidarietà sociale, dell’assistenza e della riabilitazione, anche in assenza di nuove assunzioni.
“Una prospettiva che apriva la concreta aspettativa di assunzione di un numero presumibile fra le 70 e le 90.000 persone con disabilità, vista la platea dei datori di lavoro interessati”, annota il Presidente FISH. “Una misura che, al contrario, verrà ancora rinviata restituendo un pessimo segnale”. Ed in effetti il decreto Milleproroghe rinvia al 2018 l’entrata in vigore della nuova disposizione.
“Ci appelliamo al senso di responsibilità dei Deputati; attendiamo un segnale concreto verso uno dei più pesanti elementi di discriminazione delle persone con disabilità: l’esclusione dal mondo del lavoro. Un dato secco ed illuminante: una sola persona con disabilità su cinque oggi lavora”.